Recensione di Raffaele Piazza
Il volume che prendiamo in considerazione in questa sede si può definire come il diario di un’anima, di un padre che ha perduto prematuramente un figlio e così la morte del figlio Paolo diviene per Franco Colandrea occasione di uno scritto che virtualmente è indirizzato al figlio stesso; non un monologo, ma Dialoghi d’amore, come suggerisce il sottotitolo del volume.
Il tema della morte di un figlio è stato già oggetto di opere letterarie come per esempio il libro di poesia Il dolore di Giuseppe Ungaretti e la letteratura diviene così strumento per la rielaborazione del lutto e del resto scrivere è sempre qualcosa di salvifico.
Il libro presenta una prefazione esauriente e ricca di acribia di Floriano Romboli intitolata L’intensità di un amore senza confini.
A livello strutturale il testo è costituito da una sequenza di brevi frammenti tutti forniti di titolo e il linguaggio usato da Colandrea è chiaro e icastico.
Ricorre il tema del ricordo del sorriso di Paolo e il padre rievoca momenti felici a contatto con la natura passati insieme
L’interlocutore dell’io-narrante è Paolo al quale Franco si rivolge come se gli mandasse lettere o messaggi in bottiglia come se fosse una presenza-assenza e Colandrea con queste missive destinate al figlio scomparso ne riattualizza il ricordo attraverso la memoria involontaria in modo positivo e costruttivo per rivivere nello scatto e scarto memoriale i momenti belli passati con lui.
Si piò considerare architettonicamente questo volume come una serie di flash che descrivono situazioni profonde a livello affettivo tra un padre e un figlio molto legati tra loro e le situazioni descritte sono ambientate soprattutto nel tempo dell’infanzia di Paolo, anima in formazione sensibile e felice, anche perché ha la fortuna di avere un padre lungimirante, buono e intelligente che gli vuole veramente bene e credo che ogni lettore-genitore può identificarsi tout-court con l’io narrante.
Una natura idilliaca fa spesso da sfondo, da cornice al binomio padre-figlio e anche il sogno e il sogno ad occhi aperti fanno parte delle tematiche espresse dall’autore.
Molto suggestivo il frammento intitolato Un fiore nella notte dove è presente il tema della metamorfosi quando l’autore dice di vedere gli occhi scuri e profondi di Paolo e l’Io del figlio mostra al padre un fiore nero e Franco gli svela l’enigma dicendo che quel fiore è il fiore della notte, del buio e dell’oblio ed è egli stesso.
Libro intelligente e felice che, pur partendo dal dato incontrovertibile del dolore, tramite l’esercizio di conoscenza e la riattualizzazione di situazioni passate, diviene salvifico e serve a rinnovare la gioia dell’amore nella sua inscindibile relazione proprio con la stessa morte.