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IL SALICE PIANGENTE, DI IRMA KURTI

Nell’anniversario della morte di mia madre, Sherife Kurti (20 marzo 1935 – 25 ottobre 2006)

Quanto tempo, mamma, che non vengo da te,
i fiori saranno appassiti di sicuro,
altri, selvaggi germogliano molto alti,
cercando di spezzare l’immenso azzurro.

Mi chino anch’io davanti al tuo ricordo
come una bimba che ha commesso un errore
e alla luce del sole cerca di nascondere
una cattiva condotta o un bicchiere rotto.

La mia vita ha raggiunto un ritmo pazzesco,
i passi somigliano alla corsa ogni giorno.
Ho incontrato tante di quelle maschere
che mi spaventano i pensieri e il sonno.

Ho perso l’indirizzo delle brave persone
e quelle sensibili non riesco a trovarle.
Ho vissuto giorni di pioggia e di freddo,
negli occhi son rimaste gocce di lacrime.

Non voglio farti parte della tristezza,
ricordi quante notti passasti in bianco?
Non ti dirò nulla, chiuderò le palpebre,
nella memoria cercherò il tuo abbraccio.

Mamma, sulla tomba ti cambieranno i fiori
che senza pietà ha rovinato quest’inverno.
Vorrei essere l’ombra nei giorni d’estate,
vorrei essere per te il salice piangente.

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