Home Approccio Italo Albanese SO DI NON SAPERE DI SOCRATE! DI GIUSEPPINA DE BIASE

SO DI NON SAPERE DI SOCRATE! DI GIUSEPPINA DE BIASE

La consapevolezza di sé ossia il valore che ognuno attribuisce a sé stesso non significa avere presunzione di sé.

E’ vero il confine tra consapevolezza di sé e presunzione è molto sottile ma in genere chi ha consapevolezza di se’ sa leggersi dentro, è consapevole delle sue capacità sia positive che negative.

Il vero presuntuoso è quello che ha poca o niente considerazione o autostima di sé e più bassa e’ la sua autostima più alto e’ il rischio di cadere nella presunzione.

La frase di Socrate che poi non l’ha detta lui ma lo ha scritto Platone: “So di non sapere” non sta a significare che bisogna essere umili, che si ha consapevolezza di non avere conoscenza perché lui sapeva quanto valeva, lo sapeva e come!!!! ma fu detta per istigare, invogliare a scoprire, a spronare il desiderio di conoscere.

Infatti lui faceva sempre mille domande per far emergere nel confronto le proprie esperienze e per imparare.

Socrate per me è l’unico filosofo antico che considero ancora attuale, tutti gli altri li considero sorpassati e non adatti ai tempi moderni.

Io il suo dire “So di non sapere” lo definirei una tecnica, una abilità del non sapere.

Potrebbe apparire scontato come frase arrivando a definire che non esiste una vera conoscenza ma bisogna andare oltre il senso delle parole.

Socrate ci spinge per sapere sempre di più.
La spinta maieutica di Socrate sta proprio in questo interrogativo:

La nostra conoscenza ci porta a ritenerci esperti in una determinata materia? Se SI non avremo nessun dubbio delle nostre capacità.

Se No si è invece portati a voler approfondire tale materia al fine di ottenere maggiore conoscenza, con la consapevolezza che si potrà sempre migliorare.
In questa nostra Società ci vorrebbe un Socrate moderno che pone domande, interrogativi in modo che incoraggia a confrontarci, a dialogare, a capire, a comprendere la verità che ci circonda.

La maieutica di Socrate ci incoraggia ancora oggi a metterci in discussione.

Il suo messaggio è un messaggio universale e
senza tempo e il suo esempio è fonte di ispirazione per tutti noi che viviamo nell’era dei social.

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