Van Gogh, l’uomo, raccontato da lui stesso nelle sue lettere: autoritratto, amore, vocazione mistico-religiosa, rapporti con i genitori e con il fratello Theo, arte, soldi, malattia.
Dalla stagione del simbolismo che non ha cessato ancora di influenzare e sollecitare tanta parte della letteratura e dell’arte contemporanea, il sodalizio tra artisti e poeti si è ripetuto in vari momenti delle “avanguardie” storiche dove l’immagine visiva ne rivelava nel linguaggio formale le più profonde significazioni. Nell’arte figurativa il simbolo accentra i significati nascosti e remoti dell’universo, che vanno intuiti e non descritti, nella identità assoluta tra l’emotività individuale e l’anima universale attraverso l’uso di colori accesi e tormentati come i colori di Vincent van Gogh.
Il lavoro di Silvana Ramazzotto Moro non vuole assurgere a un erudito trattato di pittura né tantomeno a un atlante d’arte cui rinviamo nelle competenti sedi, ma se mai a una nuova visione in chiave antropologica del pittore van Gogh. L’autrice infatti ha individuato i temi esistenziali più importanti relativi alla vita del pittore, poi ha ricercato e quindi riportato tutti i brani delle sue lettere che trattano tali temi, in modo da offrire al lettore il pensiero completo e soprattutto autentico dell’uomo.
Riusciamo così a constatare la breve e tormentata vita del celebre artista con tutti i suoi risvolti umani, ambizioni, fallimenti, i rapporti con i familiari, con il fratello Theo, con gli amici e altri artisti del suo tempo.
Il sofferto epistolario che Vincent van Gogh ha scritto nell’arco della sua breve vita smentisce tante leggende sul pittore. Il mito «genio e follia» era lontanissimo dalla realtà, frutto di una superficiale mistificazione e di abili operazioni di marketing commerciale. Un artista senz’altro succube di profonde angosce ed ansie esistenziali, dovute a un’anima sensibilissima e mai compresa in vita; negli ultimi tempi, tuttavia, come afferma l’autrice, gli abituali stereotipi che lo riguardavano sembrano scomparire per presentare un van Gogh ben diverso.
Vincent van Gogh non era pazzo. Era un pittore culturalmente aggiornato, lettore e collezionista di volumi e di stampe, attento alle nuove tendenze artistiche del suo tempo. Frequentava i poeti simbolisti al caffè Voltaire a Parigi insieme all’amico Gaugin e teorizzava ciò che sarebbe diventato il «vêtir l’idée d’une forme sensible» (espressione dell’idea con le forme).
L’opera VAN GOGH, L’UOMO risulta strutturata in tredici capitoli che scandiscono appunto gli itinerari più salienti della sua vita. Le tematiche trattate più importanti sono: alcuni cenni di un suo autoritratto, la vocazione mistico-religiosa dell’età giovanile, i tormentati e sfortunati amori con l’altro sesso, i rapporti con i genitori, i rapporti con il fratello Theo, il concetto di arte, il tentativo di creare un cenacolo di artisti che potessero sostenersi anche materialmente nella loro difficile e misera vita fatta di stenti.
E poi i temi ricorrenti della sua pittura: le tonalità pure e primitive del colore, i paesaggi, la natura carica di simboli, il maledetto rapporto con il denaro, l’ammirazione per l’arte giapponese, la sua malattia…. Argomenti trattati con dovizia di particolari dallo stesso Vincent che racchiude in queste lettere tutta la sua disperazione di vita ma anche la gioia di chi è consapevole della propria identità, della propria rabbia divoratrice della vita.
La ricerca esistenzialmente rilevante dell’artista procede nel tentativo di afferrare l’inesorabile scorrere del tempo e del conseguente divenire attraverso l’unico strumento in possesso dell’uomo, non la scienza che è illusa dal presente, ma il “delirio creativo” che è sublime e tragica peculiarità dell’artista.
Vincent van Gogh nelle sue lettere percorre le vie del mondo attraverso i colori, le ombre: insomma ci apre le porte di un diverso modo di osservare il mondo per scoprire che la simbiosi dell’uomo con la natura può diventare osmosi, se sappiamo leggere nelle cose la profonda essenzialità poetica.
E questa Casa editrice, che nel suo piccolo, vanta 70 anni di storia, ringrazia Silvana Ramazzotto Moro, l’autrice del volume, per averci regalato uno scorcio di mondo che ci pare essere patrimonio di tutti.
Il che non è poco.
MICHELE MIANO