DA ARBEN ILIAZI
La poesia di Angela Kosta ha il privilegio di essere contemporanea, penetrando e comunicando con facilità nell’anima dei lettori. Essa è poetessa del tempo attuale, della tragica quotidianità, una poetessa dell’essere umano e dei destini umani. La poesia “L’epopea della fenice”, pubblicata di recente, è concepita in modo tale da includere l’ispirazione, la creazione, la filosofia, il messaggio, il significato, immergendoli nell’ambito dell’arte della parola, conferendogli un’originalità che si distingue.
L'”Epopea della Fenice” ti sconvolge, non solo in termini di originalità, ma anche dall’armonia all’interno della realtà della vita, dove si portano con sé conflitti, deformazioni, alienazioni, metamorfosi, delusioni ed esplosioni.
A. Kosta crea immagini infinite e irripetibili di questo mondo in cui viviamo e pensiamo. La forma scelta per l’approccio a una tale realtà “incisi su papiri e pietre miliari di tempeste / con la mano di ferro del dominio”, è la rovina dell’armonia “per armonizzare” l’irregolarità, cantando la canzone “della fenice sanguigna che il globo ruota / assetata nel fulcro dell’inferno / sotto le rovine incenerisce… / e di nuovo rinasce/ rinasce per governare il mondo”.
Questo testo sincretico, dove il senso globale emerge dalla somma delle evocazioni, è una visione che ti fa venire i brividi passando attraverso alcune connotazioni sociali, attraverso i segni separati del contenuto. Lo stesso mondo vissuto delle esperienze del poeta ci arriva come un mondo significativo, dettagliato, proprio come un campo delle nostre motivazioni. La realtà, la verità, si vedono più, come l’effetto di questo significato.
La poesia è come una canzone che tutti la cantano senza voce, che esce dal petto e della mente. La poetessa focalizza le motivazioni del destino di un’epoca, sul nostro destino collettivo. La forma scelta per l’approccio a tale realtà, è la frammentazione del tutto, che conferisce a parte gli attributi del tutto, rompendo l’armonia “per armonizzare” l’irregolarità. I versi nascono dalla conoscenza dell’anomalia del mondo, servendo la sua regolarità e il suo equilibrio.
La poesia aiuta le persone a imparare a disfare il mondo, guardandolo con un occhio diverso, rivalutando la materia che lo costituisce, con gli impulsi dell’inconscio. Tale è questa poesia, che ha origine dall’anima e scuote le anime. I disordini, le incomprensioni, le assurdità, i dubbi, gli abusi, gli inganni, sono avvenimenti della realtà, sono fenomeni che possono arrivare fino a neutralizzare tutto il resto, ad abilitare la loro potenza in questa infinità di spazio e di tempo, conferendo alla realtà il suo spiacevole profilo.
“Il globo che ruota assetato nel fulcro dell’inferno”, non è un mondo di fantasia immaginario, che risiede nell’impossibilità di comunicazione e comprensione. È un mondo reale che è in grado di regolare e sistemare tutto ciò che non è di suo dominio, e di aiutare potentemente a chiarire e comprendere le sue componenti, a sentire, godere e influenzare la perfezione delle relazioni con la realtà della vita. Sebbene si tratti di una poesia postmodernista nella struttura e nella concezione, il riferimento a “L’epopea della fenice” non è solo l’oggetto reale, ma l’esperienza del
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reale, con una complessa alchimia. Il livello figurativo è più vicino al referente extra semiotico, rispetto al livello tematico. Il livello figurativo nel testo della poesia si trasforma in un mezzo per esprimere significati astratti. In altre parole, il livello figurativo non ha un ruolo puramente ornamentale, ma entra in relazione complessa con i diversi livelli del significato, portando così all’apice il livello figurativo astratto.
In altre parole, il livello figurativo non ha un ruolo semplicemente ornamentale, ma entra anche in relazione complessa con i diversi livelli di significato, figurando il livello più astratto. Possiamo dire che l’autrice Kosta ha applicato un avanzamento figurativo del discorso poetico, che a volte funziona come una formazione simbolica (Fenice), che parla di un ragionamento figurativo, che funziona tramite l’analogia diretta, senza bisogno di mediazioni logico-astratte.
Sembra che in questa poesia i sogni, la fantasia, la saggezza, la follia, l’amore, l’odio, la considerazione e la sconsiderazione, il passato e il futuro, la gioia e la tristezza, tutti insieme diano vita alla macabra danza, che è guidata con finezza e delicatezza dal dinamismo della realtà della vita.
“Oggi
ancora così continuiamo a rimanere…
Tracce di epopee senza gloria
lo scherno del fallimento dietro lasciamo
il peso del tempo portiamo alle spalle
mentre le tenebre dell’anima mastichiamo
senza le lacrime dei secoli”…
Questi versi con messaggi commoventi e agghiaccianti, grazie all’uso con la saggezza delle potenzialità significative della parola, hanno un respiro così ampio da coprire tutti i tempi e gli spazi con l’involucro epico-lirico, con una rara carica emotiva, in una scarica potente fiammeggiante.
Alla fine, possiamo dire che la poesia “L’epopea della Fenice” è l’espressione esplicita di un inesauribile potenziale spirituale, che metaforizza il sentimento di decadenza e la parabola della rovina e che può essere tradotta e detta in qualsiasi lingua del mondo, con la sua sensibilità e logica.
L’EPOPEA DELLA FENICE
Corpuscoli di astri sotto i crateri ardenti
trionfi mai detti nell’epopea dei tempi
incisi su papiri e pietre miliari di tempeste
con la mano di ferro del dominio
della fenice sanguigna che il globo ruota
assetata nel fulcro dell’inferno
sotto le rovine incenerisce…
e di nuovo rinasce
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rinasce per governare il mondo.
E noi tacciamo
io taccio…
Impotente
di fronte alla misericordia
per sfidare i tempi dove siamo rimasti
decapitati, senza occhi…
Oggi…
ancora così continuiamo a rimanere…
Tracce di epopee senza gloria
lo scherno del fallimento dietro lasciamo
il peso del tempo portiamo alle spalle
mentre le tenebre dell’anima mastichiamo
senza le lacrime dei secoli…
Tradotto da: Angela Kosta Direttore Esecutivo delle Riviste: MIRIADE, NUANCES ON THE PANORAMIC CANVAS, BRIDGES OF LITERATURE, giornalista, poetessa, saggista, editore, critica letteraria, redattrice, traduttrice, promotrice