Home Gjeo-Ekonomia I. Il Vasto Raggio d’Azione e l’Impegno per le Imprese

I. Il Vasto Raggio d’Azione e l’Impegno per le Imprese

1.     Domanda: “Dottor Barion, la sua operatività copre un’area geografica notevole, dal Piemonte all’Umbria, e la sua attività di sviluppatore della rete territoriale di Confimprese Italia nel Centro-Nord ha portato all’apertura di innumerevoli nuove sedi. Come riesce a mantenere un quadro così chiaro delle diverse esigenze e sfide delle PMI in un territorio così ampio e variegato, e qual è la strategia dietro questa espansione?”

o   Risposta : “È un lavoro che richiede un’immersione costante nel tessuto economico e sociale di ogni regione. La chiave è l’ascolto attivo: ogni territorio ha le sue peculiarità, le sue eccellenze e le sue criticità. La nostra strategia si basa sulla presenza capillare; non ci limitiamo a ‘aprire sportelli’, ma a creare veri e propri presidi sul territorio, formati da persone che conoscono le realtà locali. L’espansione nel Centro-Nord è dettata dalla volontà di essere sempre più vicini alle imprese, di offrire un supporto concreto e personalizzato, e di creare una rete sinergica che permetta lo scambio di buone pratiche e la risoluzione comune di problemi. È un approccio che attinge molto anche alla mia formazione sociologica: comprendere le dinamiche di comunità è essenziale per supportare al meglio l’imprenditoria.”

2.     Domanda: “Con 40 anni di esperienza nel credito e la sua lunga permanenza in Confimprese Italia, ha assistito a trasformazioni epocali. Qual è, a suo parere, la più grande opportunità non ancora pienamente colta dalle imprese italiane in questo contesto economico?”

o   Risposta: “Credo che la più grande opportunità risieda ancora nella piena digitalizzazione e nell’internazionalizzazione mirata. Molte PMI italiane sono eccellenti nelle loro produzioni, ma non sempre riescono a sfruttare appieno le potenzialità del digitale per raggiungere nuovi mercati o ottimizzare i processi interni. L’altra grande opportunità è la valorizzazione del capitale umano attraverso la formazione continua e l’adozione di un welfare aziendale che attragga e fidelizzi i talenti. Non basta più produrre bene; bisogna anche sapersi posizionare, innovare nei processi e investire nelle persone. C’è un potenziale enorme, spesso frenato da una certa diffidenza al cambiamento o dalla mancanza di strumenti adeguati.”

3.     Domanda: “Come Vicepresidente di Confimprese Italia, ha sottoscritto l’adesione alla direttiva Flussi fin dalla prima uscita. Può spiegarci l’importanza di questa posizione per le imprese che rappresentate e quale impatto ha avuto o potrà avere sul mercato del lavoro italiano?”

o   Risposta : “L’adesione alla direttiva Flussi è stata una scelta strategica e necessaria. Le nostre imprese, in molti settori, soffrono di una carenza cronica di manodopera specializzata o anche generica. La direttiva Flussi, se ben gestita e calibrata sulle reali esigenze del mercato del lavoro, può rappresentare una risposta concreta a questa necessità. È fondamentale che vi sia un equilibrio tra le esigenze delle imprese e la tutela dei lavoratori, garantendo percorsi di integrazione e formazione adeguati. L’impatto potenziale è la possibilità di mantenere alta la produttività e la competitività delle nostre aziende, evitando che la mancanza di personale diventi un freno allo sviluppo.”

4.     Domanda: “Il microcredito è un pilastro del suo impegno. Sapendo che i finanziamenti possono arrivare fino a 50.000, 75.000 o anche 100.000 euro, può raccontarci come questo strumento, al di là dell’aspetto puramente finanziario, riesca a promuovere la dignità del lavoro e l’inclusione sociale, magari con un esempio concreto che l’ha particolarmente colpita?”

o   Risposta : “Il microcredito è molto più di un semplice prestito. È un atto di fiducia verso chi ha un’idea e la voglia di mettersi in gioco, ma non ha accesso al credito tradizionale. Promuove la dignità perché permette alle persone di costruire il proprio futuro con le proprie mani, di sentirsi parte attiva dell’economia e della società. Un esempio che ricordo con affetto è quello di una signora, rimasta senza lavoro a un’età in cui ricollocarsi è difficile, che con un microcredito ha aperto una piccola attività di catering per eventi locali. Non solo ha creato il suo lavoro, ma ha anche assunto altre due persone. Questo dimostra come 50.000, 75.000 o anche 100.000 euro possano non solo far ripartire un’attività, ma anche generare un impatto sociale ed economico esponenziale, trasformando la vita di individui e intere famiglie.”

5.     Domanda: “Oltre al microcredito, lei segue e amministra le esigenze di credito in generale delle aziende che segue. Quali sono le principali difficoltà che riscontra oggi nell’accesso al credito per le imprese, e come le affronta nel suo ruolo di consulenza?”

o   Risposta: “Le difficoltà sono spesso legate alla percezione del rischio da parte delle banche, accentuata dalle nuove normative, e alla mancanza di una cultura finanziaria adeguata tra le imprese, specialmente le più piccole. Molte aziende hanno bilanci ‘storici’ che non riflettono il loro potenziale futuro o non sono strutturate per presentarsi al meglio agli istituti di credito. Nel mio ruolo, mi occupo di tradurre le esigenze dell’impresa nel linguaggio della banca, aiutandole a costruire business plan solidi, a ottimizzare la loro struttura finanziaria e a comunicare efficacemente il proprio valore. Spesso si tratta di un lavoro di mediazione e di formazione interna, per superare le reciproche incomprensioni e facilitare l’incontro tra domanda e offerta di credito.”

II. La Dimensione Sociologica e la Visione Integrata

Domanda: “Dottor Barion, lei è anche un sociologo e aderisce all’ASI, l’Associazione Sociologi Italiani, riconosciuta ai sensi della legge 4/2013. In che modo la sua formazione e la sua prospettiva sociologica influenzano il suo approccio alle problematiche economiche e alle strategie di Confimprese Italia?”

Risposta : “La sociologia è la lente attraverso cui osservo e comprendo le dinamiche del mondo del lavoro e dell’impresa. Non si può parlare di economia senza considerare il fattore umano e sociale. La mia formazione mi permette di andare oltre il dato finanziario, di analizzare le relazioni tra gli attori economici, l’impatto delle decisioni politiche e di mercato sulle persone e sulle comunità. Questo è fondamentale per Confimprese Italia, perché ci aiuta a sviluppare strategie che non siano solo economicamente valide, ma anche socialmente sostenibili e inclusive. Ci permette di capire, ad esempio, come la digitalizzazione influenzi non solo i profitti, ma anche la qualità della vita lavorativa o la coesione sociale.”

Domanda: “Come sociologo, come interpreta le dinamiche sociali che emergono o vengono modificate dall’attuale contesto economico, specialmente per quanto riguarda l’occupazione, il benessere delle comunità locali e l’integrazione?”

Risposta : “L’attuale contesto economico sta accelerando profonde trasformazioni sociali. Vediamo una crescente polarizzazione del mercato del lavoro, nuove forme di precarietà e sfide legate all’automazione e all’intelligenza artificiale. A livello di comunità, l’economia può generare sia opportunità di sviluppo che disuguaglianze, ed è qui che il ruolo del sociologo diventa cruciale: identificare queste dinamiche e proporre modelli che favoriscano il benessere diffuso. L’integrazione, sia dei giovani nel mondo del lavoro che dei migranti, è un tema centrale che richiede politiche attive e una maggiore sinergia tra mondo dell’impresa e istituzioni sociali, per evitare frammentazioni e favorire la coesione.”

Domanda: “Quali sono le principali sfide sociali che, a suo parere, l’Italia deve affrontare oggi, e come il mondo delle imprese e del credito può contribuire a risolverle?”

Risposta: “Le sfide sono molteplici: l’invecchiamento della popolazione, la disoccupazione giovanile e femminile, il divario tra Nord e Sud, e la necessità di una vera transizione ecologica e digitale che non lasci indietro nessuno. Il mondo delle imprese e del credito ha una responsabilità enorme in questo. Non basta fare profitto; bisogna generare valore condiviso. Le imprese possono contribuire investendo in formazione, innovazione sostenibile e creando occupazione di qualità. Il credito, in particolare il microcredito, può essere un motore di inclusione e di ripartenza per chi è ai margini. È una collaborazione sistemica tra tutti gli attori che può portare a un vero progresso sociale, e il sociologo in me vede questa sinergia come l’unica via per un futuro prospero.”


III. Sfide Attuali, Visioni Future e Comunicazione

Domanda: “Le PMI italiane si trovano di fronte a scenari sempre più complessi. Quali sono le priorità assolute su cui Confimprese Italia sta lavorando per supportarle in questa fase, considerando anche le nuove normative?”

Risposta : “Le priorità sono essenzialmente tre. Primo, l’accesso semplificato e garantito al credito: stiamo lavorando per alleggerire l’impatto delle nuove normative bancarie, che spesso penalizzano le piccole realtà. Secondo, la formazione e l’aggiornamento delle competenze: per affrontare la transizione digitale ed ecologica, le imprese hanno bisogno di nuove figure professionali e di riqualificare quelle esistenti. Terzo, la rappresentanza e la tutela: Confimprese Italia è al fianco delle PMI per far sentire la loro voce presso le istituzioni, garantendo che le politiche economiche siano calate sulle loro reali esigenze e non rimangano astratte.”

Domanda: “Guardando al futuro, quali sono le tre tendenze economiche o sociali che, secondo la sua esperienza, avranno il maggiore impatto sulle piccole e medie imprese italiane nei prossimi cinque anni?”

Risposta : “Direi la sostenibilità ambientale e sociale, che da ‘opzionale’ diventerà un requisito competitivo e regolatorio imprescindibile. Poi l’Intelligenza Artificiale e l’automazione avanzata: non saranno solo per le grandi aziende, ma entreranno nei processi delle PMI, richiedendo adattamento e nuove competenze. Infine, la demografia e i flussi migratori: avranno un impatto significativo sulla disponibilità di manodopera e sulla composizione della forza lavoro, con tutte le sfide e le opportunità di integrazione che ne derivano. Sarà fondamentale per le PMI sapersi adattare a questi macro-trend.”

Domanda: “È risaputo che lei è anche uno scrittore e collabora con la rivista online ‘ORE 12’. Come si conciliano l’analisi rigorosa e la pragmatica del mondo del credito e della sociologia con la creatività e l’espressività della scrittura?”

Risposta : “Per me, non c’è una vera dicotomia, ma una complementarietà. L’esperienza nel credito e la formazione sociologica mi forniscono la materia prima, le storie, le dinamiche umane e le complessità del reale. La scrittura è il mezzo attraverso cui elaboro e restituisco queste osservazioni in una forma accessibile, a volte più narrativa, a volte più riflessiva. Sia nel saggio che nella narrativa, cerco sempre di cogliere l’essenza delle relazioni umane e delle sfide sociali. I premi che ho avuto sono un riconoscimento a questa capacità di connettere mondi diversi. Scrivere per ‘ORE 12’ mi permette poi di intervenire su temi di attualità con un approccio che spero sia sia rigoroso che coinvolgente, unendo l’analisi economica a una sensibilità più ampia.”

Domanda: “Esiste un filo conduttore, un tema o una riflessione che collega la sua esperienza professionale e sociologica con i temi che esplora nella sua scrittura o nei suoi articoli per ‘ORE 12’?”

Risposta : “Assolutamente sì, il filo conduttore è sempre la dignità della persona e il valore del lavoro. Che si tratti di un microcredito che ridà speranza, di un’analisi sociologica sulle disuguaglianze, o di una storia che parla di resilienza umana, il mio interesse è sempre rivolto a come gli individui si confrontano con le sfide economiche e sociali, e come possono trovare la forza di affermarsi. Credo fermamente che l’economia debba essere al servizio dell’uomo, e non il contrario. La scrittura mi permette di esprimere questa convinzione, dando voce a esperienze e riflessioni che magari non trovano spazio in un bilancio o in un report.”

Domanda: “Il suo libro, ‘Francesca & Leo. La lampada e la clip’, affronta temi che potrebbero sembrare distanti dal mondo finanziario e sociologico. Cosa l’ha ispirata a questa opera e quale tipo di riscontro ha ricevuto dai lettori?”

Risposta : “Sebbene la trama possa sembrare distante, in realtà affronta temi universali che sono strettamente legati all’esperienza umana: la resilienza, la ricerca di un senso, la capacità di reinventarsi. Spesso sono le persone più fragili o in situazioni di difficoltà che mostrano una forza incredibile, proprio quelle che incontro nel mio lavoro con il microcredito. Il libro è nato dal desiderio di esplorare queste dinamiche umane in un contesto diverso, più intimo e narrativo. Il riscontro è stato molto positivo; molti lettori hanno apprezzato la profondità dei personaggi e la capacità della storia di toccare corde emotive, riconoscendo forse proprio quella ‘umanità’ che cerco di portare anche nel mio impegno professionale.”

IV. Conclusione

Domanda: “Per concludere, Dottor Barion, quale consiglio o messaggio finale vorrebbe lasciare ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro, che sognano di avviare un’impresa o che intendono contribuire alla società, alla luce della sua vasta esperienza e delle sue diverse passioni?”

Risposta : “Ai giovani direi: non abbiate paura di osare, di sbagliare e di reinventarvi. Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, e le competenze oggi richieste vanno oltre la sola preparazione tecnica: sono la flessibilità, la capacità di problem solving, l’empatia e l’etica. Investite nella vostra formazione continua, ma soprattutto, coltivate la vostra curiosità e la vostra umanità. Se sognate di avviare un’impresa, non fermatevi alla prima difficoltà; cercate il supporto giusto, come il microcredito, e fate rete. E ricordate che il successo non è solo economico, ma è anche la capacità di lasciare un segno positivo nella vostra comunità. Siate protagonisti del vostro futuro, con coraggio e consapevolezza.”