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Albania – elezioni 25 aprile Rotazione come frenatura per consentire la svolta

Di Fatos Lubonja

Prima di scrivere questa analisi pre-elettorale, ho deciso di leggere ciò che ho scritto nove anni fa, alla vigilia delle elezioni del 2013. Ho notato, anche con una certa sorpresa, come il problema principale è rimasto lo stesso, ma, sono arrivato alla conclusione che ci troviamo in una spirale discendente con una significativa accelerazione al ribasso rispetto a nove anni fa.

Il dilemma “unione – purificazione”

Analizzando l’attività dell’opposizione di quel tempo (Partito Socialista di Edi Rama), noto che a l’epoca c’erano due atteggiamenti al suo interno. Secondo uno, il cavallo principale della battaglia elettorale avrebbe dovuto essere la lotta contro l’autoritarismo del primo ministro di quel tempo Berisha, la sua cattura delle istituzioni, la creazione di monopoli, quindi si sarebbe dovuta formare una coalizione di opposizione più ampia, incluso LSI (movimento socialista per l’integrazione), che aveva fatto parte della maggioranza.

Secondo l’altro, l’opposizione avrebbe dovuto formare una coalizione con gli elettori, non con i piccoli partiti, tanto meno con lo LSI. Ho chiamato questo il “dilemma unione o purificazione” nel senso che se da un lato “l’unione”, in nome delle fondamenti della democrazia, significava unione con il LSI di Ilir Meta accusato di corruzione (ma anche maggiore opportunità, organi sative, finanziarie e mediatiche per vincere le elezioni), d’altra parte, la “purificazione” era necessaria all’opposizione per guadagnare la fiducia perduta degli elettori delusi dalla politica del sistema oligarchico stabilito (ma a rischio di perdere le elezioni).

In conclusione ho scritto che “la campagna dovrebbe essere imposta come lotta contro l’autoritarismo e richiederebbe promesse concrete da parte dell’opposizione unita per stabilire e rafforzare istituzioni indipendenti ” avvertendo che in effetti “in questo caso il tempo della “purificazione”[…] sarà rinviato”, ma “senza democrazia è difficile riuscire a fare cose del genere”. (“PS, insieme o da sola” Panorama, 11 aprile 2012)

Il dilemma “evoluzione – rivoluzione”

L’osservazione più seria che mi è venuta verso questo articolo è stata che sarebbe stato meglio che il PD vincesse ancora una volta, per poi rovesciare insieme a Berisha del terzo mandato l’intera casta corrotta al potere, perché altrimenti questo tipo di rotazione Berisha – Rama – Meta – Berisha – e così via – servirebbe al sistema come facciata, che invece doveva essere abbattuta per vedere chiaramente la ferocia del sistema di rapina che queste bande hanno messo insieme e per conoscere meglio chi combattere e come combatterlo.

Nel articolo successivo ho risposto a questo argomento affermando che: “sebbene li avevo chiamate anche io ‘bande’ e non ‘partiti’ e “avevo parlato della necessità di prendere le distanze da entrambi in nome di qualcosa di nuovo” ne avevo ancora molto riserve sulla variante suggerita in quanto “è difficile far nascere un movimento nuovo, sano, in un paese immerso in un processo di crisi e degrado come il nostro” che con “una gioventù sempre più ignorante, sempre più frustrata, sempre e più legata alla criminalità”.

La soluzione che ho proposto è stata quella che propongo oggi, che gli sforzi dovrebbero essere concentrati affinché i partiti / bande “mettano fine alla lotta per annientare l’un altra per il controllo completo del territorio e del potere e si trasformino in partiti controllati dalla giustizia, controllati dai media, controllabili anche da l’elettore attraverso il suo voto. ” (Il dilemma evoluzione-rivoluzione, Panorama, 18 aprile 2012).


Oggi, dopo otto anni, trovo che i dilemmi “unificazione – purificazione”, “evoluzione – rivoluzione” dell’odierno governo di Rama rimangono gli stessi e ancor più accentuati. Proprio come otto anni fa, c’è chi dice che è meglio che Rama vinca il terzo mandato in modo che la purificazione e la punizione possano avvenire attraverso una nuova forza (danno anche l’esempio di “Vetvendosja” in Kosovo) e chi chiede l’unificazione del opposizione contro l’autoritarismo crescente di Rama, la cattura delle istituzioni, e la creazione di monopoli tramite anche la collaborazione con il crimine organisato.

Personalmente, sulla base del contesto in cui viviamo dell’esperienza delle delusioni avuti con i due movimenti di pulizia sorti nei primi quattro anni, ribadisco la necessità di un’unione di opposizione delle partiti / bande del sistema per poter frenare la scivolata in una spirale discendente sempre più pericolosa sul piano della democrazia ma anche dell’economia. Agli argomenti che ho fornito otto anni fa a favore di questa opzione, voglio aggiungere alcuni paragoni che dimostrano che il pericolo Rama di oggi è ancora più grave del pericolo Berisha di otto anni fa, rendendo ancora più difficile la nascita di nuove forze di purificazione:

Otto anni fa Berisha non era l’unico al potere come Rama oggi, ma aveva anche LSI di Meta nella coalizione, il che rendeva il suo potere più debole rispetto a Rama oggi. Infatti è bastato un passaggio di Meta all’altra sponda e lui ha perso le sue possibilità di vittoria.

Anche i gruppi più potenti e influenti del paese, gli oligarchi, erano divisi; Berisha aveva i suoi, Meta aveva i suoi, ma anche Rama mantenneva legami forti con gli oligarchi che aveva sostenuto per più di un decennio come sindaco di Tirana. Oggi sono tutti controllati da Rama.

A quel tempo i media più importanti del paese, Top Channel e Klan, erano su due poli diversi, e oggi sono controllati tutte due da Rama insieme a quasi tutti gli altri.

La giustizia era nella maggior parte controllata da Berisha, ma al suo interno c’erano persone di Meta, anche persone del Partito Socialista, mentre oggi è quasi completamente controllata da Rama.

E vero che li uomini forti della criminalità organizzata erano più vicini alla maggioranza di quel tempo, ma la loro collaborazione con la maggioranza di questo secondo mandato, ha conosciuto un terribile salto di qualità nel catturare non solo lo stato, ma anche l’economia che, attraverso il riciclaggio di denaro sporco nella edilizia, sta conducendo il paese verso una bolla con conseguenze imprevedibili.

L’opposizione (PS) di allora era più forte di questa di oggi, aveva anche una buona parte del potere locale; mentre oggi abbiamo un opposizione più debole e il potere locale 100% nelle mani di Rama.

L’élite intellettuale albanese, la società civile, per quanto ne possiamo parlare, otto anni fa erano più indipendenti dalla maggioranza e più pluraliste di oggi.

Il popolo albanese oggi è più deluso dai politici di otto anni fa, più arreso. La fuga dal paese come via di salvezza, è molto più numerosa di otto anni fa, e questo è un fattore aggiunto alla sua debolezza reattiva.

Per questo ritengo che l’Albania di queste elezioni si trovi ad un punto più basso rispetto al 2013 di una spirale, che da tempo sta scendendo verso una fine pericolosa a causa dell’approfondimento del sistema oligarchico-criminale che abbiamo istituito, restringendo sempre di più le libertà politiche ed economiche e di conseguenza anche lo spazio per la nascita di nuovi movimenti anti-sistema.

A mio parere, il primo mandato di Rama-Meta (2013 – 2017) è servito a frenare in qualche modo questa discesa, che sarebbe stata ancora più veloce con un Berisha 3, e ha persino creato la possibilità della nascita di nuovi movimenti, ma con Rama 2 da solo al timone lo è terribilmente accelerato. La rotazione è necessaria per frenare la collisione con il fondo di questa spirale visto che per poter fare una possibile svolta prima è necessario frenare. Senza metafore, con questo intendo che un terzo mandato di Rama criminalizzerà ancora di più il suo partito/banda e più questo sarà criminalizzato più, per evitare di cadere dal potere, restringerà gli spazi di libertà e gonfierà la bolla dell’economia criminale che la mantiene al potere (Abyssus abyssum invocat).

Il poeta tedesco Hölderelin dice che “La dove c’è pericolo, là cresce ciò che salva”. Non so quanto valga questo per gli albanesi, che storicamente hanno cercato la salvezza individualmente e dagli stranieri, ma posso dire che permettere a Rama di aumentare ulteriormente il pericolo potrebbe portarci una salvezza indesiderata da tutti, quella attraverso la distruzione.

Fatos Lubonja , scrittore

per Progetto Radici

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