Quando il grande celebre cantore greco Omero scrisse la famosa poema Illiade, narrando i cinquantuno ultimi giorni dei dieci anni di guerra, non sapeva che tale scena sarebbe avvenuta centinaia secoli dopo, in altri scenari moderni. Il sipario della città di Troia oggi rappresenta l’intero nostro pianeta. L’ira di chi causa solo interminabili danni è l’uragano di odio che sfascia e distrugge senza pietà i popoli, privi da qualsiasi mezzo per difendersi o ripararsi dal male che il cielo “esalta”, illuminato dai razzi e bombe, all’ordine di chi fu e continua ad essere “battezzato” con lo scorrere dell’avidità ed il possesso.
Nessuno può affermare il contrario! L’ira di Achille ormai è estesa ovunque! Ai nostri tempi non servono dieci anni di combattimento, nemmeno migliaia di soldati, bastano poche ore e i missili trasformano le città di Ucraina, quelle di Palestina e altri paesi in macerie e cenere, sotterrando vivi cosi, chi non ha alcuna colpa: bambini, donne, e anziani.
Gli uomini non ci sono! Il campo di battaglia li richiama con lacrime negli occhi, perché, per quanto loro non piangono, di fronte ai adii dei loro figli, mogli, genitori, ai loro cari, oppure dell’innamorata, non riescono a evocare il loro forte e duro carattere. Ormai il Male, è la stessa fonte di: veleno, fuoco e la forza di dominio; ciò personifica Tetide, la madre di Achille.
Lei, ninfa marina immortale poteva trasformarsi in: serpente, fuoco e leone. Altre guerre silenziose dominano il nostro pianeta. Tutto ciò avviene in silenzio, con diplomazia, non c’è bisogno di alzare la voce, nemmeno insistere per avere un po’ di Pace cessando il coprifuoco.
Il Cavallo di Troia, purché invisibile, riesce comunque a ingannare chi si affida come consuetudine alle false promesse sui tavoli rotondi, tra sguardi feroci, ricchi vocaboli che determinano il povero destino di milioni di persone. Tutto ciò, non ha nulla a che vedere con il loro contumace altruismo. Il loro interesse va oltre quello dei popoli. La loro vulnerabilità è ciò li preoccupa in tutto e per tutto. I loro volti diventano rossi, stringono i pugni e i denti, non celando affatto la loro collera e sfortunatamente il dibattito continua per mesi e anni.
Tutti afferrano ciò non gli appartiene, eppure a chi dovrebbe essere padrone di ciò, non ha alcuna voce sul capitolo. Il popolo, spogliato da qualsiasi sovranità, è costretto ad essere doveroso alle condizioni e le conseguenze delle decisioni di chi governa la nostra Terra, tutta emersa nelle aversioni infernali, pure il tallone di Achile, perciò è rimasto così poco da scampare.