Da Artur Nura
Da giornalista che collabora da moltissimi anni con Radio Radicale, una emittente nazionale politica in Italia, coprendo la politica sui territori Albanesi dei Balcani e che, la geopolitica e’ sempre stata tema di miei dibattiti con gli ospiti negli studi televisivi in Albania, oggi vorrei condividere con il lettore di ‘Approccio Italo Albanese’ una mia opinione riguardo la presenza Italo-Europea e quella Turco-orientale nei Balcani ed in particolare in Albania.
Secondo me, le sempre più numerose iniziative turche nei Balcani si sono intensificate sopratutto in questi anni e sembra che seguano il rientro della Turchia nella regione Balcanica.
L’attivismo di Ankara in questi ultimi anni e’ coinciso con il centenario dell’uscita dell’Impero ottomano dalla penisola balcanica e particolarmente dai territori albanesi. Ma oggi, un secolo dopo la Turchia certamente ritorna nei Balcani diversamente e che pur avendo immensi problemi interni, non manca l’impegno nei confronti dei Balcani ed i territori albanesi.
La Turchia intanto ritorna come un paese di notevole peso internazionale, sostanzialmente moderno, con grandi potenzialità economiche e un importante dinamismo demografico e politico.
Dobbiamo ricordare che tutto questo, politicamente è iniziato con la storia del partito di Giustizia e Sviluppo (AKP) del attuale presidente della Turchia, Recep Taip Erdogan che ha segnato la costruzione di una nuova politica estera turca per i Balcani sin quando Erdogan era premier della Turchia.
Senza dubbio il vero protagonista di questa nuova politica Turca è stato l’ex ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu che ha più volte illustrato quello che vorrebbe essere il nuovo ruolo della Turchia nella regione, e soprattutto nelle zone in cui vivono maggioranze musulmani, particolarmente Albania, Kosovo, Bosnia e Macedonia.
dovutoglu-erdoganIn occasione delle sue visite nei Balcani, mentre era ministro, Davutoglu ha evocato con grande fierezza i momenti della comune storia e ha più volte ribadito che il destino dei Balcani e della Turchia è comune, non menzionando cosi per niente il formale destino politico comune, cioè quello europeo sia dei Paesi Balcanici che della Turchia!
L’obbiettivo della politica estera turca (era durante il periodo Davotouglu e lo e’ tutt’ora) è quella di fare dei Balcani insieme alla Turchia il centro della politica mondiale, come negli anni passati durante la storia gloriosa ottomana. Ed a questo scopo, la Turchia è intervenuta con una politica molto chiara, mettendo al centro delle relazioni con i paesi balcanici i legami economici, culturali e religiosi.
Dall’altra parte, i paesi dei Balcani sono alla ricerca di investimenti stranieri per accelerare la crescita economica e la Turchia sembra essere un partner idoneo e adeguato per ottenere il massimo vantaggio economico. Non bisogna dimenticare che i paesi balcanici guardano al Unione Europea e al modello culturale occidentale ma dobbiamo considerare che resta comunque il fatto che i Balcani occidentali, come anche l’Albania, il Kosovo in modo particolare, non sono nel mercato comune dell’Unione europea e la Turchia rimane un importante partner commerciale.
rama erdoganA questo punto, bisogna dire che le esportazioni turche verso la regione sono in aumento, con accordi di libero scambio sul posto tra la Turchia e i singoli paesi. La possibilità per le imprese dei Balcani di esportare in Turchia di recente sono in aumento.
Personalmente, non entrando nel merito della fotografia economica di questa politica turca nei Balcani e particolarmente nei territori Albanesi, che certo a Roma conoscono molto bene, da giornalista filo italiano e filo europeo, vorrei attirare l’attenzione dovuta del ministero degli esteri italiano per realizzare un intervento decisivo, almeno nella parte culturale e mediatica in Albania che a me sembra facilmente fattibile.
Vorrei aggiungere che dall’altro canto, la percezione delle attività turche nei Balcani, per una parte delle società e popoli, in particolare alla nostra Albanese, sembra diventare dominante e sta sostituendo anche l’influenza occidentale dell’Unione europea ed i singoli Paesi dell’Europa che nel caso Albania e’ stato e rimane per sempre Italia.
Soffermandosi sulla parte culturale e mediatica della faccenda a cui, nel mio piccolo e modesto mondo ho contribuito da molti anni e posso contribuire ancora di piu, vorrei affermare che anche se la dimensione economica di tali relazioni turco – albanese è elogiata, va detto comunque che la dimensione culturale attira critiche non solo da avversari tradizionali della Turchia in questi Paesi.
Vorrei ricordare che molte opera turche (telenovelle e non solo) stanno andando in onda in molte emittenti televisive dei paesi balcanici e particolarmente in Albania e Kosovo, mentre durante la dittatura comunista e fino agli anni 2000 erano soltanto telenovelle e prodotti televisivi italiani ed americani ma tradotte in lingua italiana che coprivano il vuoto culturale di allora. Bisogna anche aggiungere che tutto questa convivenza culturale con l’Italia e l’Europa era a costa zero per i governi relativi d’Italia ed d’Europa.
Attualmente la realtà culturale ed educativa Albanese e usufruisce di molte università e scuole finanziate dalla Turchia che sono state aperte in Albania, Kosovo, Bosnia-Erzegovina; corsi gratuiti di lingua turca in Albania; ristrutturazione di monumenti di epoca ottomana in Serbia, Albania, Kosovo, Macedonia e Bosnia-Erzegovina; insegnamento della storia del periodo ottomano nelle scuole in Albania e Kosovo; centri culturali in Romania, Albania, Kosovo, Bosnia-Erzegovina; sostegno alle minoranze turche in Bulgaria, Grecia, Kosovo, Bosnia-Erzegovina…
renzi-erdoganDa questo punto di vista culturale ed educativo dobbiamo chiederci che cosa sta faccenda l’Italia ed l’Europa nei confronti di questi Paesi? L’Albania e il Kosovo che sono sempre stati in mezzo tra dell’Oriente ed Occidente un ponte fra le due realtà antagoniste. In principio, da parte Italiana in particolare, e quella europea in generale, la presenza culturale non e’ dinamica con la stessa intensità ed in modo decisivo della stessa strategia!
Meglio dire che l’investimento culturale ed linguistico Italiano ed Europeo viene concentrata molto sulla élite, mentre la parte turca su tutta la popolazione oltre alla élite alla quale ha offerto studi e specializzazioni in Turchia e purtroppo sulle comunità specifiche religiose. In più, anche tramite i loro Imam e sovvenzioni finanziari su diverse Moschee della regione loro sono molto attivi da queste parti.
Certamente che c’è una performance eccellente sia dell’Ambasciata che dell’Istituto della Cultura Italiana, pero secondo la mia opinione sembra che la strategia seguita fin ora sia sbagliata. Intanto la élite ovunque rappresenta al massimo 5% della popolazione ed il resto della società non dovrebbe essere ignorato poiché e’ importantissima. Per di più quando c’è’ una distanza fra i due gruppi d’interessi come nel caso Albanese.
istituto-italiano-culturaPer esempio, in concreto dobbiamo ricordare che l’insegnamento della lingua italiana viene realizzato a pagamento dal istituto della Cultura Italiana (ICI) e non gratis come viene realizzato quello della lingua Turca. Si, lo so e mi informo continuamente che l’italiano si impara anche nelle scuole pubbliche, pero credo che non basta…! Dall’altro canto, questa istituzione (ICI) molto importante realizza diverse attività come mostre di artisti italiani della musica italiana classica e cinematografia quali vengono seguiti da persone qualificate e certamente i media danno poco spazio a queste attività…
Pero, a titolo personale, dico che invece la Turchia sta portando a tutta la società (in questo caso Albanese) il modo turco di vivere tramite le telenovelle e altri programmi culturali e religiosi presenti nella maggior parte dei canali televisivi dell’Albania ed il Kosova e non soltanto…
Io credo che bisogna accettare che l’Istituto di cultura Italiano realizza diversi eventi culturali in modo constante che pero secondo me, non bastano e che bisogna trovare il modo di arrivare alla maggior parte della società quale non e’ certamente l’élite, pero e’ importantissima per il futuro dell’Albania e della regione balcanica!
Sarebbe il caso di trovare il modo di portare in Albania in collaborazione con diversi canali TV locali (poiché dovrebbe avere un costo finanziario modesto) diversi film, e diversi programmi TV italiani della RAI e altro (anche degli anni scorsi) e trasmetterli nel piccolo schermo che è il media più seguito ed e’ di recente molto “bombardato” da Film artistici turchi!
Sono sicuro che l’Ambasciata ha fatto un lavoro eccellente e che l’Ambasciatore in prima persona e’ molto bravo e attivo, pero come telespettatore attento della fotografia geopolitica, almeno quella Albanese, da giornalista filo italiano e filo europeo, io non ho notato quello che vorrei notare!