Home Approccio Italo Albanese Non bisogna mai sottovalutare la violenza delle parole

Non bisogna mai sottovalutare la violenza delle parole

Da Sonla Allushi

Era Novembre e Trump aveva appena vinto le elezioni. Ero a Tirana per lavoro e mi capitò di parlare di questo fatto con un businessman albanese-americano che aveva votato lui.

Gli chiesi il perché. Mi rispose che era per ragioni economiche. Che la classe media, fondamentale per il benessere del Paese, aveva bisogno delle riforme che prometteva Trump ecc. Gli chiesi se aveva preso in considerazione l’odio razziale che lui alimentava e il fatto che aveva in programma una serie di restrizioni riguardo agli immigrati; se aveva preso in considerazione i suoi pregiudizi, il suo maschilismo, la sua superficialità, il suo essere così assurdo!

Essendo questo Signore un ex immigrato, questo voto mi indignava particolarmente. Mi disse che lui non era così, che tutto questo era solo roba da campagna elettorale per prendere una manciata di voti in più. Insomma era sicuro che Trump non avrebbe messo in atto nulla di tutto questo anche perché le sue aziende hanno sempre collaborato e assunto stranieri, immigrati, donne.

Controbattei col fatto che le parole sono comunque molto importanti e fomentare odio verso l’un l’altro avrebbe portato conseguenze gravi nella società americana e mondiale. Poiché si sa, da sempre, tutto il mondo ha subito l’effetto dominò partito dagli States, e in qualsiasi cosa. Insistette e mi fece un discorso apparentemente molto sensato fatto di studi sull’economia ed esperienza riguardo alla solidità dello stato e della società americana.

Ascoltandolo, ammetto, qualche dubbio che avesse qualche ragione, mi venne. E mi venne sopratutto perché non abito in America e avevo di fronte un Signore con il doppio dei miei anni che, del suo Pease, doveva saperne più di me. E sicuramente ne sa più di me, in merito a molte cose. Ma quello che, a quanto pare, so io più di lui è che non bisogna mai sottovalutare la violenza delle parole.

E che 200, o 300, o 400, ecc, (ammesso che si riesca ad avere) dollari in più a fine mese per una parte della società, non varranno mai quanto i diritti umani, la civiltà, la solidarietà e la pace. Quello che, a quanto pare, so io più di lui è che da che mondo è mondo, si costruisce molto lentamente e si distrugge molto velocemente.

Quello che so io, a quanto pare, più di lui, è che a volte non basta sapere, bisogna anche sentire ed io (ma non solo io) me lo sentivo che Trump è proprio esattamente come sembrava e diceva di essere…

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