Di Sonila Alushi
Sul banco degli accusati, immancabilmente dopo ogni attentato, oltre alla religione, la multiculturalità! Ed immancabilmente, da figlia di atei, con nonni musulmani, immigrata in Italia e sopratutto da essere umano dotata di sensibilità, mi sale la rabbia.
Mi sale la rabbia perché tutti (almeno tutti quelli che sono andati a scuola e che sanno leggere) dovremmo sapere che il terrore non è frutto della religione e della multiculturalità, ma figlio della storia e di quelle politiche di potenza che hanno distrutto il Medio Oriente.
Ma noi non ricordiamo più l’origine delle divisioni attuali che hanno generato tanta violenza perché non lo vogliamo fare! La storia è scomoda. Accusare il multiculturalismo, invece, è comodo perché così giustifichiamo e sfoghiamo le nostre frustrazioni, la nostra depressione, il nostro odio, la mancanza di coraggio, l’ignoranza.
Senza andare molto lontano, il secolo scorso, quando la parola multiculturalità nemmeno esisteva, ci sono state due guerre mondiali, diversi genocidi in Europa (alcuni non riconosciuti), almeno uno in Medio Oriente (gli armeni), in Africa, ecc.
Noi dobbiamo fare i conti con la nostra violenza, con la nostra insaziabile brama di potere ed avere, in modo serio ed onesto se vogliano trovare la pace.
La multiculturalità non c’entra nulla con tutta questa violenza e non è fallita. Non può essere fallito un processo incompiuto, un processo in continua evoluzione. Anzi, la multiculturalità è il nostro presente e la nostra evoluzione: è il futuro inevitabile e giusto di tutte le nostre società.
Non c’è alternativa ad essa e tentare di negarla o contrastarla, è controproducente e stupido.