di Tina Raucci*
Le “tax free zone” rappresentano una base di investimento sempre più ricercato dalle grandi imprese, intenzionate a produrre e scambiare beni e servizi in una data area geografica. Nelle aree tax free, dette anche “zone franche”, vengono predisposte misure di tassazione e fiscalizzazione favorevoli ed agevolate, tramite la definizione di apposite misure incentrate sulla riduzione dei costi.
Essa, a sua volta, incide su: oneri fiscali, dazi di riesportazione, contributi per i lavoratori assunti, titolarità piena della proprietà dell’impresa senza necessità o obblighi di affiliazioni locali. Se da un lato i soggetti investitori si prodigano ad una ricerca sempre più mirata delle zone franche, dall’altro è lo stesso Stato che mira ad attrarre investimenti e capitale dalle imprese straniere. Le agevolazioni ed esenzioni fiscali in questione possono avere una durata di tempo tanto illimitata quanto determinata.
La diffusione delle zone tax free ha avuto inizio negli anni ’90: solo nel 1996 l’OCSE (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha stimato la presenza di ben 500 zone franche d’esportazione distribuite in 70 paesi, inseriti in apposito elenco WEPZA (World Economic Processing Zones Association). In concomitanza con il progressivo sviluppo delle zone franche su scala internazionale, negli stessi anni la Repubblica della Moldova è tra le prime nazioni dell’ex Unione Sovietica ad aderire ad: OCSE, Consiglio d’Europa, Nazioni Unite e Fondo Monetario Internazionale. Il settore industriale concorre con quello agricolo a rappresentare circa il 40% del Prodotto Interno Lordo.
Mentre il settore agricolo è stato materia di riforme a partire dagli anni ’90, quello industriale è tuttora in via di espansione. Elementi di agevolazione sono sicuramente le nuove tecnologie, di cui gli stabilimenti si stanno progressivamente attrezzando, e lo sviluppo di conoscenze, tecniche e competenze da parte di giovani e manodopera. La stessa competitività economico-industriale è in ascesa. La spinta sull’acceleratore viene sicuramente fornita dalle imprese straniere che decidono di investire nel territorio e insediare lì i propri stabilimenti. Il settore maggiormente interessato riguarda la produzione di impianti elettronici, macchinari di fabbrica ed apparecchiature radiotelevisive, dal momento che è possibile usufruire della manodopera e delle risorse metalliche territoriali. Al Governo spetta, sicuramente, il merito di aver messo in campo una strategia giuridico-economica attrattiva per lo sviluppo industriale e l’aumento di investimenti.
Di recente emanazione è la “Legge sugli investimenti in attività imprenditoriale”, che proibisce la discriminazione basata su cittadinanza, domicilio, residenza, luogo di registrazione, luogo di attività, investimenti dello stato di origine o di qualsiasi altro motivo. Si prevede, anzi, assoluta equità di condizioni per tutti gli investitori. Attualmente la Moldova non rientra tra gli Stati membri dell’Unione Europea, nonostante le prospettive di integrazione siano ampiamente favorevoli sul piano giuridico, economico e politico. Basti pensare che, nello scorso decennio, è stato stipulato e approvato il trattato della non doppia imposizione.
Di conseguenza, supponendo l’acquisto di un bene in Italia da parte di un soggetto avente cittadinanza moldava o, viceversa, di un bene in Moldova da parte di un soggetto avente cittadinanza italiana, al momento del trasferimento del bene in questione non dovrà esser versata l’IVA nello Stato di arrivo, se risulta già pagata nello Stato in cui l’acquisto è stato effettuato. Ne deriva un sistema tax free di scambio dei prodotti tra i due Paesi. La Moldova è firmataria dell’accordo sul libero scambio (FTA), con i Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), e dell’accordo sul libero scambio centro-europeo (CEFTA).
Gli accordi in questione regolano un regime fiscale di agevolazione per i trasporti e gli scambi commerciali tra la Moldova e gli altri Stati firmatari: si applicano in misura predeterminata tariffe preferenziali sui prodotti oggetto di importazione, sulla base del Paese di provenienza, previo controllo doganale. Sul piano dell’esportazione è stato firmato l’accordo omnicomprensivo di libero scambio con l’UE (DCFTA) che favorisce l’accesso a beni e servizi moldavi di oltre 500 milioni di consumatori ed utenti dagli Stati UE.
Sicuramente il prodotto più esportato è il tabacco, raccolto e lavorato presso gli stabilimenti locali, destinato successivamente alla composizione dei prodotti da fumo, quali sigari e sigarette. In un’ambiziosa prospettiva di investimenti, misura strategica per l’import-export, risulta essere, inoltre, la legge sugli investimenti esteri: non sono soggetti al pagamento dei dazi doganali le materie prime e i prodotti semi-lavorati importati, allo scopo di esser lavorati e destinati successivamente a riesportazione.
Ciò si rivela particolarmente utile in vista della stessa lavorazione del legno e prodotti da esso derivanti, trattandosi del settore industriale maggiormente remunerativo. Resta invariato il pagamento della tariffa per le procedure doganali in misura dello 0,25%. In fase sperimentale, ma destinato al successo, risulta essere il progetto giuridico-economico del cd. “Corridoio Verde”: le imprese straniere, previa registrazione presso gli appositi uffici doganali, hanno accesso ad un transito preferenziale per i propri prodotti da commercializzare in Moldova. Nell’ottica di crescita economica che interessa la Moldova dal 2000, non costituisce ostacolo o limitazione il regime monetario vigente.
La moneta nazionale è il Leu Moldavo (nel rapporto di conversione applicabile, ad 1 euro corrispondono 20,422 MDL). Ancora una volta, sulla base degli accordi stipulati e delle convenzioni ratificate, da rilevare positivamente è la forte vocazione europeista della Moldova, lasciando solo alla storia passata la soggezione al regime URSS. Al contrario, la pagina bianca della storia futura ha tutte le premesse e carte in regola per colorarsi di blu e adornarsi di stelle gialle.
*Analista politico e pubblicista, collabora con Domenico Letizia e Giuseppe Ferraro nella promozione dei rapporti di amicizia tra Italia e Moldova, membro dell’Associazione Amici dell’Azerbaigian Centro Sud Italia