“Il sole è per me ispirazione e senza di lui non riuscirei a svolgere la mia passione, dipingere”. Inizia così l’intervista a Bashkim Duma, artista albanese, classe 1948, arrivato in Italia nel 2000, momento nel quale ha realizzato uno dei suoi sogni: vivere a Roma.
Bashkim ha iniziato a dipingere quando aveva soltanto tre anni e dopo che la sua professoressa ha riconosciuto la sua bravura con un bacio sulla guancia, non si è più fermato. All’età di vent’anni, infatti, ha preso il Diploma al Liceo Artistico nella sua città, Tirana, ed è stato nominato il miglior studente di quell’anno accademico. Motivo per il quale ha vinto automaticamente una borsa di studio presso l’Istituto delle Belle Arti della sua città, “poi, invece, ho deciso di frequentare la Facoltà di Architettura in Albania e, anche se l’ho dovuta abbandonare dopo due anni, era un percorso che mi affascinava. Infatti a sedici anni ho costruito la casa dei miei genitori”, spiega entusiasta.
Appassionato di autori come Rubens e Dalì e amante dell’arte classica, romana e greca, Bashkim ha sempre avuto un sogno nel cassetto; lavorare come artista a Roma e vivere d’arte.
“Sono riuscito ad ottenere un visto turistico e pochi mesi dopo ho iniziato a lavorare come muratore. I primi tempi sono stati molto difficili per me. L’Albania mi mancava molto e, non avendo ancora il permesso di soggiorno, non potevo tornare a trovare la mia famiglia. Piano piano ho iniziato a costruire la mia vita qui e nel 2001 ho fatto il ricongiungimento familiare con mia moglie e le mie due figlie,” racconta.
Nonostante il duro lavoro come muratore, la passione per la pittura l’ha sempre coltivata fino al punto di far diventare il suo terrazzo una piccola bottega dove, soltanto nelle giornate belle, ama dipingere. ”I miei quadri rappresentano ritratti di eroi albanesi, come madre Teresa di Calcutta, o italiani, come Garibaldi, o figure del mondo dello spettacolo, come Vittorio Sgarbi o Maria di Filippi, ma anche nudi legati alla mitologia albanese o figure surrealiste del mio patriottismo,” spiega Bashkim.
L’artista ha vissuto, quindi, di arte e di edilizia fino agli anni novanta, momento nel quale sono nate le sue due figlie: Fioralba e Artemisa. La più grande presidente di Foleja, associazione di promozione culturale e sociale della comunità albanese a Roma e ha fra gli obiettivi creare dialogo e partecipazione tra le due culture, quella albanese e quella italiana.
L’associazione è nata da un’idea e da un sogno di Fioralba per dare voce agli albanesi che si trovano in Italia e cercare di renderli protagonisti del raccontarsi e del confrontarsi attraverso azioni della vita quotidiana come i vestiti, la cucina o i dipinti. “L’obiettivo di “FolEja“, “nido” in albanese, ” spiega Fioralba “è non solo creare un luogo dove riunirci e incontrarci tra noi, con gli italiani e con le altre comunità, ma anche avere un’occasione di crescita per aprirci e conoscere altre realtà. A ventisei anni esatti di immigrazione albanese in Italia c’è bisogno, ancor di più,di un’integrazione che passi dal coinvolgimento dei singoli e dalla loro partecipazione attiva in una comunità, la parte più difficile ma anche quella più bella. Infatti, spesso,” continua Fioralba, “la comunità albanese, ha un’integrazione particolare perché non partecipa attivamente alle iniziative o alle problematiche che coinvolgono i migranti. Riuscire a creare quest’associazione per me è stato molto importante e portarla avanti ogni giorno è una sfida che va affrontata con il massimo impegno, lo stesso con cui mio padre, ha affrontato le sfide a cui la vita lo ha sottoposto”./Cristina Diaz/piuculture.it