Da Exit.al
“I problemi reali sono la poverta’, la disoccupazione, l’ingiustizia, e la diseguaglianza. Questi sono i problemi alla base che dobbiamo correggere, e dopo parallelamente anche la cannabis.”
Questo ha dichiarato il Ministro Tahiri a Top Story poche sere fa’.
Anche se la formulazione sembra ancora inesatta e incompleta (infatti vorremmo aggiungere tra i problemi di base dell’Albania l’ignoranza e l’insicurezza, e levare la poverta’, che e’ un fatto relativo ma soprattutto ci appare oggi piu’ come conseguenza degli altri problemi che come causa degli stessi), ci sembra che il Ministro Tahiri, per la prima volta dopo tanto tempo, sia tornato a tentare un ragionamento politico e si sia ricordato, forse confusamente, di qualche concetto probabilmente appreso meccanicamente in qualche seminario. Ci piace seguirlo su questo piano, nella considerazione che la politica dovrebbe occuparsi di piu’ di questo approccio, e spendere piu’ tempo nella discussione e nell’azione finalizzata a ridurre gli effetti di questi problemi.
I problemi reali (cioe’ i doveri della politica e di un governo di un paese normale) sono appunto l’ignoranza, l’insicurezza, la disoccupazione, l’ingiustizia e la diseguaglianza.
E su questi problemi vorremmo che i politici albanesi formulassero i loro programmi, le loro proposte, le loro leggi: e che su questi problemi venissero giudicati dai cittadini e votati o meno dagli elettori.
E proprio a Tahiri, Ministro dell’Interno, spetterebbe il dovere di rispondere per primo su che cosa ha fatto in questi anni il governo per ridurre l’insicurezza dei cittadini. A noi sembra chepiu’ che altro abbia lavorato per convincere tutti che la “sua” Polizia era brava e capace, soprattutto cercando di nascondere le realta’ negative, come nel caso dei rifugiati in Germania o in quello della cannabis. Comunicati stampa di salvataggi di gattini per distrarre la gente dalle rapine all’aeroporto, questa e’ la realta’.
Per gli altri grandi problemi ledomande, e ahime’ le risposte, non sono molto diverse.
Cosa ha fatto il governo per ridurre l’ignoranza dei cittadini, ignoranza che in questo paese scatena richieste assurde, comportamenti dannosi, danni sociali gravissimi a se a agli altri? A noi sembra chepiu’ che altro, ancora una volta, il governo si sia dedicato a nascondere e mistificare la realta’, proseguendo di fatto nella sciagurata politica di dare un “karton” (proprio di cartone) a tutti coloro che hanno soldi solo per far arricchire qualche business, invece di qualificare il sistema dell’istruzione pubblica, rendendolo piu’ selettivo e piu’ formativo. E anziche’ promuovere istruzione e cultura, questo governo si e’ concentrato su eventi “birra e salsicce” e su manifestazioni pseudo culturali come le installazioni della cosiddetta arte moderna.
Che dire poi della disoccupazione, lottata esclusivamente con l’emersione di lavori che avvenivano in nero, cosa lodevole ai fini assicurativi e fiscali, spacciandola per nuova occupazione. Per lottare la disoccupazione serve una vera lotta all’ignoranza, un vero programma per la sicurezza (anche fiscale) dei cittadini e degli investitori e un piano di sfruttamento ragionato e intelligente delle risorse e delle opportunita’ che la natura del paese offre. E invece queste risorse abbiamo continuato a saccheggiarle a mano bassa, mentre le opportunita’ le abbiamo sacrificate agli interessi di pochi conosciuti predoni, dichiarandoli pero’ “investitori strategici”.
E questo apre il temadelladiseguaglianza, che nell’ideologia di Tahiri e dei suoi colleghi di governo dovrebbe essere quella della ricchezza uguale per tutti, mentre nella nostra filosofia e’ solo quella delle opportunita’ uguali per tutti. Ma anche con l’approccio “sinistro” di Tahiri, non si trova corrispondenza alcuna nell’operato del governo, che finora ha penalizzato i poveri e premiato pochissimi ricchi, cioe’ gli unici beneficiari della maggior parte dei provvedimenti economici e fiscali. Se poi usiamo il concetto di disuguaglianza delle opportunita’ offerte ai propri cittadini, questo governo ha offerto opportunita’ soprattutto alle proprie amanti e ai propri amichetti, invitando i giovani poveri solo a lavorare di notte in discarica, magari per pagare il costo di una improbabile istruzione in una universita’ privata a causa dell’artificiale esaurimento delle quote in quelle pubbliche.
Per finire ci tocca il tema dell’ingiustizia, al quale le milizie del governo oppongono a gran voce l’approvazione di unariforma della giustizia ancora tutta da provare (e in parte anche da approvare).
Ma l’ingiustizia non e’ solo quella generata dall’incapacita’ o dalla corruzione del sistema giudiziario, l’ingiustizia per il popolo e’ anche l’arresto di un barbiere per uno scontrino fiscale mentre i grandi petrolieri lasciano debiti allo stato, e’ l’arresto di un contadino che ha costruito una stanza in piu’ mentre i grandi costruttori amici del governo prendono licenze per costruire enormi palazzi nelle aiuole dei parchi, e’ lo sconcerto dei genitori che vedono il proprio figlio non riuscire ad accedere all’universita’ pubblica nonostante una buona media, e’ la rabbia di una madre che vede i suoi figli crescere seguendo il modello dei “forti” e delle “pupe”.
Apparire (invece di essere) e’ stato l’approccio; fumo, invece di arrosto, e’ stato il risultato. Ma e’ il fumo di un incendio che brucia speranze e generazioni, che sta bruciando il paese da 25 anni, e non accenna a smettere