Il 40% delle famiglie albanesi detiene illegalmente un’arma da fuoco. Queste ultime hanno ucciso negli ultimi due decenni almeno 10.000 persone. Ora il ministero degli Interni offre una nuova amnistia.
(Pubblicato originariamente da Courrier des Balkans il 14 dicembre 2016)
Le elezioni legislative del giugno 2017 si profilano all’orizzonte in Albania e la compagine di governo sembra volersi mostrare benevola nei confronti dei cittadini albanesi: agli inizi di dicembre il ministero degli Interni ha fornito dettagli in merito all’amnistia che viene fatta ogni inizio anno e che quest’anno pare particolarmente generosa: dovrebbe alleggerire un po’ i penitenziari del paese permettendo a circa mille detenuti, attraverso alleggerimenti della pena, di ritornare a casa. Dell’amnistia non potranno godere chi si è reso colpevole di crimini violenti ma solo di furto, guida in stato d’ebrezza, abusivismo edilizio e via dicendo.
La scorsa settimana il ministro degli Interni Samir Tahiri ha svelato sulla sua pagina Facebook un altro progetto d’amnistia, molto ambizioso. Nel quadro di un programma titolato “L’Albania senza armi” il governo vuole concedere 4 mesi ai cittadini che ne detengono illegalmente per consegnarle, senza rischiare alcun processo né sanzione.
Solo un mese prima però, lo stesso ministro, si era mostrato particolarmente intransigente sulla questione assicurando che “la polizia si recherà in ciascuna città, in ciascun villaggio e ciascuna casa per sequestrare le armi presenti”. La detenzione illegale di armi da fuoco è passibile di 15 anni di detenzione.
Con l’affondamento delle piramidi finanziarie nel 1997 e la perdita dei loro risparmi, migliaia di cittadini albanesi si recarono ai depositi dell’esercito causando la diffusione in tutto il paese di un’enorme quantità di armi leggere.
In passato le forti pressioni dell’Unione europea e delle Nazioni unite ne hanno già permesso la raccolta di più di 20.000. Ciononostante secondo un rapporto reso pubblico dal governo, il 40% delle famiglie albanesi deterrebbe illegalmente un’arma da fuoco.
Nel suo messaggio su Facebook il ministro Tahiri ha sottolineato le 10.000 persone vittime di arma da fuoco in Albania negli ultimi due decenni. Con quest’iniziativa il governo spera di superare questa pagina nera della storia albanese.