Sono una coppia diversa dagli altri. Hanno rinunciato al sogno di sposarsi per viaggiare. Non si definiscono turisti ma viaggiatori e sono in grado di essere felici anche con pochi soldi e nessun lusso.
Il viaggio dell’albanese Sonila Qesaraku con il suo fidanzato italiano Fabio Ive è molto semplice. Sono alla ricerca di storie, culture, tradizioni, discipline energetiche e spirituali, luoghi, religioni, storie di vita delle persone incontrate.
Attualmente stanno viaggiando da più di 7 mesi. Hanno visitato 7 Paesi del Sud-Est Asiatico: Thailandia, Indonesia, Singapore, Malesia, Laos, Cambogia e Vietnam.
Hanno un blog/pagina su Facebook chiamato “Travelling with Sonila” (a questo indirizzo fb, https://www.facebook.com/Travelling-with-Sonila-Blog-Udh%C3%ABtimesh-1571237623168398/ ) nel quale riflettono su tutte le loro esperienze di viaggio. Ogni foto si accompagna a una descrizione in tre lingue, cioè albanese, italiano ed inglese. Il blog è seguito da molti albanesi, italiani e stranieri di tutto il mondo.
Sonila è la migliore “ambasciatrice” albanese nei Paesi asiatici, là dove pochissime persone sanno che nella mappa del mondo esiste un piccolo Paese che si chiama Albania, ma che ha grandi valori culturali, storici, umani e rare bellezze naturali. La bandiera albanese li accompagna in ogni Paese del mondo dove vanno. Lo scopo è semplice: farla sventolare dove, forse, nessun albanese è mai arrivato prima. L’idea è stata inizialmente di Sonila, ma ovviamente fortemente sostenuta anche da Fabio.
D.: Com’è un viaggio per voi? Perché viaggiatori e non turisti?
R.: Noi viaggiamo tra le persone locali con lo zaino in spalla, muovendoci con i mezzi pubblici, dormendo in ostelli economici, camminando molto a piedi e facendo la maggior parte delle cose da soli senza utilizzare agenzie di viaggio.Viaggiare per noi significa anche fare attività umanitarie e di volontariato.
In Malesia, in un tempio induista, abbiamo aiutato a cucinare e servire il cibo sia ai credenti che ai meno abbienti.
In Cambogia abbiamo insegnato inglese ai bambini di una scuola rurale che hanno difficoltà economiche.
In Vietnam abbiamo visitato e contribuito portando dei beni alimentari di prima necessità e dando un aiuto economico ad un orfanotrofio.
Viaggiare per noi è anche vivere un esperienza come quella di una seduta di yoga e meditazione. O quella di stare tanti giorni in mezzo alla natura, senza caffè, alcool, mangiando solo cibo vegetariano. L’idea è di staccare dalla quotidianità e, per qualche tempo, stare in silenzio e concentrarsi solo su se stessi.
D.: Perché proprio questa forma di viaggio? Non vorreste anche voi fare delle vacanze come tanti pensano, viaggiare in aereo, dormire in alberghi a 7 stelle, muoversi con auto di lusso?
R.: No. Noi non vogliamo fare le vacanze in alberghi di lusso. Non che giudichiamo chi li fa, ma abbiamo scelto di farne un altro tipo. Ci piace viaggiare semplicemente e lentamente tra i locali. Solo così possiamo conoscere meglio le storie, culture e tradizioni dei posti che visitiamo. Durante il viaggio abbiamo incontrato alcuni occidentali in vacanza per 2-3 settimane, che, stando solo in resort di lusso, non avevano quasi mai parlato con la gente del posto, ma solo con altri turisti e di conseguenza non sapevano molto del Paese che visitavano. Questo è davvero un peccato, sempre dal nostro punto di vista. Viaggiare non significa solo andare in una bella spiaggia, mangiare del buon cibo o fare un trattamento SPA. Naturalmente anche questi servono, anche noi li abbiamo fatti, ma sono solo una piccola parte del nostro viaggio.
D.: Perché questa scelta?
R.: Abbiamo fatto questa scelta perché volevamo essere liberi di decidere ogni giorno senza pianificare a lungo termine, di uscire fuori dal sistema e dalla società, di capire se la vita che facevamo era veramente la vita che volevamo. Volevamo avere la possibilità di fare un viaggio intorno al mondo così come un viaggio interiore. Volevamo fare diverse esperienze in diversi Paesi.
D.: Qual è il posto più bello che avete visitato?
R.: È una domanda che ci fanno molte persone. E’ molto difficile stabilire quale sia il Paese migliore, perché ogni Paese è stato molto bello per noi e ci ha dato qualcosa. La Thailandia è stato il primo Paese visitato, ci ha impressionato per i sorrisi delle persone, non per niente viene chiamata anche il Paese dei sorrisi. Lì abbiamo visto mare e spiagge bellissime e i tramonti più belli. In Indonesia abbiamo visto rare meraviglie naturali come il vulcano Bromo e la fiamma blu. Singapore, chiamata anche la Svizzera dell’Asia, è una città-Stato moderna, con edifici alti in armonia l’uno con l’altro. La notte, con l’accensione di luci colorate, è stupenda. Lì abbiamo visto il più bello spettacolo di luci ed acqua. La Malesia ci è piaciuta e ci ha sorpreso molto. Un Paese multiculturale, dove, oltre le diverse culture e religioni, convivono benissimo il moderno, lo storico e la natura. Le persone sono molto socievoli, aperte mentalmente e parlano un ottimo l’inglese.
…“Laos e Cambogia sono i due Paesi più autentici ed originali nel quale il tempo, a volte, sembra si sia fermato. Il Vietnam con le sue bellezza naturali, unito all’accoglienza meravigliosa del suo popolo, ne fa un Paese molto bello ed affascinante. “…
D.: Cosa vuol dire quest’esperienza per voi? Che cosa avete imparato da questi viaggi? Si dice che il viaggiare intorno al mondo è come aver completato l’Università. E’ vera questa cosa?
R.: Sì. Quest’esperienza ci ha insegnato molte cose, sia a livello individuale che di coppia. In primo luogo, nel corso di questi mesi siamo stati 24 ore sempre insieme. In precedenza, il tempo passato insieme era limitato, in quanto ognuno aveva il proprio lavoro. Oggi viviamo la nostra relazione con una maggiore intensità e se non abbiamo avuto problemi e litigi vuol dire che il nostro rapporto ha una base molto forte. Abbiamo capito molte cose di noi. Durante i viaggi, abbiamo visto la reazione l’una dell’altro in situazioni a volte difficili, cose che nella vita normale non avremmo potuto vedere. Abbiamo imparato che nulla è impossibile nella vita, non c’è limite di età per essere felici, che la casa non è dove sei nato ma dove ti senti meglio, ovviamente senza mai dimenticare le proprie radici e di essere grati per quello che abbiamo. Ci ha fatto capire che questo viaggio è stato il nostro più grande investimento e non lo rimpiangiamo mai. Abbiamo capito che la chiave della felicità è l’amore per noi stessi, per l’altro, per tutti gli esseri umani e per la natura.
D.: Avete viaggiato molto, e credo durante il viaggio avete incontrato anche delle difficoltà. Quale di loro non vorreste che si ripetesse, o che non vi è stato facile adattarvi?
R.: Non abbiamo avuto grandi difficoltà che non si possono affrontare. Possiamo dire che durante il viaggio nel Sud-Est Asiatico, essendo noi vegetariani, abbiamo avuto qualche difficoltà col cibo (i cibi più consumati in questi Paesi sono proprio quelli che noi non mangiamo, cioè carne, pesce e uova). Questo non nelle grandi città, ma in alcuni villaggi dove a volte abbiamo mangiato per diversi giorni, a pranzo e a cena, sempre e solo un po’ di riso bianco con verdure saltate. A volte qualche piccola difficoltà linguistica nei Paesi dove le persone non parlavano inglese. A volte qualche piccola difficoltà culturale soprattutto all’inizio del nostro viaggio, ad esempio come la maniera di salutare che in alcuni di questi Paesi è molto diversa dalla nostra. Abbiamo imparato che con alcune persone di religione buddista ed induista non ci si dà la mano come da noi, ma si saluta a distanza con le mani unite davanti al petto piegandosi leggermente. Mentre con persone di religione musulmana non si dà la mano alle persone di sesso opposto. Una delle cose a cui non ci siamo ancora abituati dopo quasi 8 mesi di Asia è farsi la doccia con l’acqua fredda.
D.: Che tipo di messaggio puoi dare alle persone, perché devono viaggiare?
R.: Il viaggio non è solo visitare luoghi nuovi, ma anche un viaggio interiore. Capisci molte cose di te che forse non avresti modo di scoprire se non viaggiassi. Conosci tante persone, culture e tradizioni. Viaggiare non vuol dire spendere tanti soldi, si può viaggiare con poco, almeno nel Sud Est Asiatico. Più viaggi, meglio ti senti fisicamente, più ti arricchisci mentalmente e spiritualmente.
Dal seguente link, http://shqiptarja.com/news.php?id_legami=225133, è presa la versione integrale in albanese dell’intervista. Nell’articolo, anche alcune delle foto scattate da Sonila e Fabio./lavocedellaquila.com