Di Exit.al
Il 13 aprile, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha bocciato il secondo elenco presentato dal Governo albanese contenente i nomi dei tre candidati a ricoprire il posto di giudice presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.
I tre nomi proposti dal Governo, che sono Sokol Berberi, Aurela Anastasi e Alexander Muskaj, sono stati bocciati perché l’Assemblea li ha considerati non qualificati.
I tre candidati avevano passato la prima fase del processo nel mese di marzo.
L’Assemblea del Consiglio d’Europa ha chiesto al Governo albanese di presentare una nuova lista di candidati.
Il rifiuto in blocco della lista è un evento raro nell’esperienza della Corte. Oltre l’Albania, il Consiglio d’Europa ha rifiutato quest’anno due volte anche la lista dell’Azerbaijan per l’elezione del giudice che sostituirà l’attuale giudice azero. In precedenza, nel corso dell’ultimo decennio, sono state rifiutate, per una sola volta, anche le liste della Slovenia, della Turchia e della Bulgaria.
Questa è la seconda volta che i nomi proposti dal Governo Rama non vengono accettati dall’Assemblea del Consiglio d’Europa. Questo rifiuto dimostra quanto sono incompetenti il Governo e il Parlamento nel fare, nel Paese, il vetting dei giudici.
La prima volta, nel settembre 2016, il Governo albanese aveva proposto Genti Ibrahimi, Sokol Berberi e Ina Rama come candidati per sostituire il giudice attuale, Ledi Bianku. Il mandato di 9 anni di Bianku è terminato ufficialmente nel marzo 2017.
L’aspetto grottesco e’ che questi candidati sono stati scelti dallo stesso parlamento che dovrebbe mettere in atto il vetting ai giudici previsto dalla riforma della giustizia.