Artur Nura – Un caro saluto agli ascoltatori di radio radicale a cui propongo per la rubrica Albania Italianofona un’intervista con Proff. Matteo Mandalà che è un arberesh cittadino italiano e anche sicuramente un cittadino albanese. Grazie di aver accettato in questa intervista.
Matteo Mandala’ – Grazie per l’invito che ho accolto con grande partecipazione perché effettivamente io rappresento, anzi incarno la condizione dell’italo-albanesità se si può dire in questo modo perché faccio parte di questa duplice identità essendo nato in Italia sono italiano e mi sento anche albanese essendo nato in una comunità Albanofona nonché antico insediamento in Sicilia di Arberesh.
Artur Nura – Sei un uomo di spicco che rappresenti la comunità Arberesh in Italia. Due parole per la storia degli Arberesh che sicuramente non tutti gli italiani conoscono.
Matteo Mandala’ – Sì è una storia un po’ complicata che però ci riconduce in un altro tipo di Europa quella del Medioevo quando l’Europa non si trova nel nord del continente più vecchio del mondo ma nella parte più meridionale cioè nel Mediterraneo.
Attraverso il Mediterraneo i popoli si incontravano e tra questi popoli vi fu anche una parte del popolo albanese che dopo un lungo cammino percorso nel territorio balcanico raggiungendo le coste più meridionale dei Balcani dalla Grecia emigro in direzione dell’Italia meridionale e questo anche al seguito delle invasioni ottomana dei Balcani. Queste comunità si sono formate in sette regioni dell’Italia meridionale e le più popolose risultano la Calabria in primo luogo e poi la Sicilia.
Artur Nura – Ma come mai ha potuto conservare da tradizioni della lingua che è una cosa un ricchezza che non è che si parla tanto ma che bisogna parlare in modo massiccio perché è una realtà molto ricca di cultura e di storia di esperienze credo.
Matteo Mandala’ – Per molti è stato un mistero riuscire a capire che cosa sia accaduto addirittura per Paolo Pasolini confessava un nostro Papas sacerdote del rito bizantino che si trattava di un miracolo antropologico. Poiché noi ci occupiamo non di dogmi ma di scienza ci siamo posti la domanda e la ringrazio per averla fatta anche a me perché mi dà la possibilità di offrire alcune risposte una di queste è stato il fatto che gli arberesh erano riusciti ad inventare persa è un’identità plurale un’identità liquida si direbbe oggi con un linguaggio di Bauman. Cioe un’identità capace di assorbire il meglio delle altre culture ma di mantenere anche la propria storia la propria cultura le proprie tradizioni la lingua albanese che parliamo le nostre case è una lingua che è stata trasmessa secondo logiche di analfabetismo puro nel senso che si è affidato esclusivamente allora oralità.
Sino a quando a partire dai primi del Verso la fine del Cinquecento alcuni nostri sacerdoti non hanno iniziato anche a scriverla producendo una letteratura che è diventata una parte importante decisiva della letteratura albanese.
E questo è stato il vero miracolo compiuto dagli arbëreshë non soltanto mantenere e conservare la propria identità ma anche produrre identità per gli altri al servizio degli altri.
Oggi le nostre comunità sono così importanti che riescono anche a garantire una pacifica convivenza con le nuove identità che si stanno formando nella nostra Italia e nella nostra Europa. Nel mio paese ad esempio ci sono centinaia di nuovi arrivi di ragazzi di colore che provengono dall’Africa settentrionale i quali appunto convivono non soltanto pacificamente ma in piena integrazione.
Artur Nura – Vorrei fare una domanda che secondo me ha a che fare con la realtà italo-albanese in più con la realtà storica albanese possiamo dire che comunità albanesi vivono da secoli anche in Grecia e non hanno potuto conservare la lingua, non hanno potuto conservare per tradizione secondo lei, perché mai in Italia e possibile conservarsi per tradizione tua familiare culturale di una nazione invece in Grecia non è questa possibilità
Matteo Mandala’ – Ci sono ragioni storiche e culturali anche politiche che spiegano questo differente trattamento che gli albanesi hanno subito in Grecia in Italia non soltanto in questi due Paesi. In Italia gli arberesh hanno culturale dinamica una realtà culturale attraversata anche da gravi difficoltà soprattutto dopo l’avvento delle riforme poi della cosiddetta controriforma trovando spazio anche per una loro tutela Il dibattito per esempio sul rito Greco e sui visti che questo questa professione religiosa poteva suscitare nelle autorità cattoliche comporto alcune censure ma mai limitazioni del tipo che invece hanno subito le comunità Arvanite in Grecia.
Mentre in Grecia purtroppo si sono miscelate alcune forzature di carattere nazionalistico soprattutto dopo il raggiungimento dell’ indipendenza della Grecia nei primi dell’Ottocento che ha comportato anche misure restrittive nei riguardi di alcune popolazioni non Grecophone tra i quali quello albanese che era maggioritaria in Grecia voglio ricordare che la stessa rivoluzione greca che è stata Iniziata e compiuta da popolazioni di lingua e cultura albanese.
Ora la questione oggi diventa alquanto grave perché mentre l’Italia si è fatta promotrice e anche recepito le direttive europee che prevedono una tutela esplicita chi ne fa richiesta delle lingue cosiddette minoritarie in Grecia questo diciamo recepimento della normativa europea non è stata non è stata effettuata con grave nocumento per una parte importante degli Albanofoni di Grecia appunto gli arvaniti che rischiano di essere sradicati.
Ancora oggi esistono folte numerose Comunità Albanofone in Grecia e noi ci auguriamo vengano preservate dallo stesso Governo greco perché costituiscono una ricchezza nazionale di cui loro dovrebbero essere orgogliosi. La differenza è un arricchimento non è una un indebolimento dell’unità dello Stato. Perché se la diversità viene raccolta valorizzata e propugnata arricchisce gli animi. Quando si è troppo uguali si diventa inutili.
Artur Nura – Intanto parlando della realtà italo- l’albanese come la vede lei diciamo le relazioni fra Italia ed Albania. Se facciamo una retrospettiva anni novanta in cui tanti albanesi venivano da voi e ora che sono tanti italiani che vengono da queste parti di investire ci sono miste famiglie tanti italiani sono sposati con delle ragazze albanesi e anche per i ragazzi italiani con delle donne albanesi.
Matteo Mandala’ – Ma si direbbe alla luce di quello che sta accadendo nell’ultimo decennio che si tratta di nemesi storica nel senso che io ricordo perfettamente l’atteggiamento pregiudizievole che agli italiani o alcune parti italiani e alcune formazioni politiche italiane hanno assunto nei riguardi di questi intrusi di albanesi che arrivavano a migliaia sulle coste adriatiche dell’Italia.
E devo riconoscere che si è trattato di un abbaglio micidiale di un abbaglio che soltanto oggi stiamo correggendo man mano sto parlando più da italiano ma non posso nemmeno dimenticare quando avendo vinto un concorso in una università del nord Italia e non lo dico per rispetto dei miei colleghi non appena il Preside della Facoltà mi presentò al Consiglio di Facoltà disse che io ero non solo lo studioso di Albanese ma che ero anche di origine albanese qualcuno alle mie spalle disse e adesso arrivano anche qui gli albanesi con una alto con un tono con un tono nonché era misto di pregiudizio e anche di razzismo la cosa mi ferì se non che nel corso di alcuni mesi di incontri contatti con questi miei colleghi che da dietro parlavano di me senza sapere che ero io l’interessato quando io dissi di essere stato io l’albanese sì sono sbalorditi perché hanno scoperto che gli albanesi vivevano tra gli italiani molto tempo prima che arrivassero i miei connazionale nel mille novecentonovanta.
Credo che sia appunto accaduto quello che dicevo pocanzi quando si è nel pieno della differenza e si ama alla differenza quando l’uno conosce l’altro non è più un nemico ma un amico. E questa è caduto con le migliaia di albanesi che sono arrivati in Italia si sono perfettamente integrate nel nostro tessuto sociale ed economico sono diventati tra i migliori imprenditori io ne conosco tanti che hanno avuto successo nel nord dell’Italia.
Producono ricchezza per il nostro Paese garantiscono lavoro a molti operai italiani.
Rappresentato anche un modello di perfetta integrazione cercando ovviamente di mantenere la loro identità linguistica la loro identità culturale come è giusto che sia e come è giusto che debba esserci.
D’altra parte gli italiani avendo apprezzato la grande caparbietà con la quale gli albanesi si sono integrati nel nostro tessuto sociale hanno scoperto a loro volta l’Albania un piccolo Paese molto vicino ma anche considerato molto lontano e così come accade grandi storici del Settecento che parlando Albania pensavo di parlare di un Paese che si trovava diciamo lontano è l’avevano due passi hanno scoperto che gli albanesi non porta nulla l’anello al naso che sono persone che sanno gustare la musica contemporanea anzi producono anche musica di straordinaria qualità hanno teatri seguono il cinema i giovani vestono lo come i nostri giovani hanno gli stessi gusti ma anche gli stessi vizzi. E che è una realtà produttiva molto interessante molto affascinante e non è un caso che ha attratto.
Artur Nura – Ma c’è anche un lato che forse lei non ha menzionato per caso. Questa società se parli di giovani ma anche di della nostra età parla l’Italiano. E l’Italia non ha investito né una lira per avere già pronto una società filo italiana. Invece da giornalista mi preoccupa la situazione recente noi abbiamo imparato la lingua italiana tramite come lei sa le RAI e Mediaset. Invece se apri il piccolo schermo trovi delle trasmissioni turche. In questo Paese ci sono giovani che stanno imparando il turco e il Governo turco offre corsi gratis ai giovani. Invece l’istituto di cultura italiana offre corsi a pagamento come la vede questa situazione.
Matteo Mandala’ – Ma io non posso entrare nel merito delle scelte che vengono compiute. Certo che l’intervento del Governo turco non è fine a se stesso non semplicemente per promuovere la conoscenza della lingua turca vi sono secondi fini sui quali io non voglio indagare.
Mi fa specie però il fatto che contemporaneamente alla propagazione dei film in lingua turca quindi anche di un modello della prova tra modello non occidentali se dobbiamo dire lo stavo dicendo di un modello di vita che non è esattamente quello che la massa grande maggioranza gli albanesi persegue vi siano anche il dibattito alquanto stucchevole sulle ragioni più o meno valide di continuare a proiettare ad esempio film prodotti durante il regime comunista che mi sembra una cosa veramente inaudita.
Da questo punto di vista sono molto d’accordo con la dichiarazione di Emma Andrea una persona che stimo molto pur non avendola mai conosciuta personalmente ma che apprezzo molto per il lo straordinario lavoro che sta facendo di svecchiamento anche del turbe culturali che ancora di cui ancora soffre l’intellighenzia albanese perché se ci dovesse essere una forma censoria questa dovrebbe colpire appunto queste produzioni televisive che offendono l’intelligenza che deturpano le culture che in qualche modo anche cercano di manipolare le coscienze questo sì che meriterebbe di essere detto e fatto.
Detto questo per l’Italia e l’Istituto italiano di cultura organizza corsi di lingua italiana forse a pagamento non lo so e assicurare l’anno e non ho motivo di dubitarne io so però che la qualità di questi corsi é eccelsa. lo so anche perché conosco alcuni di questi chiamiamoli lettori di queste insegnanti di lingua italiana. Uno mi pare che sia addirittura una arberesh i quali ovviamente vivono anche del lavoro che fanno ed è giusto che poi il lavoro si paghi io credo che questo sia anche a volte un motivo per fare una differenza sostanziale di qualità nei riguardi delle produzioni cinematografiche e televisive di cui si parlava pocanzi.
Artur Nura – Io stavo parlando politicamente in quanto da noi i prodotti italiani cioè sono i prodotti che culturalmente sono più vicini alla maggior parte nostra cultura e io sto cercando da giornalista tramite le interviste ai politici italiani albanesi di trovare il modo per arrivare al dunque ma trovo un po’ di apatia a Roma.
Matteo Mandala’ – Guardi la domanda è molto intrigante posso parlare da cittadino perché non ho competenza in una materia così complessa di cui stiamo parlando non mi occupo di economia non mi occupo nemmeno di relazioni commerciali e non ho un’idea precisa di quel che accade nei rapporti contemporanei Italia Albania so però che i contatti si sono moltiplicati che gli scambi stanno diventando un’opportunità di arricchimento reciproco e non parlo soltanto di ricchezza materiale ma parlo anche di ricchezza culturale e spirituale.
So benissimo e conosco ho apprezzato molto il lavoro fatto dall’Istituto italiano di cultura nel proporre alcuni modelli culturali di straordinaria modernità. Conosco gli scambi che ci sono stati con la Galleria d’Arte Contemporanea. Ci sono cioè degli elementi di grande interesse. Su questo non ho dubbi su questo posso dire qualcosa perché gli ho seguiti e sono molto contento che si intensifichino ancora di più anche nel prossimo futuro.
Lo so anche perché anch’io ho partecipato in queste iniziative da studioso da Albanologo e Arberesh. E’ certo che il problema va affrontato secondo me su una scala bilaterale con una chiarezza di vedute da entrambe le parti perché spesso si lasciano diciamo alla libertà di impresa quelle che dovrebbero essere invece delle relazioni studiate a tavolino nell’ottica di un’autentica cooperazione internazionale e al di fuori soprattutto di quelle tentazioni che spesso in economia diventano fonte di corruzione e di clientele.
Non è che noi siamo orientati e in questo caso parlo da italiano però se dovessimo confrontare i lati deboli dell’economia italiana con quelli albanesi non vedo grandi differenze. Secondo me si tratta anche qui di uno scatto d’orgoglio che dovrebbe coinvolgere entrambe le parti perché appunto queste debolezze morali sono il vero guaio di cui soffrono le economie di entrambe le economie e ci dobbiamo preoccupare per il futuro dei nostri figli.
L’Italia oggi sta attraversando un periodo critico dal punto di vista economico ed è un problema critico che riguarda le generazioni che hanno preceduto questa e che oggi soffre perché qui mi ricordo quando ero un po’più giovane quando si lanciava il grido d’allarme in genere questi a lanciarlo erano gli economisti quando avvertivano guardate che stiamo derubando il futuro dei nostri figli e sta puntualmente avvenendo quello è stato detto qualche decennio fa bene noi oggi siamo in un punto critico dicevo ma io sono certo che le attuali generazioni di politici avranno l’avvertenza di dare una come dire una raddrizzata al modo di gestire la cosa pubblica è nell’atto diciamo di questa raddrizamento credo che anche i rapporti bilaterali con l’Albania potranno migliorare.
Questo discorso vale ovviamente anche per quest’altra parte dell’Adriatico. Perché se non ci si dialoga in due non credo che ci si possa arrivare da nessuna parte. Un’ultima cosa che vorrei dire che in genere quando si dice in italiano che una mano lava l’altra e tutte e due lavano la faccia bisogna capire di quale faccia si tratta. Speriamo che questa faccia sia europea ripristinando quel minimo d’Europa che questo territorio ha sempre rappresentato.
Artur Nura – Allora per concludere vorrei fare i miei complimenti per l’honoris causa ottenuto dall’Università pubblica di Tirana
Matteo Mandala’ – Io la ringrazio per gli auguri e vorrei cogliere l’occasione anche per ringraziare i miei colleghi di Albania con il quali mi legano profondi il rapporti di stima di amicizia e anche di solidarietà Academica e appunto di lavoro. Non vi nascondo che ogni volta che vengo qui mi sento a casa mia, tanto quanto lo sono quando mi trovo in Italia dove c’è la mia casa.