Di Sonila Alushi
In privato, dato le mie posizioni in difesa delle donne e dei loro/nostri diritti, mi è stato chiesto di commentare anche il fenomeno dominò delle tante denunce nei confronti di alcuni produttori del mondo della cinematografia e dello spettacolo.
Ho poco da dire e lo dico semplicemente, senza giri di parole. Le molestie e le violenze (fisiche o psicologiche) non appartengono solo a quei due mondi. I dati parlano chiaro: solo a Bergamo, nei primi nove mesi di quest’anno, 474 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza.
Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia. Quasi 7 milioni, secondo i dati Istat, quelle che nel corso della propria vita hanno subito una forma di abuso. E, ovviamente, a questi dati sfuggono tante violenze quotidiane in famiglia, sul lavoro, a scuola e in tanti altri ambienti, che non vengono raccontate o denunciate.
Tradotti, questi dati, significano che viviamo ancora in una società dannatamente maschilista dove la donna viene spesso considerata un essere inferiore e, alcune volte, addirittura un oggetto! Questo è e non lo dico io, lo dicono i numeri, lo dicono i fatti.
Riguardo a quell’effetto dominò delle denunce di quella parte di società in vetrina, penso che certamente è possibile che qualcheduna non la racconti giusta e faccia baccano per un po’ di visibilità in più.
In fondo, in questa società che tende a premiare sempre di più le vetrine e i vittimismi, c’è da guadagnarsi in termini di popolarità… se scegli proprio la via più breve che ti si offre perché la tua faccia e il tuo nome vengano divulgati in molte trasmissioni TV o pagine di giornali.
Quindi sì, è possibile che qualcheduna menta. Possibile però, non ovvio, non sicuro. L’effetto dominò è un fenomeno naturale che si scatena perché il coraggio, come la paura, è un impulso contagioso ed io sono felice che si sia scatenato perché sto dalla parte delle donne, oggi, sempre e comunque.