Dopo il breve incontro dell’Ambasciatore degli Stati Uniti Donald Lu con il Procuratore Generale Temporaneo, gran parte dei mezzi di comunicazione gli hanno ricordato che aveva promesso al popolo albanese l’arresto di un “pesce grosso”.
Anche se non sappiamo di cosa hanno parlato durante l’incontro, una cosa è certa: Lu avrà molte difficoltà nel mantenere la promessa solenne che ha fatto. Perché lui attualmente si ritrova davanti a due strade e nessuna lo porta alla sua destinazione desiderata.
La prima è quella in cui Lu ha espresso, il giorno prima del voto, una qualche forma di garanzia per i due leader dell’opposizione. Ha detto più o meno che Arta Marku non avrà il ruolo di kamikaze, ma che lei svolgerà solo un ruolo provvisorio, senza alcuna novità sconvolgente.
In breve, se crediamo in questa versione dei fatti, né nel mese di gennaio, né nei mesi successivi dobbiamo aspettarci scosse sismiche dalla Procura.
L’altra strada, o la seconda versione, è che, come promesso dall’Ambasciatore degli Stati Uniti, la Procura guidata da Arta Marku porterà nel mese di gennaio un attacco frontale agli intoccabili.
Questo è il bivio in cui Donald Lu si trova. Da un lato vuole mantenere la sua promessa del “pesce grosso”, ma dall’altro lato capisce che se questo avviene nel contesto di un procuratore socialista, tutto è perduto.
Quindi Arta Marku non è la sua benedizione, ma la sua scomparsa. Egli non sarà in grado di raccogliere le sue uova d’oro, con le quali ha sedotto tutti gli altri.
Nota del traduttore: Arta significa “d’oro”.