Che i sistemi doganali siano in tutto il mondo un po’ bizzarri si sapeva, che la loro logica non sia sempre facile da capire, lo si sapeva pure, ma quello che succede in Albania ha dell’incredibile.
Le calzature prodotte in Albania usando materiali europei che vengono esportate verso l’Europa con la dicitura “Made in Albania”, se vengono riacquistate da un importatore albanese, debbono pagare un dazio del 15%, oltre al normale pagamento della TVSH del 20% sul valore comprensivo del dazio.
La stessa calzatura, se prodotta in Europa e munita del certificato Euro1 che ne attesta l’origine comunitaria, viene importata in Albania senza pagare alcun dazio, ma solo la TVSH al 20%.
Se invece importiamo a titolo definitivo dall’Europa tutti i componenti della calzatura per assemblarla in Albania, e questi componenti sono muniti del certificato Euro1 che ne attesta l’origine comunitaria, ancora una volta non paghiamo alcun dazio, ma solo la TVSH.
Questa e’ l’amara scoperta di uno dei principali produttori europei di calzature antinfortunistica che volendo distribuire anche sul mercato albanese i suoi prodotti, realizzati in Albania e marcati “Made in Albania”, si e’ visto richiedere dalla dogana albanese il pagamento del dazio del 15%.
Occorre spiegare che le calzature antinfortunistica hanno una elevata specializzazione e una vastissima gamma, da quelle per i cantieri edili, a quelle per gli elettricisti, a quelle per i cuochi e cosi’ via, pertanto normalmente le aziende hanno grandi magazzini centrali da cui spediscono ai clienti, mentre nelle fabbriche si trova solo lo specifico modello che viene prodotto in quel momento. Inoltre le pratiche doganali di temporanea importazione, che tutti i produttori per l’estero usano per motivi fiscali, non consentono di vendere una parte del prodotto in Albania, perche’ altrimenti la Dogana non riuscirebbe piu’ a controllare eventuali contrabbandi, poiche’ tutto quello che viene importato in esenzione come materia prima deve essere riesportato come prodotto finito sulla base di una scheda tecnica che definisce per ogni modello il consumo delle varie materie prime e componenti importate.
Il risultato e’ che le calzature prodotte in gran numero in Albania, per essere commercializzate in Albania, devono fare due viaggi, e al secondo, quando rientrano in Albania, devono pure pagare il dazio del 15%.
Infatti, rispondono in Dogana, l’Albania non e’ un paese dell’Unione Europea e pertanto i prodotti di origine albanese non usufruiscono delle preferenze doganali riconosciute dagli accordi con la UE, e non possono essere certificati Euro1, mentre la normativa doganale albanese non riconosce come merce esente da dazio quella certificata di origine albanese, ma solo quella certificata di origine comunitaria.
Una spiegazione tecnica c’e’ sempre, ma non sembra molto ragionevole che un paese gia’ poco industrializzato penalizzi in dogana una delle poche produzioni di cui dispone.
Basterebbe un atto della Direzione delle Dogane che riconosca l’origine albanese come se fosse quella comunitaria, insomma, basterebbe avere la volonta’ politica, e forse anche avere il senso del ridicolo./exit.al