Home Approccio Italo Albanese Le vite segrete dei banchieri italiani raccontate dal collega Ghisolfì

Le vite segrete dei banchieri italiani raccontate dal collega Ghisolfì

IL LIBRO, di Marco Maria Tosolini

VENEZIA Anche i banchieri hanno un’anima. Questo potrebbe essere il sunto estremo, il “focus” (inestinguibile?) dell’ultima fatica letteraria di Giuseppe Ghisolfi, già autore di un fortunatissimo “Manuale di educazione finanziaria”.

Vicepresidente di ABI nonché presidente della piccola ma florida Cassa di Risparmio della piemontese Fossano (provincia “granda” di Cuneo) Ghisolfi – banchiere proveniente da altri percorsi quali insegnamento, giornalismo, comunicazione – da anni si spende portando in decine e decine di scuole di ogni ordine e grado lungo la penisola lezioni dove segnala il fatto che le domande più micidiali, in genere, provengono da bambini delle primarie.

ERRORI GRAVI

Il “Manuale” è stato il testo di istruzione per tutti, scritto in modo semplice e comprensibile, “Banchieri” è invece l’assemblaggio di ben 35 (auto)biografie di molti dei massimi dirigenti di questo mondo che conosce un momento di significativa flessione della propria “reputation”.

“La banche sono 500 nel nostro paese, e 7 sono quelle che hanno commesso errori gravi” così riSDonde Ghisolfi sollecitato dalle nostre domande sul perché di un’operazione coraggiosa ma che molti possono leggere come “uncomfortable”.

“L’idea mi venne proprio per il clima che si è creato su tutto il mondo bancario per il “vulnus” creato da pochi. Ne ho parlato con il presidente di ABI Patuelli che mi ha incitato a procedere. Così ho pensato che fosse interessante far parlare gli stessi protagonisti chiedendo loro di raccontarsi.”

Ghisolfi non nasconde che non è stato facile, in molti casi assai impervio, ottenere ciò da personemolto impegnate, spesso abituate ad uno storico “understatement” se non ad una vera e propria ritrosia a parlare di sé in modo sostanzialmente personale.

“I protagonisti di “Banchieri” sono persone assai preparate, che vengono da percorsi di grande professionalità e mi sembrava giusto offrire loro un’occasione di vera comunicazione”.

FIGURE DI SPICCO

Così ben 35 figure di spicco del mondo finanziario nazionale (ma quasi sempre con percorsi internazionali) in ordine rigorosamente
alfabetico si “manifestano” nel corposo testo (541 pagine) prefato da Antonio Patuelli (lui stesso scrittore, storico, economista).

Da Luigi Abete a Giovanni Bazoli, da Letizia Brichetto Moratti a Ennio Doris, da Gabriele Galateri di Genola a Gian Maria Gros-Pietro al quasi imprendibile Carlo Messina – in alcuni casi Ghisolfi ha quasi teso “agguati” alle sue vittime per convincerle – fino alle “S” di Salza, Sella, Siniscalco finendo con il piemonteste Carlo Venesio “Banchieri” disvela varie personalità e diversi modi di essere raccontate. Come, però, non pensare ai “Dieci grandi assenti” della poetica fantozziana?

O non ricordare la tentata (invano) intervista all’impenetrabile, quasi ologrammatico Enrico Cuccia in un servizio televisivo che ha fatto storia? Eppure questi signori esistono, hanno spesso fatto dure gavette, hanno famiglie, problematiche quotidiane narrate per benevola “estorsione” di Ghisolfi il quale è, di per sé, un banchiere “anomalo”, assai comunicativo, esuberante ai limiti della comunicazione dadaista.

Quando non amministra, perché pare che in quel caso se la cavi benino visti i bilanci della CR di Fossano. Innegabile la umana simpatia che ispirano Doris e Nicastro: gli unici due che vengono da lavori normali e normalissime famiglie, vere eccezioni in un’Italia in tal senso poco…americana./Il Gazzettino Nazionale

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