Oggi l’Italia punterà a premere, al fianco degli altri partner europei, affinché i paesi dei Balcani occidentali entrino sempre più nell’orbita di Bruxelles. L’area è infatti una meta importante delle esportazioni e degli investimenti italiani: nel 2016 l’export ha raggiunto i sei miliardi di euro. Il paese è stato il secondo partner commerciale europeo dei Balcani occidentali, dietro la Germania, e il primo per stock di investimenti esteri (nove miliardi di euro), concentrati principalmente in Albania (4,8), Slovenia (1,3) e Serbia (1,1). Nei Balcani occidentali sono attive oltre 700 aziende italiane. Tra il 2010 e il 2016, il valore dell’interscambio è aumentato del 47,9% passando da 5,1 miliardi di euro a quasi 7,5 miliardi.
Le prospettive per i porti di Trieste e Venezia legate alle Nuove vie della Seta
In questo contesto, una maggiore integrazione di questi paesi nell’Unione può garantire nuovi sbocchi commerciali. Soprattutto se si fa riferimento alle Nuove vie della Seta (o Bri, Belt and Road Initiative), il progetto cinese che punta a collegare una rete di infrastrutture, via terra e via mare, di collegamento tra il gigante asiatico e l’Europa. Pechino vuole collegare il porto del Pireo con il centro del Vecchio continente, e punta a costruire una ferravia che dalla Serbia raggiunga Budapest. L’Italia preme per lavorare sui collegamenti marittimi, così da promuovere una maggiore cooperazione con i porti di Trieste, Venezia e Genova.
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