Da pochi giorni Riccardo Magi ha fatto ritorno dalla missione sulla nave Astral di Proactiva Open Arms, che ha visto il successo di una delle tante operazioni di salvataggio assurdamente criminalizzate e rese sempre più difficoltose in questo paese. È la prima volta che un Parlamentare e segretario di un Movimento politico italiano prende parte ad operazioni di questo genere, e lo ha fatto per denunciare la violazione dei diritti, comprendere la realtà e portarla dentro il Parlamento.
È la frontiera lo spazio politico radicale. Il luogo dove abbiamo cercato di conquistare diritti e libertà, quello delle nuove sfide: della dignità dell’essere umano, della piena cittadinanza, della libertà di scegliere con consapevolezza.
Leonardo Sciascia diceva ai Radicali: “Siete come una candela. Quando tutte le lampade sono accese, non solo non si vede ma è anche inutile. Però al primo cortocircuito la candela sarà indispensabile”. La regressione della situazione sociale italiana, europea e mondiale, ci spinge con convinzione a ritenere le candele Radicali sempre più utili.
Crediamo che la politica possa essere riformata solo attraverso il sistema che meglio corrisponde alla domanda di trasparenza, governabilità e rapporto con il territorio da parte degli eletti: che metta al centro la persona e non i partiti. Per questo vogliamo lavorare alla nascita di un primo intergruppo parlamentare per il sistema uninominale maggioritario.
Crediamo che le regole della partecipazione democratica, anche quella interna ai movimenti, vadano completamente riformate, rese più digitali, meno medioevali, negli strumenti che garantiscano l’effettivo accesso ai diritti politici. Per questo vogliamo partire da noi ed arrivare al nostro prossimo congresso con nuovi strumenti digitali di partecipazione degli iscritti. Su questo vogliamo lanciare un crowdfunding che possa servire anche per diffondere la proposta di legge +Democrazia dentro e fuori il parlamento.
Crediamo che la questione “generazionale” si giocherà l’abbattimento del debito pubblico che schiaccia il futuro del nostro Paese. Per questo vogliamo lanciare una campagna apposita, un tour generazionale in tutta Italia, raccogliendo innanzitutto l’adesione dei tanti giovani o meno giovani che hanno dimostrato di comprendere temi così difficili durante le ultime elezioni.
Oggi però la frontiera non è più solo una metafora, è anche il luogo dei conflitti del nostro tempo. Da Pozzallo a Bardonecchia, da Lampedusa a Ventimiglia (dove ci piacerebbe tenere il nostro prossimo congresso). Parliamo di immigrazione, ma parliamo soprattutto di Europa. Del ritorno ai confini degli stati del nazionalismo che si rafforza ogni giorno di più.
Per questo vogliamo che dall’esperienza di +Europa nasca un progetto politico capace di organizzare in Italia e negli altri paesi le lotte politiche per la costruzione degli Stati Uniti d’Europa.
Sono le campagne a tener vive l’ispirazione e la sfida di quel progetto. Insomma, per creare +Europa, bisogna fare +Europa.
Per la prima volta stiamo lavorando – con un grande coordinamento di associazioni – a all’Iniziativa dei cittadini europei “Welcoming Europe” sulla decriminalizzazione del soccorso umanitario.
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