Il Capo dello Stato rinvia al Parlamento albanese la legge che avrebbe decretato l’abbattimento dell’architettura anni Trenta a beneficio di un’avveniristica costruzione nel cuore italiano della Capitale: “La norma viola l’accordo di associazione con l’Unione Europea”. Ci auguriamo che anche le Istituzioni italiane in Albania prendano posizione sull’argomento
Di Alessandro Zorgniotti
Coloro che amano la vocazione filo-italiana dell’Albania e di Tirana, anche dal punto di vista storico-architettonico, avranno sicuramente accolto con felicità la decisione, assai attesa, adottata dal Presidente della Repubblica Ilir Meta (fondatore e padre nobile del Movimento Socialista per l’Integrazione – LSI, Partito politico attualmente all’opposizione con il PD di centrodestra), di rinviare al Parlamento albanese la legge speciale numero 38 che disciplina le trattative contrattuali – in regime di PPP – Partenariato Pubblico Privato – per la costruzione del nuovo edificio che avrebbe dovuto prendere il posto dell’attuale Teatro Nazionale Italiano progettato e costruito negli anni Trenta su disegno dell’Architetto Berté, collega e contemporaneo dell’Architetto Bosio.
Il parere formulato dal Capo dello Stato indica il mancato rispetto dei principi alla base dell’accordo di stabilizzazione e di associazione dell’Albania con l’Unione Europea, con la quale la partita per l’adesione del Paese delle Aquile si riaprirà fra undici mesi (ma i tecnici di Tirana e di Bruxelles sono già al lavoro adesso sui punti delle 35 raccomandazioni UE previste dalla Commissione UE come funzionali al buon fine delle trattative di integrazione).
L’auspicio, alimentato da tutti quanti – come noi ma non solo – hanno a cuore una Capitale albanese sì proiettata al futuro, ma con la capacità di rispettare un periodo storico comunque importante e qualificante (quale è stato quello legato all’influenza stilistica italiana della prima parte del Novecento), è che la decisione del Presidente Meta – di rimandare appunto il progetto di legge speciale a un nuovo esame del Parlamento di Albania – sia anche di stimolo e di incentivo all’Italia, e alle Istituzioni che la rappresentano a Tirana, per farsi sentire meglio e con autorevolezza sull’intera questione della tutela della Memoria e del Patrimonio storico, o meglio di quel che è rimasto e sopravvissuto fino a oggi.
DAL SITO WEB DI SCAN TV, tradotto in italiano, riportiamo l’articolo relativo a questa importante notizia:
“Il Presidente della Repubblica di Albania, Ilir Meta, ha decretato il ritorno all’Assemblea parlamentare per il riesame di una legge speciale sulle trattative contrattuali per il nuovo edificio del Teatro Nazionale.
Sulla base dell’argomento del Presidente, la legge viola una serie di principi e di standard, incluso l’Accordo di stabilizzazione e associazione con l’Unione Europea.
In ragione di quando la Corte costituzionale non è funzionante per verificare le differenze che possono essere prodotte dall’entrata in vigore di questa particolare norma giuridica, Meta invita i membri del Parlamento a rivedere l’intero disegno di legge.
Siccome l’Assemblea non ha terminato il 23 luglio scorso la sessione parlamentare, e il riesame di questo disegno di legge sarebbe rinviato alla prossima sessione, c’è anche la possibilità di convocare una sessione straordinaria.
Di seguito, l’argomento completo del Presidente:
In primo luogo, questa legge viola i principi di “uguaglianza di fronte alla legge” e “la libertà di attività economica dei cittadini”, principi che godono di protezione speciale dalla Costituzione.
In secondo luogo, la legge n. 37/2018 è incompatibile con i principi costituzionali fondamentali dell’identità nazionale e del patrimonio nazionale su cui i cittadini della Repubblica d’Albania hanno deciso di stabilire e sviluppare il proprio Paese.
In terzo luogo, la legge n. 37/2018 contraddice i principi della Convenzione europea del patrimonio culturale immateriale, adottata a Parigi nel 2003, rendendo così uno scontro legislativo con l’applicazione vincolante del diritto internazionale.
In quarto luogo, la legge 37 / 2018 viola gravemente i principi costituzionali di costruzione e funzionamento degli organi di governo locale su “decentramento” e “autonomia locale” contrastando anche con il principio della separazione e del bilanciamento dei poteri.
In quinto luogo, la legge 37/2018 è in contrasto con le norme e i valori dell’Unione europea e le disposizioni dell’accordo di stabilizzazione e associazione (ASA), la cui realizzazione è l’obbligo primario della Repubblica di Albania.
In sesto luogo, la proposta di legge, ma anche la legge adottata n. 37/2018 non si basa su una valutazione globale e approfondita della alienazione dei beni pubblici, rispetto ai benefici economici dello Stato albanese e all’interesse pubblico.
Settimo, questa legge non è in linea con i principi e con gli standard già stabiliti nella legislazione in vigore nella Repubblica di Albania.
Ottavo, l’adozione della legge 37 / 2018 non è basata su una valutazione approfondita e su una verifica dello stato degli immobili inclusi in questo progetto, così come le disposizioni della presente legge creano incertezza giuridica nell’esercizio dei diritti di proprietà pubblica, ma anche sui diritti di proprietà privata.
Infine, nelle attuali condizioni, quando la Corte Costituzionale di Albania non è funzionale a verificare queste affermazioni, o a risolvere qualsiasi controversia costituzionale che può essere prodotta dall’entrata in vigore di questa particolare norma giuridica, invito il Parlamento a rivedere tutta la legge 37/2018 sulla determinazione della procedura speciale per la negoziazione e la conclusione del contratto soggetto, progettazione e realizzazione di arredo urbano e il nuovo edificio del Teatro nazionale”.