Il Governo socialista di Tirana incassa il plauso del Vicepremier leghista italiano
Decidendo di ricevere 20 migranti della nave Diciotti, il Governo albanese ha sbloccato il dialogo con il nuovo Esecutivo gialloverde di Roma e inviato un segnale a quei Paesi UE ancora “tiepidi” sull’adesione UE dell’Albania
Di Alessandro Zorgniotti
Il dialogo Italia – Albania si sblocca sulla “Diciotti”: la nave della Guardia Costiera italiana rimasta ferma fino a sabato al porto di Catania con a bordo 140 migranti, soprattutto Eritrei, la cui discesa a terra per 5 giorni è stata stoppata dal Ministrodell’Interno Matteo Salvini nella vana attesa che a Bruxelles si trovasse una soluzione di riparto fra i Paesi UE.
La Storia si ripete: è quindi ancora una nave quella su cui si misurano le prove tecniche di “disgelo intergovernativo” fra Italia e Albania: le prime da tre mesi a questa parte, da quando cioè è in carica a Roma il nuovo Governo Lega-Cinque stelle guidato dal Premier Giuseppe Conte. E l’esito delle stesse – a giudicare dalle dichiarazioni ufficiali degli stessi Salvini e Conte e dei Ministri degli Esteri dei due “Paesi di fronte”, l’italiano Enzo Moavero Milanesi e l’albanese Ditmir Bushati – utilizza linguaggi e parole non soltanto formali di reciproca stima e solidarietà fra due Governi che non si conoscevano ancora direttamente e ai quali mancava l’occasione buona per “rompere il ghiaccio”, soprattutto da parte di Tirana.
Eccola, l’occasione: l’emergenza immigrazione africana che i due attuali Vicepremier a Roma, Salvini e Luigi Di Maio, hanno usato come cavallo da battaglia elettorale a marzo per conquistare la maggioranza in Italia al grido di “tolleranza zero”, “stop agli sbarchi” e “basta ordini da Bruxelles”. Il Governo albanese si è quindi inserito nella frattura fra Commissione Europea e Governo Conte dichiarando la propria disponibilità a ricevere una ventina di migranti, mentre altrettanti saranno accolti dallo Stato irlandese e la restante parte di essi sarà gestita dalla Chiesa su decisione della CEI – Conferenza episcopale italiana.
Queste le parole del Ministro Salvini nel corso di un affollato comizio sabato sera in Trentino Alto Adige in vista delle elezioni Regionali di ottobre: “Sapete dove andranno alcuni degli immigrati che faremo sbarcare dalla Diciotti? Vanno in Albania! Un evento miracoloso che non si era visto negli ultimi vent’anni. In questo caso il Governo albanese si è dimostrato migliore di quello francese. E io dico grazie agli Albanesi e vergogna ai Francesi!”.
Lo stesso sentimento di gratitudine che Moavero Milanesi, collega di Governo di Salvini, ha affidato a un proprio messaggio su Twitter evitando però attacchi diretti alla Francia e a Bruxelles, così come il Premier Conte su Facebook dove però annuncia ancheche – dopo il nulla di fatto a Bruxelles sull’emergenza migranti – l’Italia trarrà le conseguenze in sede UE quando ci sarà da discutere l’adesione finanziaria al Bilancio Europeo.
La decisione del Governo albanese viene comunicata via social network Twitter dal Ministro per gli Affari esteri ed europei Ditmir Bushati, con un messaggio postato sabato pomeriggio alle 19: “Italia! Non possiamo rimpiazzare l’Europa, ma noi siamo qui,sull’altro lato di un mare dove una volta eravamo noi gli Eritrei soffrendo per giorni e notti in mezzo ai mari, aspettando che l’Europa si svegliasse! Ieri l’Italia ci ha salvati e oggi noi siamo pronti a dare una mano”.
Da una parte così come dall’altra, da Roma così come da Tirana, sembra essere scoccata l’ora della fine delle diffidenze che – è inutile nasconderlo – avevano contraddistinto la Sinistra albanese e la Lega italiana sin dalle origini.
Nel 2014 Salvini, da parlamentare europeo, aveva espresso più di una perplessità sulla prospettiva di un ingresso dell’Albania nell’Unione Europea e, nello stesso anno da Torino in Piemonte, il Premier di Tirana Edi Rama si era prodigato in un comizio elettoralea favore di Renzi. Preistoria oramai. Le statistiche elettorali in Italia rivelano che, alle ultime elezioni Politiche di marzo per il Parlamento romano, molti cittadini di origine Albanese con diritto al voto hanno scelto centrodestra e Lega, mentre i Socialistialbanesi si sono ben guardati dal lanciare appelli a sostegno di una coalizione di centrosinistra “renziana” che a priori era condannata a una sonora sconfitta. Anche se nel mese di luglio proprio Bushati aveva attaccato il segretario del centrodestra albanese, Lulzim Basha, per un messaggio positivo di quest’ultimo su Salvini “espressione del vento del cambiamento che arriverà anche in Albania”. Tutto passato? Si vedrà presto.
Attraverso la mossa dell’accoglienza accordata a una ventina di immigrati della nave Diciotti, il Governo di Tirana ha ottenuto il risultato immediato di avviare un dialogo positivo con il Governo di Roma e con il suo popolarissimo Vicepremier Salvini, dai cui umori un Paese come l’Albania, da sempre orientato al dialogo con l’Italia prima che con la stessa Europa, non può assolutamente prescindere.
Allo stesso tempo, Tirana invia un segnale a quella UE e a quei Paesi, come Francia e Germania, che sollevano ancora una serie di osservazioni e condizioni che non consentono un pieno avvio dei negoziati di adesione all’Unione Europea.
Saranno i prossimi giorni a dirci se il dialogo così avviato fra i Governi Conte e Rama avrà ulteriori sviluppi e in quali settori. Chi conosce la situazione sociale e politica albanese, sa benissimo che – utilizzando le passate dichiarazioni dello stesso Ministro Bushati – il Paese delle Aquile non ha i mezzi per concorrere a una politica organizzata dell’accoglienza immigratoria per conto dell’Europa; e che gli attuali fenomeni di immigrazione non sono assolutamente paragonabili a quelli dei fratelli Kosovari in fuga da Pristina verso l’Albania sul finire degli anni Novanta. Altra epoca, altre situazioni. Uno Stato come quello di Tirana, con un welfare e un sistema di sicurezza sociale e sanitaria poverissimo per gli stessi Cittadini Albanesi, è impensabile, in termini di fattibilità e di opportunità politica per chi governa, che assuma un ruolo attivo in questo settore.
Ecco allora che la scelta ufficializzata dal Ministro degli Esteri di Tirana assume il carattere di una tattica per iniziare il filo diretto con i nuovi “inquilini” di Palazzo Chigi, sede del Governo, a Roma e per accreditare l’immagine di un’Albania anzituttoriconoscente per la solidarietà ricevuta negli anni Novanta e munita di grande spirito di sacrificio verso una Europa che si sta rivelando “matrigna” non soltanto nei confronti degli Stati già associati ma anche verso quelli aspiranti all’adesione