La dichiarazione di Thorsten Frei, parlamentare del Gruppo CDU-CSU: “Bene ha fatto il Presidente Meta a rinviare la legge al Parlamento albanese in assenza di una Corte costituzionale funzionante”. Questo potrebbe favorire una presa di posizione anche da parte delle Autorità italiane, che finora hanno ritenuto di non dover intervenire sulla delicatissima vicenda
Colpo di scena quando gli ombrelloni di Ferragosto ancora sono aperti: a difendere il Teatro Nazionale “italiano” di Tirana, quello costruito nel 1938 su progetto dell’Architetto Berté, è niente meno che… la Germania.
Thorsten Frei, parlamentare a Berlino del Gruppo CDU-CSU, la forza politica guidata dalla Cancelliera Angela Merkel, nonché relatore del gruppo Democratico Cristiano tedesco per le sorti della candidatura dell’Albania all’Unione Europea, in una recente intervista concessa al portale giornalistico internet Panorama.com.al ha espressamente elogiato la decisione del Presidente della Repubblica albanese, Ilir Meta, di rinviare al Parlamento di Tirana la discussa legge di costruzione del nuovo Teatro Nazionale. Edificio che, lo ricordiamo, sorgerà al posto dell’attuale edificio teatrale dalla doppia facciata gemella costruito nel perfetto stile razionalista italiano di fine anni Trenta su progetto del 1938 dell’Architetto Giulio Berté.
“Ho seguito il caso del Teatro – ha dichiarato il Parlamentare del Partito di maggioranza in Germania – e solleva molte domande a proposito del diritto dell’Unione Europea e della Costituzione Albanese. A mio avviso, il Presidente Meta ha agito correttamente rimandando il progetto di legge in Parlamento. Rimane difficile chiarire il caso in assenza di una Corte costituzionale funzionante”. Tuttavia, aggiunge l’onorevole Frei, “la vicenda del Teatro Nazionale dimostrerà anche quanto il Governo Rama sia serio nei confronti dell’adesione all’Unione Europea”.
Che ciò sia una constatazione o un monito per il futuro prossimo, saranno le vicende da settembre in poi a dircelo.
Sta di fatto che questa presa di posizione fortemente politica assunta dalla Germania, in maniera diretta sulla sorte di un edificio di Storia italiana in Albania, potrebbe sortire il benefico effetto di allargare ulteriormente il dibattito del dopo-ferragosto e di convincere a intervenire sull’argomento anche le Autorità italiane che finora hanno ritenuto di non dover rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale.
Come è stato più volte detto, anche se la titolarità giuridica del Teatro Nazionale non è da tempo più italiana, resta in capo all’Italia una titolarità morale a dire la propria parola su un bene culturale obiettivamente qualificante e distintivo per l’intero Centro storico urbano di Tirana, dove la vita istituzionale si svolge tuttora negli edifici di matrice architettonica italiana.
La circostanza della titolarità formale degli immobili, per esempio nel 2014, non impedì alle Autorità italiane in Albania di organizzare un bellissimo evento dal titolo “Sulle tracce dell’Italia in Albania” dedicato proprio alle progettazioni dell’Architetto Gherardo Bosio, collega e connazionale del Berté e autore della parte di Piazza Skanderbeg rappresentata dai Palazzi oggi Sedi ministeriali e municipali, indicati come esempio di architettura italiana all’estero.