Home Approccio Italo Albanese “Troppo razzismo” L’Onu invia personale in Italia. A quando i carri armati!?

“Troppo razzismo” L’Onu invia personale in Italia. A quando i carri armati!?

A proposito dell’arrivo dell’Onu in Italia.
Scritto il,12 dicembre 2004,sempre di attualità

Di Salvatore Abelice

Nobiltà e realtà Premesso e d’accordo che l’ONU è oggi l’organizzazione mondiale più rappresentativa degli interessi, della sicurezza e della pace dei popoli: l’attuazione completa dei sui programmi e delle sue risoluzioni sarebbe il sogno più nobile dell’umanità, nondimeno accade nella storia reale che la nobiltà e l’idealità di tale istituzione non sempre trovano riscontro proprio nei suoi funzionari più rappresentativi, i quali godono, tuttavia e ingiustamente, per un ovvio processo di identificazione, dello stesso prestigio dell’istituzione che rappresentano.

Giusto per tracciare qualche pista, che cosa c’è di tanto meritevole, di tanto onesto e riguardoso in operazioni svoltesi sotto l’egida dell’ONU e consacrate dal suo Segretario generale Kofi Annan come lo scandalo del programma di scambio di alimenti e medicinali in cambio di petrolio in Irak. E che dire del genocidio nel Ruanda di 10 anni fa e del massacro serbo di 7000 persone nella città bosniaca di Srebenica, allorquando (1993-1996) Kofi Annan era sottosegretario aggiunto per le operazioni di mantenimento della pace?

Fu quello uno dei peggiori massacri dell’Europa del dopo guerra. Per entrambe queste catastrofi la corresponsabilità di Kofi Annan è stata largamente riconosciuta. Infatti, nel 1993 fu promesso ai musulmani della Bosnia che le forze dell’ONU li avrebbero protetti e difesi dalle intenzioni genocide della Serbia di Milosevic.

Invece! Nel 1994 le forze di pace delle Nazioni Unite operative in Ruanda, erano, sia prima che durante la crisi, sotto la responsabilità di Kofi Annan; eppure fu allora consumato il genocidio più rapido che la storia ricordi: in meno di 100 giorni furono massacrati più di 800.000 Tutsi. Per memoria di chi ci legge, in riferimento a questi ultimi fatti, ricordiamo che, in quel periodo, il generale Dallaire, comandante delle forze ONU, si preoccupò di avvisare ben 16 settimane prima e con dettagliati documenti l’allora sotto segretario Kofi Annan che gli Hutu stavano preparando il massacro dei Tutsi. Il generale chiese anche l’autorizzazione di sequestrare le armi dei nascondigli che aveva individuato, ma Kofi Annan rispose con un secco no e ordinò solo che ne fosse avvertito, attraverso i canali ufficiali, il presidente ruandese Habyarimana, pur sapendo che erano proprio le persone vicine al Presidente quelle che tramavano il genocidio. Come si sa ci fu poi anche un attentato in cui perse la vita il presidente Habyarimana, e subito doppo inizio il massacro dei Tutsi.

Ma , anche in queste circostanze, ci fu da parte dell’ONU e del suo sottosegretario Kofi Annan un silenzio sconcertante. In seguito Kofi Annan verrà eletto, forse per questi meriti e provate capacità, Segretario Generale dell’ Onu. Ancora ora, nel momento in cui scrivo, nella zona di Darfur in Sudan, continua a consumarsi uno strisciante genocidio, ma il Palazzo di vetro e il suo Segretario Generale risultano latitanti.

Forse laggiù non si stanno ammazzando, ma giocano sull’aia del deserto africano! Per finire, c’era una signora che domandò ad un vecchietto: “Scusi, signore, cerco il palazzo dove si parla di giustizia”. Il vecchietto le rispose: “Signora, prenda la prima a destra e poi la prima a sinistra e di fronte a lei apparirà il palazzo; la giustizia, non lo so”.

Salvatore Albelice
Azzurri nel mondo Belgio

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