Di Giulia Avataneo
L’Albania mette al bando il gioco d’azzardo. Dal 1 gennaio, i 4300 centri scommesse distribuiti in ogni angolo del Paese dovranno chiudere i battenti; così come i casinò, fatta eccezione per quelli negli hotel di lusso. Vietate anche le scommesse online.
Così il governo albanese vuole arginare un fenomeno diffuso, da cui la criminalità organizzata trae spesso profitto, in uno degli stati più poveri dell’Europa.
Un problema diffuso
Oggi in Albania c’è un centro scommesse ogni 670 abitanti, una percentuale molto più alta rispetto ai vicini europei. Come emerso da uno studio dell’Università di Tirana, uno scommettitore su quattro ha tentato il suicidio e il 70% ha problemi psicologici. La prima sfida sarà il controllo dei siti internet di scommesse, che hanno già iniziato a trasferire le loro attività nei paesi limitrofi, anche per salvaguardare gli 8mila posti di lavoro del settore.
Secondo le cifre ufficiali gli albanesi spendono tra i 140 e i 150 milioni di euro l’anno in scommesse sportive. Ma il giro d’affari illegale farebbe lievitare la cifra fino a 700 milioni, in base alle stime del governo.
“Lotta senza quartiere”
La strategia intrapresa dal governo socialista punta a colpire la criminalità organizzata, privandola di uno dei principali strumenti di riciclaggio di denaro. Per raggiungere questo obiettivo lo Stato è disposto a fare a meno di 40 milioni di ricavi dal gioco d’azzardo. “La guerra continua – ha dichiarato il premier Edi Rama – perché i criminali cambiano costantemente le loro strategie“. Il primo ministro ha anche annunciato la nascita di una task force dedicata a individuare e a chiudere ogni centro scommesse illegale sul territorio albanese.