Di Elissabetta Zamparutti
“L’Arabia Saudita è da sempre il maggior partner commerciale italiano nell’area mediorientale e nessuno ha mai avuto nulla da ridire. Ora, con la Supercoppa, molti si accorgono che lì vige un regime illiberale, dove le donne sono discriminate, gli oppositori politici vengono torturati e uccisi e i condannati a morte anche per reati non violenti sono decapitati sulla pubblica piazza”, hanno dichiarato Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, responsabili dell’associazione radicale Nessuno tocchi Caino.
“I governi occidentali, in questi anni, sono sempre stati accondiscendenti nei confronti di un governo considerato amico dell’Occidente anche se responsabile delle più gravi violazioni di diritti umani universali. Le imprese di tutto il mondo libero non hanno mai smesso di fare affari con un Paese dove i gli immigrati dai Paesi più poveri del mondo sono sfruttati sul lavoro e privati di ogni diritto sindacale. Autorevoli donne di potere dell’Europa libera e civile, che ora si stracciano le vesti per le limitazioni all’accesso allo stadio delle donne saudite, si sono sempre presentate con il capo coperto dal velo al cospetto delle autorità mediorientali più illiberali e retrograde.”
“Questo genere di boicottaggi e diserzioni di un evento sportivo non è la via per favorire un cambio di regime in Arabia Saudita come in altri paesi autoritari. Meglio andare lì per denunciare piuttosto che denunciare restando a casa. Ad esempio, le giornaliste accreditate a coprire quell’evento vadano lì con il capo scoperto per manifestare la libertà che ci sta tanto a cuore e per essere vicine alle donne saudite che non vogliamo abbandonare al loro destino.”