Di Adela Kolea
Mi soffermo al testo della canzone “Soldi” di Mahmood.
Lui evidenzia il rapporto conflittuale con il padre egiziano.
La mancanza di un padre, che oggi ha quattro matrimoni alle spalle, e figli sparsi per il mondo, che va via quando Mahmood ha 6 anni (“Lasci la città ma nessuno lo sa, ieri eri qua, ora dove sei papà?“), ma dona riferimenti precisi nell’infanzia, da trasformare in musica.
Nel testo c’è un verso in arabo.
“Waladi waladi habibi ta’aleena
Mi dicevi giocando giocando con aria fiera
Waladi waladi habibi sembrava vera
La voglia la voglia di tornare come prima”
“Waladi waladi habibi ta’aleena”
Significa qualcosa come “ragazzo, ragazzo amato”.
Ma, per il resto, questo padre è assente o materialista, ipocrita che concentra ogni valore di vita nei soldi. Lui ha abbandonato la famiglia e il figlio Alessandro Mahmood.
“Il pezzo non parla di soldi a livello materiale, ma di come possono cambiare i rapporti all’interno di una famiglia “, – ha spiegato Mahmood
Noto però un denominatore comune tra Mahmood ed Ermal Meta:
Oltre all’origine straniera, il rapporto conflittuale di questi ragazzi con la propria figura paterna…🤔
Per la ricerca e la mancanza della figura paterna ha fatto una canzone un altro cantante che a me piace molto, Stromae.
La sua canzone “Papaoutai” si riferisce al padre – “Où t’es, papa où t’es?” – ma, suo padre è stato ucciso nel genocidio di Ruanda.
Suo padre era del Ruanda e sua madre è belga.