Di Gerardo Petta
Il comunicato del Presidente del Comites apparso sulla stampa dell’emigrazione, degno di un antico e ligio cortigiano, è un’opinione personale del Signor Luciano Alban e non dell’intero organo di rappresentanza della comunità italiana locale. Di conseguenza ci dissociamo da questo intervento, accorso in aiuto del console di turno, come i nostri rappresentanti sono abituati a fare da sempre.
Il Signor Alban si è messo accanto al Console di Zurigo Alaimo, come un ragazzino che si fa il selfie con Fedez (anche se Fedez è meno piacione di Alaimo), dopo che erano stati pubblicati alcuni articoli sulla fallita occupazione della Casa d’Italia di Zurigo e sulla vendita di quella di Lucerna.
Tra il console Alaimo e gli autori dei vari servizi di cronaca, tra cui il sottoscritto, i lettori hanno potuto leggere, in questo ultimo periodo, varie repliche e controrepliche, come avviene di solito in un confronto civile.
Luciano Alban ha pensato di avere il dovere, di punto in bianco, di porsi dalla parte del potere, senza se e senza ma. A prescindere…
E forse, il suo intervento avrà fatto infuriare anche il Console di Zurigo che non avrebbe voluto continuare a parlare di questo argomento, di cui si era già scritto abbastanza, forse troppo.
E probabilmente, il Console sa difendersi da solo, senza necessitare della solidarietà di un paggio.
Purtroppo il Signor Alban è da anni che occupa poltrone nell’ambito dell’emigrazione italiana in Svizzera, e come lui anche altre persone, senza rendersi conto che sarebbe utile, per il bene di tutti, non occuparsi di politica e fare lunghe passeggiate.
La collettività di Zurigo non ha bisogno di un personaggio del genere che oltre ad apparire nei vari eventi organizzati dalle Associazioni della circoscrizione consolare di Zurigo, non ha niente da offrire.
Riteniamo che un alto senso delle istituzioni è possibile solo se esse stesse hanno un alto senso del ruolo istituzionale che ricoprono. E il Signor Alban non lo ha, dal momento in cui ha inoltrato un comunicato alla stampa dell’emigrazione, firmandosi come presidente del Comites, quando era solo una sua opinione.
Pertanto, Egregio Signor Alban, le chiediamo di rassegnare le dimissioni.
Gerardo Petta