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L’attivista arberesh chiede al governo del Kosovo di far si a mantenere l’ambasciatrice Lama a Roma

Di Francesco Arnau

1919-2019. Quest’anno si festeggia il Centenario della Fiera Campionaria Internazionale di Padova. Fu inaugurata l’anno successivo alla fine della Prima Guerra Mondiale e Padova, già in quel tempo, si poneva come città che anticipava i grandi cambiamenti e predisponeva la rinascita industriale dopo il disastro bellico. Oggi, 1 giugno 2019, il sindaco Giordani, ha ricordato i fasti del Passato, augurando una immediata ripresa della Fiera.

Alcuni giornalisti presenti hanno annotato una stonatura: la presenza fra le autorità politiche di soli uomini; con una eccezione, la presenza dell’ambasciatrice del Kosovo in Italia, la signora ALMA LAMA. Il suo intervento è stato molto apprezzato dal pubblico. Parole chiare e appassionate che hanno evidenziato le caratteristiche positive dello Stato kosovaro, pronto ad accogliere investimenti stranieri e particolarmente italiani.

Il Kosovo, ha affermato l’ambasciatrice Alma Lama, possiede tutte le caratteristiche di un Paese ricettivo di investimenti in virtù di caratteristiche positive del Paese, ad incominciare dall’alto tasso di giovani che rappresentano credenziali sicure di un florido Futuro .

L’intervento di Alma Lama è solo l’ultimo dei suoi interventi diplomatici a sostegno dell’economia e del futuro del Kosovo. Già in passato l’ambasciatrice aveva presentato le opportunità offerte dal suo Paese alle istituzioni economiche della città di Padova. Ricordiamo in particolare due iniziative rivolte alla Camera di Commercio di Padova, che avevano favorevolmente colpito ed interessato i vertici di quella istituzione camerale.

I frutti di tale sforzo diplomatico si stanno realizzando grazie all’interesse che che Lei è riuscita ad infondere nei soggetti economici e imprenditoriali italiani, e padovani in particolare. La strada intrapresa da Alma Lama avrebbe assoluta necessità di continuazione.

Le relazioni e i rapporti nel tempo abilmente instaurati dall’Ambasciata del Kosovo in Italia imporrebbero una conferma e un rafforzamento nel solco tracciato. Un Paese giovane, da solo un decennio Indipendente, meriterebbe un futuro più fortunato dopo le tante sofferenze inflitte alla sua popolazione nel corso di una guerra dolorosa le cui ferite vanno sanate anche con il rilancio della sua economia e della sua presenza in Europa.

Alma Lama ha rappresentato tutto questo con la sua presenza a Roma, rafforzando tra l’altro i vincoli di storia, memoria e cultura con l’etnia Arbereshe italiana. Come cittadino italiano di etnia arberesch valuto impropria e autolesionista l’intenzione del governo kosovaro di non rinnovare la fiducia ad Alma Lama. Confido nel buon senso della classe dirigente governativa del Kosovo nel rivedere le proprie decisioni in merito. Viva il Kosovo, viva Alma Lama.

Post scriptum. Vorrei chiarire che la nota precedente non nasce da temporanei interessi personali, ma da convinzioni che ho maturato in questi anni nell’assoluto interesse del Kosovo, Paese che molto amo e a cui sono molto legato da circa un ventennio e precisamente dal dicembre 1998, quando a seguito di una mozione da me presentata e approvata dal Consiglio comunale di Padova si decise di aderire alla mobilitazione internazionale non violenta per la Pace e i Diritti Umani in Kosovo.

All’approvazione della Mozione in Consiglio comunale di Padova fece seguito l’invio di una delegazione a Pristina il 10 dicembre 1998, da me coordinata assieme a parlamentari italiani. Se a tutto questo aggiungiamo che io sono italiano di lingua albanese, mi parrebbe assolutamente disinteressata la perorazione della causa della signora Alma Lama che, per gli interessi del Kosovo, andrebbe confermata a Roma.

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