Kian Andrea Saggiadi ha sconfitto il cancro che lo aveva colpito affiancando la cannabis ai pesanti cicli di chemio: “Se sono riuscito a completare il percorso di cure è quasi esclusivamente grazie alla cannabis, altrimenti non sarei riuscito a fare la chemio ogni settimana”, racconta oggi spiegando che l’ha aiutato a sopportare dolori, nausee, spasmi e crampi.
articolo a cura di Mario Catania, Fanpage.it
Oggi Kian sta bene, ha sconfitto il cancro che gli ha fatto patire le pene dell’inferno e lo ha fatto, come dice lui, “soprattutto grazie alla cannabis”. In gergo clinico la fase che sta passando oggi è quella della remissione: il linfoma non Hodgkin a grandi cellule b in stadio avanzato e molto aggressivo che l’aveva colpito, non si è più ripresentato. Anche se non si può dire che sia fuori pericolo. “Dopo 5 anni verrò considerato guarito, ne mancano 3; per il mio tipo di tumore le recidive si presentano al 90% entro il primo anno, quindi il fatto che siamo a due anni e mezzo è molto positivo”. A 27 anni Kian Andrea Saggiadi ha ripreso in mano la sua vita e lavora in uno studio legale come praticante avvocato.
“Io mi ero sottoposto ad una chemioterapia sperimentale, che era molto, molto pesante”. I cicli li ha terminati nel gennaio 2017 e da allora non ha ancora avuto recidive. “E’ stato tremendo. La mia chemioterapia si chiama MACOP-B, che è una delle più pesanti. Siccome il tumore era molto aggressivo, la teoria è che vada colpito in maniera ancora più forte. Io ho fatto cicli settimanali: ogni venerdì facevo tra le due e le sei ore di chemioterapia: in una settimana facevo i cicli che di solito, per le altre persone, si fanno in due mesi. E sono andato avanti così per tre mesi interi, quindi è come se avessi fatto due anni di chemioterapia “normale” concentrati in due mesi”.
Secondo Kian, se non avesse avuto l’aiuto della cannabis, non l’avrebbe sopportata: “Uno dei motivi principali per i quali io riuscivo ogni venerdì a fare la chemio, era perché, attraverso la cannabis, riuscivo a sopportare dolori, nausee, spasmi e crampi. Fino ad un certo punto, perché nelle ultime tre settimane per il dolore non funzionava più nulla. Senza dubbio però, se non avessi avuto cannabis, non sarei comunque riuscito a fare il ciclo settimanale con costanza nemmeno per i primi due mesi e mezzo e a quel punto non so se la chemio sarebbe stata efficace, come invece è stata, avendola fatta regolarmente ogni settimana”.
Kian ha iniziato ad assumere cannabis dal primo ciclo. “Più che per l’appetito mi ha aiutato molto per i dolori, poi per i crampi e gli spasmi e nell’evitare le frequenti nausee. Mi ha aiutato tantissimo. E anche quando mi sono trovato a vomitare, riuscivo a sopportare meglio la cosa, sicuramente è stata più efficace dei farmaci come lo Zofran” (farmaco antiemetico indicato per controllare nausea e vomito in seguito a chemioterapia, nda).
A mente fredda l’opinione di Kian è la seguente: “Se sono riuscito a completare il percorso di cure è quasi esclusivamente grazie alla cannabis, è una cosa di cui non mi vergogno assolutamente di parlare: senza cannabis ammetto che sono sicuro che non sarei riuscito a fare la chemio ogni settimana”. Non solo, perché i benefici sono proseguiti: “Mi aiutato anche quando i cicli di chemio erano finiti, perché la nausea, gli spasmi e ogni tanto anche il dolore, li ho avuti anche per 18 mesi dopo la chemio. Mi capita ancora oggi, con meno frequenza”.
“Ho superato la chemio con la cannabis. A Salvini cosa dico? Solo di studiare”. La storia di Andrea
41572100Pubblicato da SimonaBerterame
La terapia inizia nel 2016, e la cannabis gli viene regolarmente prescritta: “Lì è iniziata l’odissea. Intanto perché ai tempi in farmacia costava 25 euro al grammo (oggi i prezzi sono quasi un terzo, nda), e poi bisognava ordinarla, dopo aver trovato una farmacia che effettuasse questo tipo di preparazione, con attese anche lunghe, che io non mi potevo permettere, quindi sono stato costretto a rivolgermi al mercato nero”.
Come abbiamo già visto, oggi la cannabis viene utilizzata in medicina per trattare i sintomi del cancro, affiancata alle terapie tradizionali. Accade ad esempio allo IEO, l’Istituto europeo di oncologia di Milano dove da un anno è stata avviata una sperimentazione per monitorare i risultati di questa pratica. “Io agli oncologi mi sento di dire di andare oltre il pregiudizio dell’idea dello spinello perché come ha aiutato me, può farlo per molte altre persone”, sottolinea oggi Kian. E un suo messaggio personale, l’ha recapitato nei giorni scorsi anche al ministro dell’Interno Salvini, dopo aver avuto notizia della battaglia contro il settore e i negozi che vendono i derivati della canapa.
“Ciao Matteo Salvini”, aveva scritto tramite social network, “vedo che vuoi continuare la guerra alla cannabis (quella legale tra l’altro, che non fa niente). Ti volevo solo dire che durante la chemioterapia, al netto di tutti i farmaci, tutte le pillole, quando mi comparivano ematomi casualmente sul corpo che bruciavano, mentre la nausea mi assaliva, mi ha aiutato la cannabis, più di qualsiasi altra cosa. Mi aiutava a non avere crampi, a non avere spasmi, a diminuire la nausea, a non avere dolori mentre vomitavo, mi aiutava a dormire. E non serviva nemmeno abusarne, ne serviva poca per tirare avanti in quei mesi. Se vuoi fare qualcosa di buono, inizia a colpire la mafia, inizia a colpire chi mette in commercio droghe pesanti. E non colpire chi, grazie a quella che tu proponi come emergenza nazionale, riesce a sopportare malattie e cose peggiori di una chemio”.
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