Di Roberta Zaninoni
Buongiorno a tutti… è da molto che non scrivo su questo gruppo ma oggi è una data molto importante…
l’1 maggio, oltre essere la festa dei lavoratori, è il compleanno di mio papà e se non fosse morto il 13 marzo 2020 per coronavirus all’ospedale di alzano lombardo Bergamo avrebbe compiuto 72 anni. Quello che vedete nelle foto sono le sue ceneri. Si proprio così. Il vaso nero con le sue ceneri. Che abbiamo ancora in casa perché ancora non siamo riusciti a fargli un funerale decente con lui meriterebbe. La candela resta accesa ogni giorno e ogni sera alle 21 in video chiamata facciamo una preghiera per lui e per tutti i morti .
Visto che le nostre testimonianze sono importanti e che adesso c’è anche un comitato www.noidenunceremo.it che potrà darci voce insieme alla magistratura, vorrei ripercorrere la storia di mio padre. E anche con la petizione siamo arrivati a 40000 persone http://chng.it/ZY84djrQ potete aiutare firmandola e facendo girare.
Mio padre inizia avere i primi sintomi il 7 marzo un po’ di stanchezza una leggera febbre che il 9 marzo diventa una febbre alta e una forte tosse. Così mio fratello e la compagna di mio papà decidono , insieme al medico di base , di portarlo in ospedale. Era martedì 10. Mio padre si alza dal letto, si lava , si prepara e fuma un’ultima sigaretta ( questo per farvi capire che stava bene!!!) mentre aspetta l’ambulanza .
ecco che arriva l’ambulanza mio fratello dietro con la macchina che li accompagna. L’ambulanza sbaglia e prima Va all ospedale di Piario , ma quando arrivano dicono no dobbiamo andare ad alzano ( questo ci fa capire come già anche gli operatori fossero disorganizzati e incasinati).
Arrivati al pronto soccorso di alzano lombardo ( dove tra L altro io 30 anni prima sono nata) erano circa le 10 di mattina mio fratello in sala D’attesa mio papà entra al pronto soccorso e quella sarà l’ultima volta che mio fratello lo vede allontanarsi dietro le porte scorrevoli di quel maledetto pronto soccorso.
Ha con se solo il cellulare che però è scarico; ci chiama e ci dice che l’hanno già messo nel reparto dei Covid e che il signore in parte a lui e’ messo male. Molto male. premetto che Alzano non ha la rianimazione e mio papà è spaventatissimo e quando ci telefona più volte martedì dice solo queste parole: “vi prego riportatemi a casa qui è un disastro”.
Mercoledì mattina i medici telefonano verso le 10:30 alla compagna di mio padre chiedendo quali farmaci prende e a che ora del giorno. La compagna di mio padre è molto stupita perché chiede : “ma scusate.. ieri lui è stato ricoverato alle 10 quindi doveva prendere i suoi farmaci a mezzogiorno alle quattro e alle sette di sera e ancora stamattina alle sette di mattina.. come è possibile che voi mi chiamate adesso!?”z
Qui nasce il dubbio che nel caos più completo non gli abbiano nemmeno dato i farmaci che lui prendeva abitualmente ormai da anni e che erano fondamentali per il suo stato di salute.
I dottori fanno finta di niente senza dare una vera e propria risposta e verso mezzogiorno mio padre chiama mio fratello dicendo : “Mirko ti prego sono due ore che non passa nessuno ho bisogno di aiuto” e mio fratello costretto a chiamare il centralino dell’ospedale per dire che mio papà cercava da due ore qualche assistente ma nessuno passava e che aveva bisogno immediato di assistenza. Verso il pomeriggio muore il compagno di stanza. Mio padre entra in panico , L ansia sale e inizia a veder sempre più lontana la possibilità di farcela. Pensa di essere ormai spacciato.
La mattina di giovedì ci telefonano per dire che papà era stabile e sfortunatamente il telefono gli si scarica e lì noi non lo sentiremo più al telefono ma solo sentiremo i medici che ci avvisano sul suo stato di salute.
Venerdì mattina ci contatta la dottoressa dicendo che papà si era molto aggravato e che non sapeva se riusciva a passare la notte che era sotto il casco respiratorio ma era ancora vigile.
nel mio cuore sentivo che non sarebbe andata bene così alle 20:00 telefono alla dottoressa e le dico: “la prego dottoressa dica a mio padre che sua figlia Roberta e suo nipote Vittoria a mano all’infinito”. Non ce la faccio. Dopo 10 minuti io richiamo in reparto e chiedi alla dottoressa se fosse riuscita a passare il messaggio che poi, aime, sarebbe stato l’ultimo. lei mi dice sì, gliel’ho passato il messaggio… lo ha fatto piangere con gli occhi e sorridere con le labbra.
Alle 22 30 la chiamata di mio fratello NOSTRO PADRE E’ MORTO
io non ci voglio credere così chiamo personalmente in reparto. la dottoressa aveva cambiato turno e c’era un dottore. Non ci. Volevo credere e dico : “dottore sicuro Giuseppe Zaninoni proprio lui? Ma come morto cosa fatto gli ultimi momenti?” E il dottore :”Era ancora vigile aveva il casco per la respirazione e si voleva alzare per andare in bagno ma non ce la faceva e dopo pochi minuti è morto.”
il dottore mi conferma che ogni giorno da quando è stato ricoverato ( e sono solo quattro giorni..‘ mio papà si è ammalato ed e morto in Benko Eno una settimana!!!!) chiedeva sempre di andare a casa e voleva firmare per andare a casa. Casa. Casa.
Adesso sei a casa papà,ma in un vaso. quia pulvis es et in pulverem reverteris. Polvere sei, polvere ritornerai. Cenere alla cenere . Ora sei risorto, ma non nei nostro cuori. Buon compleanno papà . Sei stato un grande esempio, un grande uomo . GRAZIE 🌹