Sono Angelo Alò, vivo a Durazzo dalla fine del 2015.
Era il 7 marzo 1991, quando conobbi per la prima volta gli Albanesi, li conobbi attraverso le immagini che la Rai trasmetteva, era il primo sbarco nel porto di Brindisi. Oltre 25000 uomini donne e bambini ammassati sul molo, una città nella città, piovigginava , quella pioggia sottile gelida che sembrava neve, non c’erano ripari solo qualche pezzo di plastica, fui colpito , fui talmente colpito che dissi a me stesso non è possibile vedere nel cuore dell’Europa una simile situazione!
Bisognava fare qualcosa , un giro di telefonate fra gli amici, al prete del paese, alla comunità dove svolgevo opera di volontariato, tutti furono d’accordo, non c’era tempo da perdere, affittammo un pullman , ci recammo a Brindisi, ( 45 km) demmo alle autorità la disponibilità ad ospitare 50 persone, ci fu accordata con un certo sollievo, in Villa Castelli, (mio paese di origine) fu una gara di solidarietà.
Il comune mise a disposizione i servizi del campo sportivo, (docce) il prete mise a disposizione gli spazi di una chiesa sconsacrata, ( refettorio) i ragazzi ospiti della comunità di recupero adeguarono gli impianti idrici in una scuola , nel giro di mezza giornata quelle 50 persone trovarono vitto e alloggio decente.
La gara di solidarietà non finiva li, piccoli imprenditori si offrirono per dare lavoro, potevamo ritenerci soddisfatti, per me non era cosi, volevo capire , volevo conoscere meglio la realtà , volevo vedere l’Albania.
11 Aprile del 1991 un viaggio organizzato da un’agenzia di Brindisi mi permette di arrivare in Albania, Brindisi Corfù, Corfù Saranda , il porto di Saranda era strapieno di gente curiosa di vedere “gli Italiani” che arrivano in Albania.
Un mini bus, della compagnia Albitour ci porta a Tirana, dovevamo stare in Albania solo due giorni, per me fu l’occasione di conoscere i parenti di coloro che avevamo ospitato a Villa Castelli e di consegnare loro i primi soldi guadagnati dai congiunti.
Erano stati avvisati che l’Italiano li aspettava all’hotel Tirana, che ognuno si sarebbe fatto riconoscere e che avrebbe ricevuto la sua parte, vennero tutti, da svariate città , Durazzo, Lushnja, Berat, Elbasan, Shjiak, Kavaja, e poi vari paesini .
Avevo visto queste persone, per me non era sufficiente, non potevo dire di aver visto l’Albania per essere stato due giorni chiuso in hotel, volevo conoscere le loro realtà , decido di ritornare in Luglio, da solo, con la mia macchina, perché volevo andare a visitare le famiglie!
Cosa che feci , due tre cose in questo secondo viaggio mi colpirono, la povertà, la dignità, e l’ospitalità di questo popolo.
Al ritorno in Italia, parlai con i miei amici , gli dissi che quello che avevamo fatto non bastava, bisognava fare di più, bisognava portare aiuto in Albania.
Detto fatto, altra gara di solidarietà, nel giro di due giorni , mezza sala del refettori era piena di scatoloni, principalmente vestiti, chiesi ed ottenni dalla comunità di cui ero volontario l’uso di un camioncino.
Carichiamo tutto , allora non cerano traghetti diretti col’Albania, bisognava passare per la Grecia, quindi , Brindisi, Igumeniza, Kakavija,Gjirokaster, Tepelene, Fier, Lushnja, Kavaja, Durazzo, un viaggio relativamente lungo visto la condizione delle strade all’epoca.
Fatti alcuni viaggi, mi rendo conto che ancora non è sufficiente, programmiamo una serie di aiuti mirati, medicine alimenti, era iniziata una fase di aiuti umanitari che si protrarranno fino al 1994.
La fase quando ho deciso di fare dell´Albania la mia seconda Patria´
Nel 2015 vado in pensione, decido con la mia compagna (Albanese) di trasferirmi in Albania, naturalmente preparo in Italia tutti i documenti necessari per avere il permesso di soggiorno, qui cominciano i problemi…!
Per avere il permesso di soggiorno in Albania occorrono dei precisi presupposti , possedere un immobile, o avere un lavoro, o avere un’impresa, o ricongiungimento familiare, altrimenti non c’è la possibilità di avere un permesso di soggiorno!
Io ho dovuto fare un documento notarile dove attestavo che vivevo con la mia compagna, ma quando questo non è possibile, si ricorre al contratto di lavoro fittizio, il pensionato che si fa assumere paga l’assicurazione!
Una volta ricevuto il permesso chiede il ricongiungimento di famiglia. Adesso hanno ingarbugliato di più le cose, va chiesto tutto on-line, solo che per accettare la prenotazione il sistema chiede la carta d’identità, che naturalmente deve essere Albanese! Si, cosa che uno straniero non ha, se aggiungiamo che lo straniero non conosce la lingua , e se aggiungiamo che chiedendo informazioni non gli vengono fornite in maniera compiuta ma solo frammentata , ogni volta manca qualcosa! E quindi si ritorna alla casella di partenza , la cosa diventa esasperante…!
Io mi chiedo, ma è possibile che un pensionato, (parlo di pensionati) che decide di passare gli ultimi anni della sua vita in Albania, in tranquillità, portando in questo paese risorse economiche, debba invece ritrovarsi a fare la gimkana tra burocrazie e burocrati fino a maledire il giorno che ha deciso di venire in Albania?
Come mai nessuno pensa a quanto potrebbe essere utile all’economia del paese attrarre risorse dai pensionati che vorrebbero venire qui? Paesi come il Portogallo stendono tappeti ai pensionati che decidono di trasferirsi.
Possibile che nessun politico Albanese non si rende conto di questo potenziale!?
l’Albania è bellissima, da Nord a Sud e potrebbe essere il paradiso dei pensionati nel cuore dei Balcani, il che potrebbe contribuire non poco crescita economica…
Nota: Foto in copertina è fatta a Shijak presso la famiglia ziu.