Home Approccio Italo Albanese George Castriota “Scanderberg”, fine diplomatico ed implacabile guerriero simbolo dell’Albania

George Castriota “Scanderberg”, fine diplomatico ed implacabile guerriero simbolo dell’Albania

Di Gabriele Andreoli, Pugliain.net/

Molti sono i testi che trattano la vita, le imprese di questo eroe della cristianità vissuto nel 1400. Una figura carismatica e potente, romantica, che racchiude in sé il dramma e la speranza di un popolo, di una fede confrontata con forze soverchianti, infide, totalizzanti.

Il libro che trattiamo oggi è scritto da Fan S. Noli, 1882-1965, un prelato della chiesa ortodossa, uomo erudito e capace diplomatico che redige un ritratto storico accurato nelle fonti, alle volte pedante ma rigoroso che al di là dei molti nomi, riferimenti, date e precisazioni fa emergere un racconto avvincente degli eventi.

Ma chi è Scanderberg?

Mito? Leggenda? Per fortuna le molte testimonianze permettono una ricostruzione storica abbastanza precisa che spesso corregge e rettifica i racconti leggendari su George Castriota (il vero nome di Scanderberg). Scanderberg è infatti un soprannome (“NuovoAlessandro”, in arabo, con riferimento alla figura di Alessandro Magno) che egli deve alle sue capacità strategiche e di soldato che gli permettono di raggiungere il grado di generale nel suo periodo da ostaggio presso la corte del sultano Murad II.

Nel leggere questo testo affiora tutta la cultura feudale del periodo e un fitto susseguirsi di intrighi e alleanze, accordi e disaccordi conditi da feroci battaglie e impossibili vittorie. Lo scenario delle vicende è l’Albania una terra divisa, porta verso i Balcani e l’oriente, roccaforte strategica per le armate turche che vogliono invadere l’Italia, usurpare Roma.

L’arco temporale che questo testo affronta è di circa una trentina d’anni in cui George Castriota fine diplomatico ed implacabile guerriero porta la sua terra ad essere riconosciuta e aiutata dalle potenze straniere ed il suo valore ammirato nelle corti d’Europa. Tra i suoi amici e sostenitori appaiono Alfonso Il magnanimo di Napoli e Papa Pio II. Venezia gioca un ruolo importante, alle volte aiutando la causa cristiana, spesso tradendo e alleandosi segretamente con il nemico islamico per meri interessi finanziari. Interessante è addentrarsi nelle usanze dell’epoca e comprendere come Castriota sia riuscito a mettere insieme i vari “kapedan” (feudatari) che frammentavano la regione e l’Europa, che spesso erano in lotta tra loro.

Infidi, capricciosi, invidiosi e violenti questi signorotti prediligevano accordi diretti e sovente erano mossi da paura e costretti al vassallaggio di potenti armate e signori. Non mancano esemplari eccezioni e rari slanci di generosità in queste vicende come hai giorni nostri. Un libro che ci riporta alla complessità della politica, che ci fa apprezzare la tranquillità conquistata, gli orrori superati e dunque ci predispone in maniera meno pessimistica e più costruttiva a confronto con un “oggi” se non più semplice certamente più vivibile./pugliain.net/

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