Home Approccio Italo Albanese Ermal Meta: “Ho avuto una famiglia terribile. Mio padre non era una...

Ermal Meta: “Ho avuto una famiglia terribile. Mio padre non era una brava persona”

Italian singer Ermal Meta performs on stage during the Sanremo Italian Song Festival, at the Ariston theater in Sanremo, Italy, 12 February 2016. The 66th Festival della Canzone Italiana runs from 09 to 13 February. ANSA/ETTORE FERRARI

Ermal Meta, cantante, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere della Sera: “Quando non scrivo, sto in silenzio, una cosa che mi ha insegnato la musica classica (la madre è violinista, ndr). Mi servono due o tre ore al giorno di silenzio perla gioia della mia fidanzata che però lo sa. La musica nasce dal silenzio e io passo molto tempo a pensare, a concentrarmi su quel che provo e sono. Mi è servito molto, specie nell’ultimo anno e mezzo, per combattere la paura. Sono molto attivo sui social anche se non ci ho capito molto dei social e non ci capirò mai niente”.

Ermal Meta ha poi aggiunto: “In un periodo in cui nessuno si espone nel dire quel che pensa, io sono un essere umano pensante, parlante e anche scrivente purtroppo. Non gestisco le reazioni dei miei fan, succede quel che succede. C’è chi è più o meno infervorato, succede che parta l’embolo, ma non parliamo di questioni di vita o di morte. E poi quando scrivi non si percepisce il tono, altrimenti la reazione sarebbe diversa. Penso invece che i social generino molta solitudine”.

Ermal Meta viene dall’Albania: “Io ho avuto una famiglia tradizionale che era terribile. Mio padre non era una brava persona, avrei preferito mille volte qualcosa di differente. L’Albania ha passato anni duri. Quando ero piccolo era vietatissimo ascoltare musica straniera, il regime aveva paura di quel che arrivava dall’estero tanto che per dire “casino” si diceva “America”. Lo diceva anche mia nonna, a cui fu portato via il marito quando lui aveva 30 anni e lei 24. Io prima di venire in Italia non sapevo neanche cosa volesse dire guardare all’estero. Pensavo all’Italia e pensavo al vuoto. Così quando siamo arrivati in Puglia ricordo le strade grandi e dritte perché in Albania erano tutte curve, per non far atterrare i nemici”./areanapoli.it/

Share: