Di Cristina Lovat
Ismail Qemali, liberale riformista, vissuto tra il 1844 e il 1919, è considerato l’architetto dell’Indipendenza albanese, il Padre della Nazione e il fondatore dello stato albanese.
Nel 1912, fu tra gli artefici e i firmatari del documento di indipendenza dell’Albania dall’Impero Ottomano, dopo 500 anni di dominazione.
Il liceo dove insegno è intitolato a lui: Gjimnazi “Ismail Qemali”, Tirane.
Ogni anno a scuola si commemora la morte del patriota. Lo scorso lunedì una delegazione di studenti, guidata dalla Dirigente, si è recata al monumento di Qemali, sul boulevard principale, per deporre corone di fiori e inchinarsi, ordinatamente a due a due, davanti alla statua di bronzo. Completavano la scena una sgargiante passatoia rossa e due ali di belle bandiere albanesi.
Ho osservato con attenzione i ragazzi, allegri e disordinati come sanno essere gli adolescenti, ricomporre le fila ad un ordine convenuto, seguire le indicazioni di Dirigente e Vicepreside, e compiere la loro parte nel rito.
A Bergamo, non siamo soliti a tutto questo nelle nostre scuole, perciò tale capacità albanese di costruire scenografie, e appunto celebrare rituali, mi colpisce molto e mi fa pensare che, al di là del lato estetico esteriore, tutto ciò può avere anche un valore educativo.
