Il tema dell’immigrazione è senza ogni ombra di dubbio un tema di scottante attualità, sia per l’Italia che parimenti per tanti altri Paesi Europei e nel Mondo.
E’ un argomento che va senz’altro affrontato in termini geo-politici con molta attenzione, per le notevoli ricadute che il fenomeno presenta ed anche la Democrazia Cristiana Italiana ed Internazionale intende dibattere questo tema al suo interno per poter offrire soluzioni concrete e condivisibili per la soluzione di questa delicatya problematica
Nel Suo volume intitolato < Il nuovo Ordine Eticonomico internazionale – NOEtI > il Prof. Antonio Foglio affronta l’argomento con notevole cognizione di causa !
Il NOEtIè sostenitore del “Diritto di non emigrazione”.
Il NOEtI vuole infatti che ogni persona debba godere del diritto di non emigrare, cioè di vivere in pace, lavorare, studiare, disporre di un reddito, godere di cure sanitarie nel Paese in cui è nato.
Da qui si evince che il problema dell’immigrazione lo si risolve intervenendo anzitutto nei Paesi da dove si è costretti ad emigrare, portando risorse, lavoro, investimenti, tecnologie, aiuti finanziari, formazione.
Il NOEtI più volte ha confermato che si vince questo problema non solo e non tanto portando i migranti dove c’è il lavoro, ma invece portando il lavoro dove ci sono i potenziali migranti.
Se non si affronta seriamente e concretamente l’immigrazione con un progetto, tassello importante per la realizzazione dell’Ordine Eticonomico Internazionale, questo ordine non avrà giammai realizzazione.
Le previsioni preannunciano che oltre 70 milioni di esseri umani sono pronti ad emigrare nei prossimi anni.
Il NOEtI con un progetto vorrebbe tentare almeno una soluzione parziale del problema, portando investimenti, lavoro, reddito, sviluppo, progresso in quei Paesi da dove partono i flussi migratori.
Con un serio riscontro all’immigrazione i Paesi industrializzati danno ai Paesi poveri un chiaro segnale di volere contribuire a risolvere il problema, ma anche a volere realizzato l’ordine eticonomico mondiale ricercato dal NOEtI.
L’immigrazione è un fenomeno che deve essere gestito con progettualità, programmazione e pragmatismo dal NOEtI visto che i Paesi industrializzati sono e saranno sempre un miraggio delle popolazioni dei Paesi poveri fino a quando non potranno avere lavoro, cibo, vita dignitosa e in alcuni casi pace.
Con il NOEtI bisogna intervenire con un progetto mondiale ripartendo in maniera equa e sostenibile i migranti tra i Paesi sviluppati, ricordando che è tutta la Comunità internazionale a doversi fare carico.
Un Progetto mondiale per l’immigrazione, se ben gestito, può portare benefici sia alle popolazioni che emigrano e sia a quelle che le accolgono.
Gli immigrati nel Paese ospitante diventano un’opportunità in grado d’incrementarne le potenzialità.
Il progetto deve dunque prevedere che ciascun Paese sviluppato si debba far carico di un determinato numero di migranti in arrivo, in base alle concrete possibilità lavorative offerte.
Per legge ogni Stato ospitante deve stabilire in anticipo annualmente i flussi ammessi di migranti ripartiti tra quelli a tempo indeterminato e quelli stagionali nei vari settori d’impiego (agricoltura, industria, artigianato, terziario, turismo).
Il coefficiente potrebbe essere definito in base al PIL di ogni Paese, al numero di abitanti, ad esigenze demografiche, all’eventuale ricongiungimento familiare; è affidato all’Ambasciata del Paese ospitante il compito di recepire il numero dei possibili migranti da ospitare, provvedere alla selezione, definire viaggio, concordare lavoro offerto, condizioni.
I migranti prima di partire conoscono dove devono andare, che tipo di attività devono svolgere, l’abitazione che viene messa a loro disposizione; i migranti in possesso di titoli di studio possono trovare un giusto impiego commisurato alla loro professionalità; a quelli sposati con famiglia deve essere consentito di portare nel Paese ospitante anche la famiglia.
Il NOEtI propone che i vari Governi singolarmente o insieme possano stipulare con i Paesi poveri accordi bilaterali, ma anche multilaterali per regolamentare l’immigrazione (numero e modalità).
Infatti se i Governi dei Paesi industrializzati facessero delle politiche immigratorie pianificate e concordate con i vari Paesi poveri, ci sarebbe sicuramente un’immigrazione a dimensione umana, quindi un vantaggio da godere da parte di tanti Paesi industrializzati, che hanno costanti sensibili cali demografici e mancanza di lavoratori in tanti settori.
Bisogna creare un meccanismo internazionale regolatore di come deve avvenire l’immigrazione a misura d’uomo coordinata e pilotata insieme dai Paesi dei migranti e dai Paesi destinatari che li accolgono; al riguardo si rende necessaria un’Autorità Internazionale che possa regolare i flussi migratori; questa Autorità è oggi inesistente, ma qui viene proposta.
Ogni Paese industrializzato decide annualmente e comunica all’Autorità garante quanti migranti possono essere accettati; il numero deve dare riscontro alle richieste di ogni Paese industrializzato.
Il progetto per l’immigrazione indica che collateralmente al far emigrare verso i Paesi industrializzati per sopperire alla necessità di lavoro, di mancanza di manodopera i migranti, è quanto mai utile e risolutivo del problema immigrazione portare anche il lavoro con capitali, con trasferimenti di tecnologie nel Paese dei potenziali migranti.
Questo “Progetto Immigrazione” concertato ed a misura d’uomo consta di due ambiti: i migranti dove c’è il lavoro e il lavoro dove ci sono i potenziali migranti.