Valbona Jakova, nella sua raccolta poetica Sul crinale del cuore, ci conduce per mano ad affacciarci sul crinale del suo cuore. Già la scelta del titolo, sottolinea il precario e perenne equilibrio tra lo scegliere di stare sul cuore, dentro il cuore o allontanarsi da esso. Affidarsi, abbandonarsi e aprirsi all’amore o far prevalere la paura e ripararsi da esso, lasciando le “finestre chiuse”.
Un amore dalle innumerevoli sfaccettature, simile ad unprisma che riflette le sue diverse forme, i suoi chiaroscuri e i suoi colori, che non sono solo quelli del rosso passione, come fa intuire il graffito di un cuore blu, sulla copertina del libro. L’amore, nelle poesie di Valbona è parola e immagine che indaga, scruta, si meraviglia e fa emergere la bellezza e le ombre di questo sentimento, in tutte le sue declinazioni.
È un’ode alla forza della parola che diventa suono nelle evocazioni, nei ritmi, nelle strofe, nei versi. Spesso i singoli versi, sono poesia nella poesia, come la chiusura nell’ode Briciole di ideali, nel bellissimo verso “Che nasca l’era del volo nella tua anima” o nella poesia Il profumo dei tigli, il verso, il “sì urlante dell’infinito che piange all’uscio dello sbocciare dei fiori profumati dei tigli”.
Poesia e amore sono la faccia della stessa medaglia, grammatica del cuore, fonte a cui abbeverarsi sempre, come un valzer d’amore tra una nuvola bianca e un fulmine “che scintilla fiamme di vita” (cfr. Abbracci un fulmine).
Una ricerca sempre viva, nonostante sfugga “come lava sfugge al vulcano” (cfr. Ti cerco), mancanza o poesia di “spiriti affini intrappolati nella stessa grammatica di suoni” (cfr. Lamento). O sofferenza d’amore che “resta prigioniera della speranza” (cfr. Piega traslata), illusione d’amore che lascia a metà la poesia e inghiotte la chimera (cfr. La morte di una chimera), come ricerca dell’Amore supremo, spirituale, ultraterreno.
Il suono dei versi di Valbona Jakova diviene elogio della fratellanza che è “abbraccio umano e consolatore” (cfr. Abbraccio consolatore). L’amore fraterno, materno, filiale. I versi di Valbona esprimonopassione per la ricerca della verità e dell’origine, di un Prima che spieghi tutto ciò che è venuto dopo. Essi sono manifestazione di libertà che libera dal dolore e dalla prigione.
Una vera “esplorazione delle altitudini dell’anima del mondo, dell’uomo, dell’amore” (cfr. Altitudini), l’amore per la terra e per la vita in tutte le sue forme, che combatte il male e la “pianta carnivora pronta ad inghiottire cuori, carne e parole” (cfr. Una pianta).
Ma come ogni vera ricerca filosofica, ogni risposta apre ad una nuova domanda, ad un nuovo viaggio di ricerca e scoperta nella vita e nell’amore che è simile ad un “pianeta mai scoperto, un enigma inspiegabile come l’Universo” (cfr. L’Universo).
Amore perfetto il cui nome è tra i nomi che non esistono (cfr. Il suo nome), ma che va sempre difeso dall’odio, dalla guerra, dalla malattia, perché lo Spirito d’amore, come sottolinea Valbona, è sempre germoglio di pace, che lascia aperta la porta alla speranza e alla guarigione.
La poesia diviene, infine, ricerca inesauribile di sè stessi, del senso della vita e del significato profondo dell’amore, attraverso la potenza e la bellezza della parola, sul crinale del cuore, della poetessa e della donna, Valbona Jakova.
Katiuscia Vammacigna