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Recensione di Katiuscia Vammacigna

Valbona Jakova, nella sua raccolta poetica Sul crinale del cuore, ci conduce per mano ad affacciarci sul crinale del suo cuore. Già la scelta del titolo, sottolinea il precario e perenne equilibrio tra lo scegliere di stare sul cuore, dentro il cuore o allontanarsi da esso. Affidarsi, abbandonarsi e aprirsi all’amore o far prevalere la paura e ripararsi da esso, lasciando le “finestre chiuse”.

Un amore dalle innumerevoli sfaccettature, simile ad unprisma che riflette le sue diverse forme, i suoi chiaroscuri e i suoi colori, che non sono solo quelli del rosso passione, come fa intuire il graffito di un cuore blu, sulla copertina del libro. L’amore, nelle poesie di Valbona è parola e immagine che indaga, scruta, si meraviglia e fa emergere la bellezza e le ombre di questo sentimento, in tutte le sue declinazioni.

È un’ode alla forza della parola che diventa suono nelle evocazioni, nei ritmi, nelle strofe, nei versi. Spesso i singoli versi, sono poesia nella poesia, come la chiusura nell’ode Briciole di ideali, nel bellissimo verso “Che nasca l’era del volo nella tua anima” o nella poesia Il profumo dei tigli, il verso, il “sì urlante dell’infinito che piange all’uscio dello sbocciare dei fiori profumati dei tigli”.

Poesia e amore sono la faccia della stessa medaglia, grammatica del cuore, fonte a cui abbeverarsi sempre, come un valzer d’amore tra una nuvola bianca e un fulmine “che scintilla fiamme di vita” (cfr. Abbracci un fulmine).

Una ricerca sempre viva, nonostante sfugga “come lava sfugge al vulcano” (cfr. Ti cerco), mancanza o poesia di “spiriti affini intrappolati nella stessa grammatica di suoni” (cfr. Lamento). O sofferenza d’amore che “resta prigioniera della speranza” (cfr. Piega traslata), illusione d’amore che lascia a metà la poesia e inghiotte la chimera (cfr. La morte di una chimera), come ricerca dell’Amore supremo, spirituale, ultraterreno.

Il suono dei versi di Valbona Jakova diviene elogio della fratellanza che è “abbraccio umano e consolatore” (cfr. Abbraccio consolatore). L’amore fraterno, materno, filiale. I versi di Valbona esprimonopassione per la ricerca della verità e dell’origine, di un Prima che spieghi tutto ciò che è venuto dopo. Essi sono manifestazione di libertà che libera dal dolore e dalla prigione. 

Una vera “esplorazione delle altitudini dell’anima del mondo, dell’uomo, dell’amore” (cfr. Altitudini), l’amore per la terra e per la vita in tutte le sue forme, che combatte il male e la “pianta carnivora pronta ad inghiottire cuori, carne e parole” (cfr. Una pianta).

Ma come ogni vera ricerca filosofica, ogni risposta apre ad una nuova domanda, ad un nuovo viaggio di ricerca e scoperta nella vita e nell’amore che è simile ad un “pianeta mai scoperto, un enigma inspiegabile come l’Universo” (cfr. L’Universo). 

Amore perfetto il cui nome è tra i nomi che non esistono (cfr. Il suo nome), ma che va sempre difeso dall’odio, dalla guerra, dalla malattia, perché lo Spirito d’amore, come sottolinea Valbona, è sempre germoglio di pace, che lascia aperta la porta alla speranza e alla guarigione. 

La poesia diviene, infine, ricerca inesauribile di sè stessi, del senso della vita e del significato profondo dell’amore, attraverso la potenza e la bellezza della parola, sul crinale del cuore, della poetessa e della donna, Valbona Jakova.                      

Katiuscia Vammacigna

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