Di Valbona Jakova
Incontro costruttivo di opinioni con lo scrittore Antonio Magagnino
Organizzato dall’Associazione Comunità Albanese In Italia in collaborazione con L’Associazione Scrittori e Artisti Albanesi in Italia
“ LSHASHI”
Intervengono, Ahmet Bendo, Morandi Mirka,Valbona Jakova, Rajmonda Mara.
Buonasera a Tutti, Buonasera signor Magagnino !
Oggi abbiamo l’onore di avere tra di noi il signor Antonio MAGAGNINO per discutere e promuovere la sua opera, libro che descrive alcuni aspetti della guerra in Albania, in base a una ricerca molto dettagliata, fatta da lui.
Ahmet Bendo, tempo fa, mi aveva parlato raccontandomi di aver conosciuto uno scrittore che ha scritto su certi fatti accaduti in Albania e mi ha chiesto di collaborare per promuovere e divulgare il suo libro, tra di noi.
Ho accettato senza conoscere il libro, anche se lui mi aveva accennato qualcosa. Il libro, infatti, l’abbiamo letto io, Bendo e Rajmonda. Faccio, per avere un’idea, un brevissimo riassunto intorno al contenuto per i nostri amici albanesi e italiani.
Il resto si farà in corso della presentazione.
Quando mi è arrivato il libro che lo aspettavo con ansia, l’ho preso in mano e ho iniziato a sfogliarlo, poi subito, mi sono resa conto di trovarmi davanti a una cosa molto più grande di noi, molto più grande del mio personale ragionamento, mi sono sentita molto piccola di fronte alla grandezza di questo libro e al lavoro immane svolto da uno scrittore accademico. Ha avuto la tentazione di lasciar perdere tutto, ma avevo dato la parola a Bendo e non potevo ritirarmi indietro. Così, dopo il mio primo spavento e i miei tanti tentennamenti, per andare avanti, mi sono affidata al mio cuore e alla mia coscienza.
Leggendolo, ho capito e ho sentito dentro di me, la missione di questa grande opera umanitaria, quasi come una vocazione, ho percepito lo spirito di afflizione che dava forza e insistenza allo scrittore, che non si è arreso di fronte alle difficoltà, spirito di forza trainante tramutato in motore con cui poi, ha potuto portare avanti con tanta tenacia e tanta voglia di venirne a capo, per riuscire a trovare finalmente una verità!
La vera verità, ma non solo, scoprire anche, attraverso prove che riguardano eventiaccaduti durante la guerra in Albania, tra il 39-44, portare all’attenzione del lettore e degli interessati, i vari personaggi del tempo, persone di rilievo e importanti coinvolti nel determinare il destino di altre persone, tra cui degli italiani e in particolar modo,quello dei Carabinieri Reali… Il libro è fitto di testimonianze che il signor Magagnino ha raccolto indagando sulla storia della foiba di Kremenar, che si trova nelle vicinanze di Fier, e sull’eccidio della Colonna Gamucci dei Carabinieri Reali in Albania, presso Guri i Muzaqit.
In quel periodo, come sappiamo dai libri di storia, si è creato anche il movimento Nacional-Clirimtare per la liberazione dell’Albania dall’occupatore, dall’invasore. Io sono una figlia di genitori partigiani che hanno combattuto tra le file di questo movimento. I miei genitori erano persone colte, avevano studiato, per di più erano brave persone con un cuore molto sensibile e grande.
La gioventù è l’età migliore per essere la sede di idee e di ideali. Mia madre aveva solo 16 anni quando Vasil Shanto l’ha coinvolta a far parte nella sua cellula, a Tirana, e persino lo hanno costretta a far negare la croce, e mia madre lo ha fatto, ma in cuor suo amava e credeva fermamente in quella fede che poi,con tanta dedizione, c’è lo ha trasmesso a noi figli.
Come lo sanno tutti, io sono anche nipote di Tuk Jakova, che durante la guerra era membro dello Stato Maggiore, Shtabi i luftës, che con gli altri ha firmato la condanna dei Carabinieri Reali della Colonna Gamucci, cosa che io non sapevo, l’ho scoperto adesso, leggendo questo libro.
Il destino mi chiama oggi per dare un giudizio su quella decisione di tante persone che io non conosco e sono incapace di dare un giusto giudizio e sbrogliare quella matassa. Io conosco solo mio zio, e non lo conosco solo io, ma in tanti, e per amore o per come conosco mio padre, penso che erano uomini retti e buoni di cuore. Non erano persone selvagge, inclini a far male…
Ho capito tantissime cose dopo aver letto il libro e mi tocca ringraziare Bendo e IL signor Antonio che lo ha scritto. Questo libro, mette in evidenza il destino di un’intera generazione italiana, ma sicuramente, per riflesso e per diverse ragioni conseguenti, quello stesso destino, è stato legato anche con quello della generazione albanese. Gli errori o i peccati come li ho chiamati da sempre io, sono stati e rimangono un boomerang per tutti e non risparmiano nessuno. Quando dico nessuno, lo dico con convinzione.
Siamo stati perseguitati anche noi, precisamente anche la mia famiglia e la nostra via crucis lo abbiamo fatta partendo da Tirana, Gramsh, Kuç, Lubonje, Kuç, di nuovo Lubonje,Selenice, poi Elbasan e in Italia, siamovenuti da soli. La via crucis anche per la colonna militare di Valona che il primo aprile 1943 partì per Seleniza (conosciuta per le acque tumultuose del fiume Viossa durante la primavera), al comando del T. Col. Ricci e il Capitano Enrico Raffaeli, per la difesa del presidio, e traditi dal tenente albanese Tahsim Spahiu, del gruppo di Valona.
I Carabinieri sia dell’eccidio di Kremenar, sia quelli della Colonna Gamucci, meritano di essere trovati, e meritano una degna sepoltura, sono figli giovani di madri, e dico giovani, perché morti in giovane età, e proprio per questo che dico: sono, e non dico erano, come se non ci fossero stati mai. Essere madre, vuol dire essere divina, essere eterna e che dall’eternità che le loro anime, le anime di questi figli che attendono di ritornare nella loro Patria. I loro corpi che ambiscono di essere inumati nella terra madre, si trovano in Albania.
Nel 1991, prima di partire per Italia, nostro padre ci ha consigliati di non cercare di entrare in politica. Mi domandavo sempre sul perché di questa inquietante raccomandazione. L’ho trovato ora la risposta.
La politica è soprattutto un intreccio di interessi, di negoziazioni, di compromessi, di idee e ideali, talvolta molto efficaci e giuste, e proprio in questi casi che si trova a collaborare con tanti, per far raggiungere il potere che permette la realizzazione di quelle idee, fatteda giusti ideali.
Il mondo appartiene a tutti.
L’uomo condanna il mondo, quando consegna il potere nelle mani di una sola persona!
Auguro, e me lo Auguro con tutto il mio essere, che lo stato Italiano, trovi il denaro per affrontare le spese in modo che cerchi e riporti la sua gente a casa, collaborando con quell’ Albanese.
“Seppellire i morti” è l’ultima delle sette opere di misericordia corporale. L’ultima, come per ultima arriva la morte per dare fine alla vita.Penso che anche per loro, questo sia stato l’ultimo desiderio! Lo ordina anche la Bibbia!
Grazie !