Di Mariarita Persichetti
Tirana profuma di vita e rinascita. Dall’inizio degli anni Novanta l’Albania ha avviato il suo processo di modernizzazione e la capitale ne manifesta i segni incontrovertibili. Dai dati dell’Istituto di Statistica albanese, nel 2022 gli arrivi sono più che raddoppiati rispetto al 2014. Il governo ha lavorato per migliorare il trasporto pubblico, ridurre l’inquinamento, migliorare l’accesso all’acqua potabile e ha implementato progetti di rigenerazione urbana.
Visitare Tirana oggi è un’opportunità per fuggire dalle rotte del turismo di massa e per comprendere un Paese la cui storia è strettamente legata alla nostra, per vicinanza geografica e trascorsi politici (nel Novecento l’Albania è stata una colonia italiana).
Cosa vedere a Tirana: il centro e le aree verdi
Per le strade di Tirana i palazzi moderni si alternano agli edifici decadenti, trasudanti le uniche tracce di un passato che i più giovani vogliono già dimenticare. Convivono in armonia le diverse fedi, musulmana, cristiano-ortodossa e cattolica.
Il centro nevralgico è Piazza Skanderbeg. Dedicata al famoso eroe nazionale, attorno ad essa si sviluppano tutti gli edifici di maggiore importanza. Spicca la Moschea Et’hem Bey, costruita tra il 1791 e il 1819, l’unica che il dittatore Enver Hoxa non ordinò di distruggere. Durante il periodo del ramadan, i cori dell’imam si diffondono dal minareto e donano una calma surreale a chi attraversa la piazza con passo svelto.
A pochi metri, il Museo di Storia Nazionale, inaugurato nell’ottobre 1981, che offre una panoramica completa della storia del Paese attraverso padiglioni dedicati al neolitico, al medioevo, al rinascimento albanese (XIX secolo), alla Dichiarazione d’Indipendenza (1912), all’antifascismo, alla dittatura comunista e a Madre Teresa, santa di origine albanese.
Le iniziative di rigenerazione urbana hanno svolto un ruolo significativo nel promuovere l’unità e il senso di appartenenza tra gli abitanti, integrando arte e cultura nel tessuto sociale e contribuendo al processo di rinascita. Il progetto Tirana Art Lab, ideato dall’ex-sindaco pittore, oggi premier albanese Edi Rama, ha portato alla realizzazione di murales sulle pareti grigie dei palazzi in stile sovietico, rendendo la capitale albanese un importante centro per l’arte contemporanea. Spazi espositivi come il Tirana Ekspres sono nati per promuovere il dialogo interculturale e la collaborazione tra artisti.
Merita una visita Pazar I Ri, sorto negli spazi di un vecchio mercato con l’obiettivo di riqualificare un’area degradata e trasformarla in un punto di riferimento per la vita sociale e commerciale della città. Tra spezie, artigianato locale, ristoranti che offrono cucina tipica e musica live, sembrerà di passeggiare in un vero bazar mediorientale.
La capitale albanese è ricca di aree verdi. Il Dajti Park, raggiungibile tramite una teleferica oppure a piedi attraverso sentieri di svariate difficoltà, offre viste spettacolari sul paesaggio circostante. Tra i boschi spuntano i bunker che Hoxa fece costruire durante il regime per proteggersi da eventuali attacchi.
Cosa fare a Tirana: il Blloku, da quartiere blindato a centro della movida
Durante la dittatura, il Blloku (letteralmente “Blocco” in italiano) era una zona esclusiva riservata alle élite del regime, compresi alti funzionari del governo, membri del partito comunista e diplomatici stranieri. Era circondato da mura e recinti di sicurezza che lo rendevano inaccessibile al resto della popolazione.
Nel 1991, dopo la caduta del comunismo, il Blloku ha subito una trasformazione radicale. La zona è ora pervasa da un’atmosfera cosmopolita ed è riconosciuta come centro della vita notturna, cultura, svago e divertimento.
Il Blloku riflette il cambiamento sociale ed economico del Paese negli ultimi decenni. È il simbolo della trasformazione dell’Albania da nazione isolata sotto il regime comunista a società aperta e in crescita. L’Albania è già tra i Paesi candidati ad entrare nell’UE./BuoneNotizie.it