Home Approccio Italo Albanese LA CHIAVE GIGANTE CHE SFIDERÀ LA LEGGENDA DI ROZAFA ALL’INGRESSO DI SCUTARI

LA CHIAVE GIGANTE CHE SFIDERÀ LA LEGGENDA DI ROZAFA ALL’INGRESSO DI SCUTARI

DAL GIORNALISTA ARTUR NURA

In un’azienda metallurgica di Laç, in modo del tutto silenzioso, si sta costruendo la Chiave magica e gigantesca dell’artista italo-albanese Alfred Mirashi, chiamato in arte Milot.

Mentre vediamo questa Chiave gigantesca divisa in parti e dai suoi quattro lati e numerosi saldatori con maschere professionali che lavorano su di esse, si crea l’impressione che ci stia costruendo un aereo da modello albanese! Le dimensioni sono tali che i contorni metallici, in costruzione, assomigliano ai pezzi di un aereo che, quando volerà, supera tutti gli ostacoli terrestri.”

Infatti, anche il suo ideatore e il realizzatore l’italo – albanese di Milot Alfred Mirashi, cerca tramite la sua opera di superare molte barriere di cui l’umanità e, soprattutto le società balcaniche in via di sviluppo trovano, ma anche creano tra di loro!

Visitando ogni parte della Chiave Magica e ascoltando l’appassionata interpretazione di Alfred Mirashi (Milot), ci si sente parte di un progetto che trasmette senza dubbio uno spirito positivo oltre la razionalità. Scutari, dove sarà collocata la Chiave magica dell’artista originario di Milot, sembra che tramite l’arte si può sfidare una delle leggende più significative della sua storia!

L’arte della scultura metallica di Milot di fronte alla leggenda di Rozafat nello Scutari madre

Alfred Mirash Milot, è uno dei 7 vincitori di un concorso internazionale, dove 130 artisti provenienti da tutto il mondo, hanno partecipato alla sfida aperta dal Ministero della Cultura Albanese per il progetto “Arte negli Spazi Pubblici” e ora la Chiave Magica della scultura monumentale in metallo è in fase di realizzazione e sarà collocata in una delle porte principali della città, al centro di tutto ciò che presenterà la solennità dell’accoglienza nell’antica città di Scutari Madre.

Alfred Mirash – Milot, tranne che con una Chiave gigante percepita come portafortuna nella porta d’ingresso della città di Scutari, cerca di dimostrare attraverso l’idea e la gigantesca realizzazione di questa scultura in ferro che, le società meritano un presente e un futuro migliore per se stesse e per i bambini, senza porte chiuse, senza divieti, senza privazioni, senza inganni e senza conflitti.

Sembra che tutto questo linguaggio filosofico dell’artista italo – albanese Alfred Mirashi – Milot non parli nella lingua tradizionale della leggenda di Rozafat dove i fratelli, senza comunicare tra loro, sacrificarono la più innocente della loro famiglia per costruire il leggendario castello dove murarono l’innocente Rozafa e, dove in primis sarebbero stati protetti da intenti invasori…

Un linguaggio più puro, sincero e realistico di quest’opera d’arte, la creazione, dove la Chiave assume forme astratte poiché considera il mondo senza porte nella comunicazione e nello scambio, contorna la manifestazione della sublimità creativa e sperimentale, dove al ferro viene data la più alta forma di comunicazione, ovvero quella della Pace e della convivenza tollerante.

Così la leggenda storica tradizionale si collocherà nello spazio e nell’urbanistica, ma anche nella storia, di fronte all’arte moderna che anche attraverso l’astrattismo moderno regala spazi di comunicazione senza ostacoli e senza cancelli dove la debolezza umana può essere nascosta per realizzare l’obiettivo.

L’arte è oltre i confini

La gigantesca scultura in metallo di Alfred Mirashi Miloti tenta di dare un messaggio di speranza in un momento così difficile e spaccato, con l’obiettivo di ravvivare il pensiero collettivo non solo di una società, ma di tutta l’umanità che recentemente ha perso la strada e sta creando conflitti armati in diverse aree del globo, di cui senza dubbio anche nelle nostre famiglie.

L’arte di Alfred Mirash, Milot vuole che questo sia un “grido” universale di rispetto reciproco tra le persone, affinché possano vivere in pace tra loro e non avere più luoghi chiusi e lontani.

Proprio all’ingresso di Scutari, metaforicamente, si troverà la Chiave che non apparterrà solo ai cittadini di Scutari ma anche ad ogni ndividuo o famigliare che passerà di lì, albanese, montenegrino, turista o cittadino di ogni stato.

Questa monumentale e impressionante struttura in acciaio che è già in fase di realizzazione finale, può essere definita benissimo la “Chiave di Oggi” per un futuro migliore e, sarà all’ingresso di Scutari inevitabile contro ogni indifferenza, mentre sarà alto dieci metri e venti di larghezza.

L’inaugurazione sarà una grande occasione e riflessione di un evento suggellato dal passaporto dell’arte che indica il percorso da seguire come identità creativa, scelta per essere vincitrice dopodiché splendore brillante sulla grandezza di un riferimento che inizierà con l’inaugurazione, ma che continuerà per sempre senza essere ignorato mentre parlerà a generazioni ed epoche nel linguaggio perenne della bellezza e dello spirito dell’artista.

E, come ha scritto il curatore di questa avventura artistica e filosofica Albert Vataj, chi di più poteva meritare dignitosamente questo colosso d’arte, oltre a Scutari, la città che ha preceduto la Storia Albanese con un’identità unica del culmine di atti rappresentativi, sia in termini storici nonché culturali, artistici, etnografici, ecc.

Questa coraggiosa sfida artistica di Milot non è solo un’opera monumentale per lo Scutari dei monumenti dello spirito creativo, ma anche il compimento dell’ultima volontà, della memoria e dell’onore degli precedessori di Alfred Mirashi, dalla piccola città di Milot, dove lui stesso è nato e cresciuto, per poi trasferirsi nella grande Italia che regalò al mondo grandi artisti…

L’Arte ha bisogno di collaboratori per essere raggiunto nelle persone

La Chiave magica è una delle più grandi opere d’arte che si collocherà all’ingresso della città di Scutari, la cui realizzazione è certamente resa possibile da un team di maestri composto dallo scultore ideatore Alfred Mirashi (Miloti), il Direttore Artistico, Michele Stanzione, il curatore, Albert Vataj, l’architetto Suela Dragovoja, l’ingegnere Valbona Calliku e Enver Zafeli, Michele Palumbo, design Paolo Sandrini, e, dove senza dubbio un peso pesante si ha tenuto sulle spalle VATA Construction, MICULI Shpk, l”Associazione Mille Volti, Italia, verso i quali necessita un Grande Ringraziamento per ciascuno a partire da colui che ha ideato questa straordinaria opera ispiratrice.

Tradotto da Angela Kosta

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