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Lettera Aperta al Primo Ministro Albanese Edi Rama

Gentile Primo Ministro Rama,

Come è noto la diaspora albanese in Italia conta più di 600.000 persone ed è, dopo quella rumena, la comunità di immigrati più numerosa.

La nostra generazione è quella del secolo scorso, che ha realizzato il sogno della libertà dopo 50 anni di dittatura e che ha avviato la trasformazione strutturale del Paese accompagnandolo verso la democrazia. La stessa generazione che ha trovato tante porte chiuse ma che ha saputo resistere e costruirsi un futuro.

La traversata della nave Vlora, la tragedia del naufragio nel canale d’Otranto, sono due facce di questa stessa medaglia, sono due esodi memorabili, tra l’accoglienza, a volte rifiuto, e alla fine integrazione in Italia. Quell’avventura fu un viaggio di speranza che custodiamo nella nostra memoria, insieme ai sogni e di storie ancora da raccontare.

La nostra comunità non è stata ferma, ha agito, lavorato, studiato, superato umiliazioni, ma che ha saputo sempre rialzarsi con le proprie forze.

La vita della nostra comunità in Italia è stata ed è fatta di duro lavoro integrandosi nel tessuto sociale e lavorando in tutti i settori (servizi, edilizia e libera professione) vincendo pregiudizi e stereotipi sulla nostra provenienza.

L’integrazione degli albanesi in Italia è fatta di cittadinanza attiva e di impegno politico: nelle ultime elezioni in Italia sono stati più di 700 i candidati albanesi. A dimostrazione che noi albanesi residenti in Italia siamo pronti a dare una mano al Paese che ci ospita nonché alla stessa Albania.

Per questo, gentile Primo Ministro, le chiediamo attenzione ed ascolto secondo i seguenti punti:

  1. La garanzia del diritto di voto della Diaspora come previsto dalla Costituzione Albanese. Promessa elettorale ancora non mantenuta

Le Diaspore albanesi di Grecia e Italia insieme fanno quanto gli elettori delle ultime elezioni parlamentari albanesi, dove ha partecipato al voto solo 46% degli elettori aventi diritto, dimostrando, in parte, la fragilità della nostra democrazia. I candidati albanesi in Italia testimoniano, al contrario, la volontà di contribuire alla vita sociale, economica e politica del Paese ospitante. Esperienza che mettiamo a disposizione del nostro Paese quale contributo di riconoscenza e di comune cultura.

Le chiediamo dunque di permetterci di contribuire con un ruolo attivo nell’accompagnare le riforme economiche e nel campo della scuola, della sanità, della sicurezza, della giustizia e della cultura del Paese. La nostra idea concerne un’Albania green, garante del bene pubblico proteggendo la natura con il sistema delle aree protette. A fianco di tutto ciò chiediamo una lotta chiara ed efficace contro la corruzione.

  1. Istituzione dell’Istituto di Cultura Albanese in Italia

Grazie al lavoro dei volontari in tutt’Italia sono state aperte scuole in lingua albanese per mantenere stretto il legame con le proprie origini storiche e culturali affinché le nuove generazioni non le perdano.

Purtroppo proprio per il carattere volontario non si riesce a creare un coordinamento nazionale. L’unico aiuto che riceviamo è la casa editrice per la diaspora che dona i libri. Veramente troppo poco. L’esperienza del ministero per la Diaspora si è conclusa senza risultati e gli strumenti attuali messi in campo dal governo non sono sufficienti per il futuro della nostra identità. Per questo motivo chiediamo con forma l’istituzione dell’Istituto culturale, promesso da anni ma mai attuato!

  1. L’impegno a fare in modo che le persone rimangano in Albania e che le nostre famiglie rimangano unite

Con l’emigrazione tanti albanesi hanno abbandonato la Patria e non vi hanno fatto più ritorno con l’abbandono delle case e il progressivo spopolamento.

L’inizio del ‘900 vede l’Albania nascere, la fine del ‘900 emigrare, ora stiamo assistendo all’abbandono e se le cose non cambiano si rischia di scomparire come nazione.

  1. Lavoro giusto e diritto alla pensione

Dopo anni di lavoro si ha il diritto di avere una pensione equa e dignitosa. Il sistema pensionistico albanese è in pericolo. Ci sono circa 600.000 lavoratori senza contributi versati. Non manca il lavoro ma i diritti sul lavoro. Le grandi sfide sono il lavoro informale e l’invecchiamento. Mancano i controlli e le tutele adeguate a un lavoro giusto, necessità per contrastare il numero dei nuovi poveri del futuro, e per non incoraggiare troppe persone ad abbandonare il Paese.

Lei è oggi in Italia per ricordarci del recente accordo con il governo Meloni sulle pensioni dei lavoratori albanesi in Italia. È certamente frutto del lavoro del suo Governo che ringraziamo, ma è anche il risultato delle lotte delle associazioni e dei volontari albanesi in Italia. Un risultato che ci auguriamo possa riguardare anche chi vive in Albania con pensioni tra le più basse d’Europa.

Signor Primo Ministro, le migrazioni sono una sfida epocale dei prossimi decenni, dove si giocano i consensi e le sorti dei partiti politici in ogni parte del mondo.

In questo quadro la questione dei “luoghi d’accoglienza” per migranti in attesa di identificazione che l’Albania sta costruendo per l’Italia ci preoccupa molto.

Le ricordiamo che gli immigrati che approdano oggi sulle coste italiane hanno gli stessi sogni e speranze di quegli albanesi che trent’anni fa affrontarono la forza del mare per un futuro migliore. Noi siamo dalla loro parte perché abbiamo vissuto sulla nostra pelle la stessa sorte. Per questo le chiediamo che questo tema venga trattato con rispetto e dignità.

Con questa logica anche i nostri immigrati in Regno Unito corrono il rischio di andare in Ruanda. Non vorremmo che l’Albania diventasse il Ruanda dell’Europa!

Il Consiglio Europeo da poco ha votato un Patto sulla migrazione e asilo per avere una politica unitaria per la gestione dei flussi migratori, ma la soluzione è peggiore del problema: gestione finanziata dei flussi a qualsiasi costo. È una gestione senza anima.

Caro Primo Ministro, nell’Albania comunista i treni viaggiavano a 50 km all’ora e non arrivavano mai in orario. Oggi in Albania non viaggia nessun treno anche se le concessioni delle nuove linee ferroviarie prevedono l’alta velocità a più di 300 km orari.

Noi tutti ci auguriamo che le politiche nazionali possano far progredire il Paese ponendolo al livello di Paesi più sviluppati, auspicio che ci rende fiduciosi ma anche preoccupati perché individuiamo troppe contraddizioni.

Per questo caro Primo Ministro, le chiediamo di ascoltare oltre che consultare chi come noi ha sempre nel cuore il proprio Paese facendo tesoro dei nostri sacrifici e della nostra esperienza.

Viva l’Albania!

Presidente dell’associazione Besa-Aps

Edmond Godo

Nota stampa:

BESA-Aps, Associazione della Comunità albanese in Italia è un’associazione di promozione sociale iscritta al Registro Nazionale delle Associazioni del Terzo Settore (Runts). Nasce nel Febbraio 2002 negli ambienti dell’Università “La Sapienza” di Roma. Lo scopo dell’associazione è promuovere la lingua e cultura albanese, oltre che far conoscere agli amici italiani le tradizioni, la cultura, la storia, la letteratura, il cinema e l’arte dell’Albania.

Domenica 26 maggio all’e-work Arena di Busto Arsizio, a seguito della prima visita ufficiale del Primo Ministro Edi Rama per incontrare la diaspora Albanese in Italia, accogliamo con interesse le priorità del nostro Governo chiedendo attenzione ed ascolto secondo i seguenti punti:

  • Chiediamo di avere un ruolo attivo nell’accompagnamento delle riforme in economia, scuola, salute, giustizia, sociali e culturali del Paese.
  • Istituzione dell’Istituto della Cultura Albanese in Italia

-L’impegno a fare in modo che le persone rimangano in Albania e che le nostre famiglie rimangano unite.

  • la questione dei “luoghi d’accoglienza” per migranti in attesa di identificazione che l’Albania sta costruendo per l’Italia ci preoccupa molto.

Non vorremmo che l’Albania diventasse il Ruanda dell’Europa!

Presidente dell’associazione Besa-Aps

Edmond Godo

Contatti: 348 5427 728 Mail: [email protected]

facebook.com/Comunita.Albanese.BESA

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