Blerina Pëllumbi (Demo) è nata nella bellissima città di Korça, in Albania.
Blerina è una delle giovani voci promettenti della letteratura albanese. Essa si è laureata presso l’Università “Fan Stilian Noli” come insegnante, perciò dopo i studi ha lavorato per circa 10 anni come insegnante nella sua città natale. Attualmente Blerina vive e lavora in Francia, dove continua a perseguire la sua passione per la letteratura.
La prima pubblicazione che l’autrice ha pubblicato, è stato libro intitolato: “Le lacrime di una donna”, un romanzo basato sulla storia vera di una donna albanese.
Quest’opera ha trovato un vasto pubblico ed è stato tradotto in francese e in inglese, entrando a far parte della concorrenza della letteratura globale, attraverso la potente piattaforma Amazon.com.
Di seguito, Blerina ha pubblicato altri 5 libri che mostrano una varietà di generi e temi:
- “Le lacrime di donna”, tradotto in: inglese, francese e albanese
- “Cristalli frantumati”, raccolta di poesie che descrive perfettamente la resistenza e la sensibilità umana.
- La violenza dell’anima”, romanzo sconvolgente basato sulle storie vere, il quale tratta le profonde ferite dell’anima
- “Gente che assomigliano al sole”, un altro romanzo che porta storie vere e le ispirazioni della vita
- “Psicologia e sentimento”, raccolta di prosa che combina gli elementi di psicologia con i sentimenti umani.
- “Quanto pesa un cuore”, novella, una vera storia realmente accaduta.
La creatività di Blerina Pëllumbi si distingue per la sensibilità e la capacità di toccare profondamente il cuore dei lettori. Lei scrive in uno stile distinto e chiaro, portando storie della vita reale, che combacino con le esperienze di molte persone.
Come scrittrice emergente, Blerina è un esempio d’ispirazione, la quale è riuscita a costruire una carriera internazionale di successo, mantenendo comunque vivi, lo spirito e la cultura albanese nelle sue opere. Con la sua dedizione e talento, Blerina continua a contribuire all’arricchimento della letteratura albanese e, cerca di farsi un distinto nome sulla scena letteraria.
OGGI CERCAVO LA PACE
Oggi cercavo la Pace
sulla terra grinzosa
fatta in macerie dalla rabbia.
Oggi cercavo la pace sulle ciglia che tremavano
sotto un’ombra di tristezza.
Oggi cercavo la Pace
dentro un’anima
che con le urla di un bambino, piangeva.
Versava cascate di lacrime su oceani
infuocati da crepuscoli in tormento.
Oggi cercavo la Pace
in un mondo invecchiato dal dolore
che portava sulle spalle:
mani, piedi, occhi e volti sbiaditi.
Oggi cercavo la Pace e la verità balbettavo
di un mondo che la sofferenza indossa.
Oggi cercavo la Pace con i fiori tra le mani
di cui il profumo hanno perso
rivolgendomi alla politica, agli stati, così miseri.
Oggi cercavo la Pace con gli occhi avvolti con la speranza
affinché non si sentano tuoni e terremoti
nel taciturno vespero.
Oggi cercavo la Pace dicendo alla guerra: fermati!
Fermati dinnanzi agli occhi tristi di un bambino
Fermati!
Ormai non hai più tempo!
Sta rinascendo una nuova speranza
una nuova terra sta nascendo
vestita di Pace e di Luce.
DONNA, TU SEI LA VITA
Fosti un pezzo di sole
che le nuvole taciturne al tramonto spacca?
Oppure sei un pezzo di luna
che le stelle e la sera oscilla?
Fosti pure un pezzo d’inverno
di cui la nostalgia la neve indossa?
Oppure sei un pezzo di primavera
che al respiro con il profumo gli rendi vita?
Ti vidi camminare anche come un’ombra
mi proteggevi quando io dormivo.
Ti ho vista vagare dietro le stelle
che luce sprigionarono sulla fonte.
Fosti un fulmine?
Poiché gli occhi mi brillano quando ti vedo?
Oppure sei un tuono
veloce come una freccia?
Ti ho vista coperta da un velo
e le nuvole dentro i tuoi occhi tenevi.
Fosti una sirena
che con le onde del mare ti diverti?
Ti ho vista anche come il fuoco ardente
di cui vite seminavi
e alla terra tra le mani gliela lasciavi
Donna, tu sei l’esistenza
dietro la luna
Io in silenzio di fronte a te rimango
eppure anche tu con silenzio rispondi.
Sembra che un patto abbiamo fatto
stando entrambe folle dietro le stelle.
La nullità ovunque mi circonda
nell’anima immersa nella solitudine
Inutilmente, una fata cerco oggi
e non saprei perché ho scelto te?
Inconsueto mi vedi e ti vedo
poi con l’argento tu mi copri
sembra che il velo mi metti
sulla mia anima che oggi piange e soffre.
Tu rimani distante, così come me
quando nelle galassie di solitudine mi perdo
Invano cerco a confessarmi da te
e ogni notte, come una pazza ti inseguo.
Ti confesso il fuoco nel cuore
via lo getto durante la notte e lo svuoto
perché il giorno non ha più posto per me.
Con te, luna, discorro, grido
raccontandoti della tristezza
per ciascun desiderio dimenticato.
Mi ricordo oggi anche delle luci dell’anima
che la gente con le mani me li spensero
e la nostra luce insieme la condividiamo
tu versi l’argento ed io i sospiri
come un velo diventi oggi ai miei occhi
una speranza che con tremiti… muore…
LA CECITÀ NELL’ANIMA
Vorrei molto che tu avesti gli occhi
per vedere anche i miei
ma di più vorrei che mi vedesti nell’anima,
in questo cuore così fragile, così prezioso.
Tu pativi negli scuri abissi
il tuo ego, quanto mi ferisse.
Tu non vedevi nemmeno quando mi calpestavi nell’anima,
la tua era vuota e tanto mi pesava.
La tua ferita apparteneva all’oscurità,
una vita che tu uccidevi,
la laceravi pure con le mani.
Cercai di sorridere anche nel cuore
all’oscurità che si trovava nei tuoi occhi, nell’oblio
Alla luce correvo
come una fiaccola la tenei
ai sogni di un amore folle.
Ma la cecità dell’anima come un faro dominava,
rideva, scherniva, però mai uccise il mio sogno.
Tradotto da Angela Kosta Direttore Esecutivo della Rivista MIRIADE Accademica, giornalista, poetessa, saggista, editore, critica letteraria, redattrice, traduttrice, promotrice