Carmine De Masi Nasce a Foiano Valfortore nel settembre 1952. Coniugato nel 1981 e padre di due figli. Scrive da oltre un ventennio: poesie, aforismi, racconti brevi e filastrocche. Ha partecipato a vari concorsi nazionali di poesie.
È stato presidente della Proloco per un decennio. Vice Presidente e docente dell’Università della terza età di San Bartolomeo in Galdo. È corrispondente di un quotidiano provinciale. Impegnato nel sociale, attratto dalla natura e appassionato di sport.
TRE PLATANI
All’alba di una mattina estiva
Han tagliato tre platani,
rigogliosi e secolari.
Sui volti di passanti, sgomento e tristezza
Di chi, per amor della natura, vive;
chi, con indifferenza, sorride,
guarda e passa.
Gli uccelli, per anni,
han deposte le uova;
ora, smarriti, non trovano pace,
cercano i loro piccoli
tra i restanti rami
di codesti alberi giganti.
Un coro s’innalza
Verso il cielo, gridando
All’atrocità di cotanto scempio,
di chi, con viltà, han siffatto,
non curandosi dei propri avi
che, con amore, essi piantarono.
Nella notte fonda andremo
A contemplar la luna e il vento,
che per anni han coccolato e
accarezzato gli alberi giganti.
Gli canteremo una litania,
chiedendo di perdonar
un così grave misfatto.
(Natura-riflessione – 22 Giugno, 2012)
L’IPOCRISIA – (riflessioni)
Partorire menzogne
Nella galassia arroventata
Da bufere,
gelidi uragani
si catapultano
nei viottoli ciechi e
piazze affollate.
Nuvole grigie
Spargono bava al vento,
illazioni tritano
anime innocenti,
l’eco di un tuono s’espande
come colpo di mortaio
e lingue di fuoco
lacerano membra
già martoriate.
Le maschera dell’ipocrisia
Incorona dolore, incertezza e lacrime,
l’umiltà fortifica i deboli e
l’acqua cristallina
cade limpida dall’alto purificata,
diventa alleata della
divina giustizia,
L’Ipocrisia, non è…
Note dell’autore:
“L’ipocrisia si nasconde dietro a sorrisi lacrime.”
(22 Novembre, 2013)
GOCCE D’ACQUA
V’è un’oasi di pace nel barocco tempio,
affreschi e colonne sagomate dal tempo;
salgo ogni mattina all’alto colle
per rinfrancare il mio respiro
e ripulirlo dallo stato impuro.
Io sono qui, il tempo si è fermato;
resto così, lo sguardo estasiato:
rivivi in me, in ogni mio gesto d’amore;
rivivi in me, o mio Signore.
Recomi alla fonte di luce d’acqua pura
Per dissetare l’ansia e la mia natura.
Alzo lo sguardo al vecchio legno
e La corona di spine, posta sul
Gòlgota Del caro Padre mio.
Io sono qui, il tempo si è fermato;
resto così, lo sguardo estasiato:
rivivi in me, in ogni mio gesto d’amore;
rivivi in me, o mio Signore.
Al mio fianco, della madre sua,
che l’accudì e custodì
il martoriato e prediletto figlio suo.
Mi prostro penitente, umile e sommesso,
elemosinar ancora adesso il Suo perdono.
Chiedo nelle dolenti notti,
ancora d’esso, di guidarmi nell’arduo
mio cammino della vita.
Io sono qui, il tempo si è fermato;
resto così, lo sguardo estasiato:
rivivi in me, in ogni mio gesto d’amore;
rivivi in me, o mio Signore.
Io, davanti a te, torno bambino ancora;
torno bambino ancora
io, davanti a Te.
(01 Giugno, 2013)
Preparato da Angela Kosta Direttore Esecutivo della Rivista MIRIADE Accademica, giornalista, poetessa, saggista, editore, critica letteraria, redattrice, traduttrice, promotrice