Traduce in italiano Maria Teresa Liuzzo
direttore rivista di cultura internazionale LE MUSE (Italia)
Prigioniera di braccia lunghe e affamate
da un nodo stretto, troppo stretto,
sino a sentire i suoi artigli spezzarmi le ossa.
Dalla biglia vetrosa tra le ciglia
spande l’arcobaleno di una lacrima.
L’abisso spalanca le sue fauci e vorrebbe divorarmi.
Mi assorbe la danza caotica della mia dannazione.
Mi perseguita sempre una lama di luce
mentre il cuore si è smarrito tra le stelle.
Le incognite sono misteriose.
Il destino è nella cecità dei miei occhi.
Come l’attore indosso sempre nuove maschere.
Tra sonno e veglia
monotono è il tic tac dell’orologio.
Soffia il vento tra le nubi
dense di dolore e le disperde.
Nella caduta mi appiglio
alla freccia di un ramo
come ad un ombrello.
Acquerello distratto è il mio viso.
Riaffiora nostalgico il passato,
il dubbio percuote la mia vita.
Non temo la morte,
passeggio come il vento tra le tombe.
La pupilla fotografa con i colori dell’iride.
I miei sogni attraversano altre dimensioni
mi conducono su altri spazi sovrapposti.
Il guscio della passione si sgretola
come un muro a secco.
Si spengono le stelle oltre il velo della luna.
La realtà è altrove.
Mi attrae l’ombra muta della chimera,
mi affascina il labirinto dell’incognito.
Forse gli Dei mi concederanno l’immortalità?
La ragione mi solleva
dal mio dolce ”mentire”.
Sa che i sogni muoiono all’alba
mentre sboccia una stella alpina sulla vetta.
A. A.