Home Approccio Italo Albanese ANIMA GELIDA. DI ANDREEA ARSENE

ANIMA GELIDA. DI ANDREEA ARSENE

Traduce in italiano Maria Teresa Liuzzo
direttore rivista di cultura internazionale LE MUSE (Itali
a)

Prigioniera di braccia lunghe e affamate
da un nodo stretto, troppo stretto,
sino a sentire i suoi artigli spezzarmi le ossa.
Dalla biglia vetrosa tra le ciglia
spande l’arcobaleno di una lacrima.
L’abisso spalanca le sue fauci e vorrebbe divorarmi.
Mi assorbe la danza caotica della mia dannazione.
Mi perseguita sempre una lama di luce
mentre il cuore si è smarrito tra le stelle.
Le incognite sono misteriose.
Il destino è nella cecità dei miei occhi.
Come l’attore indosso sempre nuove maschere.
Tra sonno e veglia
monotono è il tic tac dell’orologio.
Soffia il vento tra le nubi
dense di dolore e le disperde.
Nella caduta mi appiglio
alla freccia di un ramo
come ad un ombrello.
Acquerello distratto è il mio viso.
Riaffiora nostalgico il passato,
il dubbio percuote la mia vita.
Non temo la morte,
passeggio come il vento tra le tombe.
La pupilla fotografa con i colori dell’iride.
I miei sogni attraversano altre dimensioni
mi conducono su altri spazi sovrapposti.
Il guscio della passione si sgretola
come un muro a secco.
Si spengono le stelle oltre il velo della luna.
La realtà è altrove.
Mi attrae l’ombra muta della chimera,
mi affascina il labirinto dell’incognito.
Forse gli Dei mi concederanno l’immortalità?
La ragione mi solleva
dal mio dolce ”mentire”.
Sa che i sogni muoiono all’alba
mentre sboccia una stella alpina sulla vetta.
A. A.

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