Questo è il 26esimo libro in lingua italiana della poetessa Irma Kurti che viene pubblicato con il logo della casa editrice Ivvi Editore. L’immagine della copertina è del fotografo Biagio Fortini.
Branko Miljković, un rinomato poeta serbo che ha lasciato anche un segno indelebile nel panorama letterario dell’ex Jugoslavia e dei Balcani degli anni ’50, da una figura di grande rilievo e coraggio nella lontana epoca comunista, scrisse nella sua poesia-manifesto Tutti scriveranno poesia: …ma un giorno / là dov’era il cuore spunterà il sole / ed il linguaggio non avrà più parole / cui la poesia possa rinunciare / tutti diventeranno poeti. Il poeta si riferiva, maggiormente, alla purezza di emozioni insieme ad una elevata consapevolezza delle nostre azioni che dovrebbero segnare l’anima e il cuore degli esseri umani liberati dai propri limiti egoistici.
Quasi settant’anni dopo Irma Kurti, poetessa e scrittrice italo – albanese, esprime nel modo più bello, ovvero con la sua nuova raccolta poetica, la verità di questi versi in quanto il suo cuore poetico risplende come un vero sole. E poi compie un passo avanti perché con i suoi versi belli e sinceri, che vanno direttamente al cuore del lettore, risponde pure alla domanda se è possibile scrivere e poetare in una lingua diversa dalla propria lingua madre. Un argomento delicato come lo è anche lo stesso tentativo poetico, ma ben riuscito nel caso di Kurti.
La sua è una poesia pura, semplice e bella nella sua sincerità, talmente persuasiva che tocca immediatamente le corde del cuore con una certa “ingenuità”, proprio quella che possiedono solamente i bambini ed i poeti.
Infatti, nella raccolta di Kurti, su vari temi e argomenti, tutto sembra liscio e facile, ma poetare in un’altra lingua è una fatica da Ercole che a volte sembra pure quella di Sisifo. Un lavoro difficile, struggente, mai apprezzato abbastanza da qualche madrelingua, eppure un modo prezioso di arricchire sia la propria anima d’origine che “quella culturale” che ci appartiene con la scelta, il destino, la vita e chi sa con che cos’altro.
La fortuna dei poeti e degli autori che scrivono direttamente nelle lingue diverse dalle proprie, e in questo caso particolare la fortuna di Kurti, sta nella possibilità di avere sempre una dualità di immagini poetiche, ricchezze linguistiche, modi e metodi diversi e per questo sempre nuovi ed intriganti di esprimersi e da esprimere. Così si allargano doppiamente pure i propri orizzonti poetici tramite i temi, i ritmi, le tradizioni ereditati dalla cultura d’origine ed ora immersi nei nuovi schemi poetici e linguistici. In breve, si cresce sdoppiandosi creativamente.
La poesia di Kurti viaggia poeticamente su due binari principali: sul primo domina il tema della solitudine e, di conseguenza, dell’alienazione umana viste attraverso il caleidoscopio poetico dell’anima solitaria della stessa poetessa. Il secondo binario poetico della raccolta, quello più sensibile e più toccante di cui è permeata tutta la poetica di Kurti, è il filone dell’anima che gocciola di dolore. Infatti, tutta la silloge è dedicata alla memoria dei propri genitori, ormai gli angeli custodi, partiti per un’altra dimensione da cui ancora ispirano toni e sentimenti profondi ed unici, vegliando sempre su ogni passo lirico della poetessa.
Vesna Andrejević
Poetessa e critico letterario