Di Enriko Ceko
Nelle società democratiche, la meritocrazia è uno dei pilastri fondamentali su cui si basa il funzionamento equo ed efficiente delle istituzioni pubbliche. Tuttavia, in Albania, questo principio fondamentale viene spesso ignorato a favore di una cultura clientelare, in cui il militanzismo politico e il servilismo prevalgono sulle competenze, le conoscenze e la preparazione professionale.
Di conseguenza, ciò che la politica ci vende come “pilaf” è in realtà un piatto pieno di sassi, in cui ogni tanto si trova qualche chicco di riso: una metafora amara per la mancanza di pari opportunità e la distribuzione ingiusta delle posizioni pubbliche.
Uno dei problemi più grandi oggi è che i posti di lavoro nella pubblica amministrazione raramente vengono assegnati sulla base delle competenze o dei risultati accademici e professionali.
Invece, vengono distribuiti in base all’appartenenza politica e alle connessioni personali. Questo fenomeno non è nuovo, ma è peggiorato nel tempo, nonostante le varie promesse di riforma da parte dei governi per un’amministrazione pubblica più equa e meritocratica.
Le autorità nazionali e locali per l’occupazione, sia nella pubblica amministrazione che nel settore privato, che teoricamente dovrebbero garantire un processo di reclutamento trasparente, sono diventate istituzioni che esistono solo sulla carta. Molte persone hanno partecipato a più di 15 concorsi per un posto nella pubblica amministrazione o nel settore privato, e anche se hanno ottenuto punteggi più alti rispetto agli altri candidati, non sono stati nemmeno invitati al colloquio previsto per legge.
Questo dimostra chiaramente che il processo di selezione è una farsa e che i posti di lavoro sono già stati assegnati in anticipo a persone legate ai partiti al potere. Questa realtà è stata confermata anche da organizzazioni internazionali, costrette a intervenire più volte per affrontare il problema della manipolazione dei concorsi pubblici.
In un sistema in cui il professionalismo e la preparazione accademica non hanno valore, il militanzismo e il servilismo diventano criteri fondamentali per ottenere un impiego. Questo ha creato un esercito di incompetenti: individui senza le qualifiche necessarie, ma disposti a tutto pur di assicurarsi un posto nella pubblica amministrazione.
Queste persone spesso non sono in grado di analizzare e argomentare, perché non sono altro che analfabeti funzionali. Secondo i dati, oltre il 60% dei giovani albanesi rientra in questa categoria, il che riflette il livello generale dell’amministrazione pubblica a tutti i livelli.
L’analfabetismo funzionale non è solo l’incapacità di comprendere e analizzare le informazioni, ma rappresenta un problema molto grave in Albania, rispecchiandosi anche nella politica, dove molti decisori non sono in grado di capire le sfide reali della società e di proporre soluzioni efficaci. Di conseguenza, le politiche elaborate sono spesso superficiali e non affrontano i reali bisogni dei cittadini.
Quando le posizioni chiave vengono occupate da persone incompetenti, l’effetto domino è inevitabile. Le istituzioni diventano inefficaci, i servizi pubblici peggiorano e i cittadini perdono fiducia nello Stato. Se la pubblica amministrazione funzionasse su basi meritocratiche, anche il settore privato avrebbe un modello più sano da seguire. Tuttavia, quando la politica distribuisce i posti di lavoro sulla base del clientelismo, questo modello si diffonde anche nel settore privato, dove le connessioni personali spesso contano più delle competenze professionali.
Una delle conseguenze più gravi di questo sistema è l’emigrazione massiccia dei giovani. Molti giovani talentuosi e istruiti scelgono di lasciare l’Albania perché non vedono alcuna possibilità di costruire una carriera basata sulle loro capacità. Coloro che rimangono spesso si sentono costretti ad adattarsi al sistema, impegnandosi nel militanzismo politico e nel servilismo per garantirsi un lavoro stabile.
Se confrontiamo l’Albania con altri paesi della regione, come la Macedonia del Nord, il Montenegro o la Serbia, vediamo che il clientelismo esiste anche lì. Tuttavia, in alcuni casi, i governi hanno adottato misure concrete per combatterlo. Ad esempio, in Macedonia del Nord è stato implementato un sistema di reclutamento trasparente tramite piattaforme online, in cui ogni candidato può seguire passo dopo passo il processo di selezione. Questo ha contribuito a ridurre il livello di manipolazione, anche se non ad eliminarlo completamente.
D’altra parte, nei paesi sviluppati come Germania o Svezia, il sistema di reclutamento è strutturato in modo tale che nessun politico possa interferire nel processo di selezione per un impiego nella pubblica amministrazione. Questo garantisce che solo i migliori occupino queste posizioni, assicurando un’amministrazione più efficiente e indipendente dalla politica.